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Domenica, 19 aprile 2015

Caro Capanna ti sbagli, non sono un serial killer degli ulivi

capanna

Caro Mario Capanna, mi hai scritto una lettera aperta garbata nella forma e piuttosto strabiliante nella sostanza. Ti rispondo con sincerità, ovviamente ricambiando il sentimento di stima e di amicizia. Il tema che mi poni riguarda il modo concreto con cui combattiamo la xylella fastidiosa, che infesta le campagne di Puglia e minaccia i nostri meravigliosi uliveti. Il presupposto delle tue parole è che la regione Puglia avrebbe scelto la strada della eradicazione massiccia degli ulivi contagiati da quella che ad oggi è una malattia incurabile.

Ecco, posso subito tranquillizzarti: se prima della tua visita in Salento fossi passato dagli uffici regionali, avresti potuto renderti conto del fatto che noi ci siamo opposti in ogni sede ad una prospettiva drammatica di desertificazione di uno dei paesaggi più suggestivi del mondo. Forse sai che qui abbiamo voluto una legge di tutela degli ulivi monumentali: e recentemente abbiamo varato una specifica normativa che impedisce di cambiare destinazione d’uso dei suoli agricoli in cui ulivi secolari siano stati colpiti dal parassita. Forse sai che per primi e ad oggi solo in compagnia della Toscana, abbiamo varato il Piano paesistico-territoriale che è frutto di sette anni di lavoro di studio e di condivisione con i cittadini e con la migliore cultura ambientale del nostro paese.

Lo scrive Nichi Vendola rispondendo sul suo blog ad una lettera aperta inviatagli da Mario Capanna.

La eradicazione di un “batterio patogeno da quarantena”, secondo la direttiva comunitaria 29 del 2000, va perseguita con le pratiche agronomiche e con l’estirpazione delle piante infette, a prescindere dai test di patogenicità. Un pubblico amministratore deve agire nel rispetto della legge, con il sostegno della comunità scientifica. I nostri tecnici hanno cercato di convincere gli interlocutori europei di quanto fosse insensato avere una interpretazione estensiva dell’obbligo di estirpazione. Estirpare serve solo nell’area di confine, per cercare di fermare l’avanzata del parassita nelle campagne della Puglia settentrionale. Chi si oppone a qualunque estirpazione ci espone ad un pericolo assai grande: quello che l’imminente nuova decisione comunitaria possa obbligarci, a pena di sanzioni pesantissime, a eradicare attorno ad ogni singola pianta infetta per un raggio di trecento metri. L’ulivo malato non rimosso oggi sarà la causa di cento ulivi sradicati domani. Io non ho il mito della scienza, penso che la ricerca debba essere orientata alla tutela della vita e del creato, auspico che il dialogo con tutte le esperienze dal basso di conoscenza del territorio e della sua bio-diversità possa arricchire la nostra strategia di salvaguardia dei nostri straordinari uliveti.

Ma io, caro Mario, non sono uno scienziato, non compete a me la validazione di sperimentazioni scientifiche. Ho l’obbligo di riferirmi alle strutture preposte, l’ente europeo per il controllo della sicurezza elementare (l’Efsa), il Comitato scientifico nazionale (composto da esponenti autorevoli di tutte le discipline scientifiche coinvolte), l’Osservatorio regionale sulle fitopatie. In più ho chiesto, da un’aula del Parlamento europeo, che si investa in modo significativo sulla ricerca, coinvolgendo tutte le competenze di rilievo internazionale in una battaglia che stupidamente la Francia ha cercato di trasformare in una inutile guerra commerciale. Ora anche la Francia si piange il suo parassita. In questa vicenda ho l’impressione di rivivere una brutta scena dello scorso anno, quando in una piazza e sui social network sono stato attaccato per le campagne di vaccinazioni, con l’argomento suggestivo che i vaccini possono far ammalare di autismo i bambini. L’effetto di quella campagna è stato terribile, un colpo alla cultura della prevenzione. In questi anni abbiamo seguito le cronache penose di Stamina o della cura Di Bella. Non è pericolosa, mi chiedo, questa semina di veleni contro la scienza? Ma io, che ho il problema concreto qui e ora sotto i miei piedi, che faccio? Mi arrampico anch’io su un ulivo pregando Dio di allontanare la realtà e le sue regole?

A proposito di ciò che ognuno vede con i propri sensi, l’Efsa, che qualcuno ha tirato in ballo per dimostrare che io ero diventato un serial-killer di ulivi, oggi dimostra l’esatto contrario: e dice quello che dicevano le autorità regionali e nazionali. Non so se ti sarà facile, caro Capanna, riconoscere in me l’agente della Monsanto e il seminatore di Ogm: così va urlando qualcuno educato all’odio nel nome dell’amore. Ma in questi anni abbiamo duramente lavorato perché l’identità territoriale non fosse il mito delle piccole patrie, ma fosse coscienza, conoscenza, cura del bene comune. La regione Puglia ha investito massicciamente in agricoltura biologica, ha guidato la battaglia nazionale contro gli Ogm. La xylella non è l’unica ad essere fastidiosa. Lo è anche la calunnia. Il sospetto gratuito. La superficialità di taluni giudizi

Sono rammaricato, non solo per ragioni “personali”, ma perché si perde l’occasione di discutere di ciò che la xylella rivela: la fragilità della nostra agricoltura, turbata dagli effetti della mutazione climatica, estenuata dal sovraccarico di inquinanti, esposta alle insidie della globalizzazione (che magari dal Costa Rica ti spedisce un batterio da quarantena). E qui io non posso che condividere il tuo sentimento e il tuo sapere, caro Mario Capanna. Tu indichi il valore del recupero di saperi contadini che sono andati persi, tu chiedi alla nostra modernità di interrogare la storia e di ascoltare il respiro della terra. La penso esattamente come te.

Commenti

  • alfa

    Insomma, Vendola risponde “ce lo chiede l’Europa”. Capaci tutti così.

  • francesco

    Dalla PereStroika alla Troika…
    Per Vendola, a quanto pare, la Scienza è neutra, non asservita alle multinazionali.
    Per cui, se lo chiede l’Europa… Sempre lucido il “vecchio” Capanna!

  • alfa

    istituzionalmente è una risposta corretta, ma vi immaginate Tsipras che dice “eh, il debito va ripagato, bisogna tagliare. Ce lo dice l’Europa”.

  • francesco

    Infatti, il debito pubblico è conseguenza della tecnica adottata dagli usurai delle istituzioni economiche globalizzate.
    “I conti del neoliberismo sono conti perversi, sono conti falsi. Si impongono sulle politiche nazionali , un vero veleno per le nostre società”. (Ugo Chavez).

  • Luca Angeli

    alfa e francesco, voi considerate il CTI un ente al soldo delle multinazionali, bene. Ma perché non rispondete sulla questione della xylella con argomentazioni scientifiche che confutano quelle del CTI senza ricorrere a citazioni che non c’entrano niente?
    Ma poi Capanna difendete? Lucido come una puntata domenicale dell’arena di Giletti

  • francesco

    Capanna è uno dei pochi militanti sessantottini che non si è genufllesso alle ragioni del profitto capitalistico. Giletti è un signor nessuno di lingua abile che fa anticamera nei corridoi della RAI.
    Vendola, che presumo sia il tuo nume rivelatore , quanto percepirà nel suo eremo dorato?