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Mira (Ve): Quando la democrazia dei “grillini” si misura con la realtà concreta del governo.

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Stefano Lorenzin*
In un momento in cui il lavoro diventa la ragione essenziale del vivere, i giovani non hanno futuro se non va costruito, un momento in cui gli operai e i dipendenti (cui va la nostra piena solidarietà) non arrivano a metà mese e anche 20 euro mensili possono segnare la differenza tra restare a galla o affogare, la giunta “grillina” di Mira non mantiene i rapporti con le forze sindacali per discutere del fondo risorse decentrate dei dipendenti, per discutere dei 20 euro, rompendo i tavoli di trattativa. Mai era accaduto un fatto così grave. Le amministrazioni precedenti a Mira, oltre che programmare seriamente gli investimenti e garantire il welfare, centellinando ogni risorsa e preoccupandosi di trovarne, avevano sempre mantenuto un rapporto di partecipazione con i sindacati e rappresentanze cittadine per le questioni essenziali al bene della comunità. Rappresentanza e partecipazione sembrano ormai essere stati abbandonati dall’attuale giunta, nonostante fosse un loro presunto presupposto politico, a favore di scelte “autoritarie” e non condivise con i soggetti interessati. Del resto da chi afferma che “i sindacati sono inutili e vanno superati” non ci si poteva aspettare di “meglio”.
Ieri sera 150 persone, tra dipendenti comunali e cittadini, si sono accalcati nella sala consigliare con striscioni e legittime rivendicazioni anche di partecipazione; le opposizioni nel frattempo avevano presentato mozione di sfiducia sul fatto grave del “licenziamento” dell’assessora incinta (questione liquidata frettolosamente e scompostamente nei blog da qualche consigliere di maggioranza come “scherzo di carnevale”, ed ottenendo ulteriori polemiche da altro assessore della giunta), e per tutta risposta sindaco e presidente del consiglio “snobbano” la nutrita presenza di dipendenti e cittadini e a fatica fanno leggere il documento di sfiducia alle opposizioni (PD) passando immediatamente dopo ad altra discussione. Il risultato è che le opposizioni abbandonano l’aula, nel silenzio assordante dei consiglieri “grillini”, e i rappresentanti sindacali possono dire qualcosa solo al termine del consiglio! E il sindaco non assume nessun impegno se non un generico e offensivo “vedremo di ascoltare tutti” ma senza fissare ne date ne impegni seri per discutere del problema denunciato dai dipendenti comunali o assumere una chiara posizione sulla questione dell’assessora incinta e di altri annunciati “licenziamenti” di dissidenti (voce riportata dai quotidiani locali)! Anzi, si leggeva, il “grande capo” esortava ad andare avanti così! Altro che partecipazione! Altro che modo nuovo di far politica! E poco conta se ad ogni consiglio comunale potenzialmente dialetticamente acceso, sembra venga allertata la questura!
Nella discussione del consiglio: accuse alle precedenti amministrazioni su un piano norma legato alla realizzazione della metropolitana di superficie (con annesso sottopasso e nuova viabilità di alleggerimento verso la tangenziale per decongestionare il centro di Oriago, frazione di Mira), ma ben lungi dal bocciare (avendone facoltà) tale piano! Generiche raccomandazioni all’assessore competente di “vigilanza”, ma il voto al piano in discussione?: favorevole!!
Brutti e cattivi quelli che c’erano…. colpa loro se ci sono parcheggi da realizzare… ma loro non cambiano nulla, perché evidentemente non c’è nulla da cambiare! Bel modo di governare! E sulla loro idea di partecipazione è bene stendere un velo pietoso. In nove mesi l’unico spunto di discussione c’è stato nel consiglio del 12 febbraio: tema “i gettoni di presenza”. Le opposizioni fecero richiesta di rinunciare al gettone di presenza (36 euro per ogni riunione del Consiglio o di una commissione) da devolvere in solidarietà, pensando di trovare sponda nella maggioranza protesa ad affermare, solo a parole, tale principio. La proposta fu bocciata dalla maggioranza “grillina” con la seguente dichiarazione della presidente del consiglio riportata dai quotidiani locali: “Non facciamo politica gratis. Non rinunciamo ai gettoni di presenza in Consiglio comunale, visto che ci sono costi insopprimibili della politica. Non siamo dei volontari, ci assumiamo di fronte alla cittadinanza ogni giorno delle gravose responsabilità». Sembra la difesa d’ufficio di un vecchio esponente di partito. E già, perché alla fine ci si rende conto che far politica costa. E solo in quell’occasione, in 9 mesi di governo, per difendere il loro gettone di presenza, i consiglieri di maggioranza hanno preso tutti la parola. Per il resto il nulla.
Se il buongiorno si vede dal mattino….

*Coordinatore Provinciale di Venezia

 

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