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Martedì, 28 ottobre 2014

Abroghiamo il pareggio di bilancio in Costituzione. Firma la legge di iniziativa popolare

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Dall’aprile del 2012 nella Costituzione Italiana è stato inserito il pareggio di bilancio. Questo è avvenuto con la legge costituzionale n.1 del 20 aprile 2012 con la quale sono stati modificati gli articoli 81, 97, 117 e 119 della nostra Costituzione. La norma fu approvata sia alla Camera che al Senato a maggioranza dei due terzi, evitando così il ricorso al referendum. A votarla furono Pd, Pdl, Terzo Polo e Lega Nord.

Molto semplicemente il pareggio di bilancio si verifica quando in un bilancio di un ente economico le uscite e le entrate durante un anno si pareggiano senza far ricorso a deficit o ad indebitamento. Questo vale anche per lo stato e le sue spese ed entrate pubbliche.

Il vincolo del pareggio di bilancio è alla base delle politiche restrittive e di austerità che l’Europa ha imposto negli ultimi anni, ma la scelta di inserirlo addirittura nella Costituzione non era obbligatoria. Da quando l’Europa ha adottato queste politiche, il debito pubblico è passato dal 65 al 95%, la disoccupazione è aumentata del 40%, molti Paesi hanno imboccato la china della deflazione e il Pil – in Italia – è crollato di 11 punti dal 2007 a oggi.

Gli effetti del pareggio di bilancio sono una vera e propria camicia di forza: lo stato, le regioni e i comuni non potranno più indebitarsi e promuovere politiche antirecessive. In questo modo il debito continua comunque a salire e la crisi si avvita su se stessa con conseguenza sull’economia che possono essere veramente nefaste. E a farne le spese i fondi che dovrebbero garantire i diritti sociali: le spese per la salute, l’edilizia residenziale pubblica, la formazione professionale, l’assistenza sociale, la previdenza, l’esistenza dignitosa di lavoratori e lavoratrici, etc.

E se lo Stato non può indirizzare risorse al di là delle sue entrate per realizzare opere di sviluppo si apre la porta ai privati. Ma i privati intervengono solo laddove l’investimento ha un ritorno.

Per queste ragioni Sel insieme ad altre organizzazioni e rappresentanti della società attiva (tra questi Arci, Sbilanciamoci, Legambiente, Fiom, L’altra Europa per Tsipras, Prc, esponenti del Pd come Fassina e Civati ed altri ancora) partecipa alla raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare di revisione costituzionale per cancellare l’introduzione del principio di ‘pareggio di bilancio’ nella nostra Costituzione, attraverso la modifica di alcuni articoli fra cui l’art.81.

Nella proposta di legge di iniziativa popolare – che a differenza del referendum non è solo abrogativa ma propositiva – non si propone solo di tornare al testo precedente alla modifica dell’art. 81, ma si vuole introdurre un principio fondamentale che è presente nelle più avanzate e recenti costituzioni, come quelle di alcuni paesi latinoamericani. Al vincolo contabile si sostituisce quello della soddisfazione dei bisogni e dei diritti dei cittadini. E quindi le manovre di bilancio non possono avere come conseguenza il taglio di spese sociali che ledono quei diritti. In questo modo la proposta di legge, pur non potendo influire direttamente sul Fiscal compact, che è un trattato europeo, rafforza gli argomenti per contrastarlo, dal momento che la logica del rientro forzato dal debito nel giro di venti anni comporta necessariamente una diminuzione della spesa sociale, che è proprio quanto la proposta di legge vuole venga vietato costituzionalmente. Il primato delle leggi contabili verrebbe così sostituito dal primato dei diritti.

Per informazioni visita il sito della campagna

Commenti

  • Fabio D’Arata

    ……ma si vuole introdurre un principio fondamentale che è presente nelle più avanzate e recenti costituzioni, come quelle di alcuni paesi latinoamericani….. Non è cert di buon auspicio prendere come modello di avanzate costituzioni quelle dei paesi americani….. Non è possibile e non ha molto senso, purtroppo, abrogare l’art. 81. Bisogna razionalizzare la spesa e impedire comunque che chiunque possa andare in deficit sanandoli continuamente con nuovi indebitamenti… È purtroppo la cura a 30 anni di assurda gestione economica a tutti i livelli, da quelli centrali a quelli più periferici delle partecipate.
    Fabio

  • edgardo

    Mi parrebbe + sensato, oltre che non abolire il Senato, diminuire considerevolmente gli stipendi dei parlamentari e tutte le “voci” accessorie.
    Cosa hanno fatto i giornalisti de “il Manifesto” ??? meno soldi ai delegati popolari ai vari livelli.
    Ed equiparare il loro emolumento pensione a quello di un metalmeccanico, pur senza metterli in cassa integrazione.

  • Gianni

    Mi sembra veramente una proposta assurda. Per semplificare è come dire: guadagno 1.000 e spendo 900 per spese inutili ma poiché su queste non riesco ad incidere/intervenire, per garantire le altre spese “sociali”, che rappresentano 400, mi indebito per 300!! E’ stato proprio questo ragionamento che ha portato all’attuale deito pubblico. Penso che il pareggio di bilancio sia un’ottima cosa.

  • Name

    il pareggio di bilancio ha senso quando guadagni, ma in condizioni di recessione non credo sia la scelta ottimale.
    Forse meglio tornare a stampare moneta… se necessario anche la buon veccia Lira

  • Luca

    Ottima cosa?
    Se ti sentono decine di economisti nonché parecchi premi nobel ti fustigano!
    Il debito di un paese (a moneta sovrana) è la ricchezza dei cittadini e non il loro debito!
    il compito dello stato è bilanciare la ‘creazione di moneta’ (a debito) tenendo sotto controllo l’inflazione mediante adeguate politiche fiscali.
    imporre il pareggio di bilancio è per definizione la NON creazione di ricchezza

  • Lu

    perché guadagni?
    perché qualcuno ha creato moneta … tu vendendo un bene o un servizio guadagni quella moneta creata dallo stato. la creazione di moneta è il debito dello stato e se tu vendi il tuo prodotto la tua ricchezza.
    in uno stato a moneta sovrana nessuno guadagna se lo stato stampa 1000 e chiede 1000 di tasse (pareggio di bilancio) e ti ricordo che l’unico che può creare moneta è lo stato stesso.

    piccolo discorso tralasciando le esportazioni che comunque non creano ricchezza sufficiente per tutti