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Giovedì, 26 marzo 2015

Accolto l’emendamento di Sel: cancellato dal decreto terrorismo la norma su intercettazioni da remoto

«L’emendamento che prevedeva l’acquisizione di dati da remoto è stata stralciata dal decreto anti-terrorismo». E’ quanto dichiara il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, a proposito del provvedimento antiterrorismo.

La norma era inserita nel decreto legge all’esame dell’aula della Camera. In mattinata era stata chiesta la sospensione con rinvio alla commissione, su richiesta dello stesso governo, per valutare l’emendamento presentato da Arcangelo Sannicandro, deputato di Sel, che prevedeva la soppressione integrale del comma che prevede il controllo del remoto, cioè della memoria delle comunicazioni fatte su web da cittadini sospettati di reati. Il governo ha però assicurato che essendo un tema delicato e importante che riguarda diritti, privacy e sicurezza  verrà affrontato in maniera più complessiva all’interno del provvedimento sulle intercettazioni già in esame in commissione.

«Grande confusione nel governo sul decreto antiterrorismo. Prima approvano norme molto discutibili sul piano della privacy poi si affrettano ad approvare un emendamento di Sel che stralcia il controllo ‘da remoto’. Non si possono utilizzare le norme contro il Terrorismo per spiare tutti e bypassare la doverosa tutela della privacy. Evidentemente il ministro Alfano che dimostra ancora una volta di essere inadeguato a ricoprire quel ruolo è stato troppo occupato, e preoccupato, dalle vicende del suo partito per rendersi conto che quella norma era da regime totalitario». Lo afferma il capogruppo di Sel on. Arturo Scotto

Commenti

  • Dario

    Il governo e i servizi segreti non vanno a leggersi le nostre conversazioni per divertimento. Se una persona è sospettata, è bene che lo Stato possa fare quel che più gli sembra necessario con tale individuo e i suoi dati: se per una questione di principio dobbiamo sacrificare la sicurezza, non sono d’accordo. E questo vale per tutte le persone normali, dacché non hanno nulla da nascondere. Al massimo si stabilisca la distruzione dei dati registrati solo qualora si appurasse “l’innocenza” del sospettato.
    Io non avrei alcun problema a fornire dati privati allo Stato, se necessario.