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Alle elezioni amministrative le elettrici e gli elettori hanno fatto la cosa giusta: hanno votato le donne

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La doppia preferenza ha dato i risultati sperati alle elezioni amministrative di domenica e lunedì: le elette aumentano ovunque e in molti comuni sono proprio delle donne a ottenere il maggior numero di voti. In Piemonte tutti i comuni sopra i cinquemila abitanti (a cui fa riferimento la legge n. 215 del 23 novembre 2012) vedono crescere sensibilmente le percentuali di consigliere elette: a Ivrea sono più del 25%, a fronte di un 14% scarso nelle precedenti amministrative, ed è una donna la candidata più votata, Elisabetta Ballurio Teit, con 507 voti. A Orbassano, dove si attende ancora il ballottaggio, è comunque già chiaro che il cambiamento sarà radicale rispetto all’unica presenza femminile della passata amministrazione: nel Pd, nel Pdl, nel Movimento 5 Stelle e in Sel, a ottenere il maggior numero di preferenze sono delle donne. A Villadossola (provincia di VCO) e Trino vercellese la percentuale di donne elette sale al 40%, più del doppio rispetto al passato. Ma la nuova legge elettorale modifica la composizione dei consigli in tutta Italia e dimostra di essere un’opportunità che gli elettori e le elettrici hanno scelto di cogliere, poiché la legge permette, ma non obbliga a esprimere due preferenze, mentre impone che, se espresse, siano di genere diverso (il meccanismo infatti sembra segnare un cambio di passo soprattutto nel centrosinistra). A Vicenza sarà al femminile il 30% del consiglio e anche qui la campionessa delle preferenze è una donna: Isabella Sala del Partito Democratico (1.122). A Roma, in testa alla classifica dei voti personali si posizionano Sveva Belviso del Pdl (oltre 11mila preferenze) ed Estella Marino del Pd (oltre 9mila) e i candidati di Sel sono guidati da Gemma Azuni. Quella che il trafiletto su Repubblica del 29 maggio, che riportava la notizia al fondo della pagina sui risultati elettorali, chiama “La curiosità”, è in realtà uno degli aspetti più significativi e rivoluzionari di questa tornata elettorale: il volto e le voci della politica cominciano a cambiare. Dovranno farlo sempre di più, per questo chiediamo che anche le leggi elettorali regionali siano riformate in tal senso, sull’esempio della Campania; perché solo in questo modo potrà cominciare davvero quella trasformazione culturale e nuova educazione sentimentale di cui l’Italia ha bisogno affinché cambi profondamente il ‘patto tra i generi’, cominci un confronto basato sul riconoscimento reciproco, cessi ogni forma di subalternità femminile e di violenza sulle donne.

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