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Mercoledì, 5 novembre 2014

Caro Renzi, solo oggi scopri che Juncker è il capo dei burocrati Ue?

presidente-juncker

presidente-junckerSolo oggi Renzi si accorge che Juncker è il capo dei burocrati europei. Peccato che ce lo ha messo lui alla giuda della Commissione Europea, scegliendo di andare in continuità con le politiche di austerità degli ultimi venti anni. Le politiche interpretate da Juncker sono dannose per l’Italia e rischiano di portare ulteriormente il nostro paese nel buco nero dell’austerity. Renzi, che a parole critica le politiche Ue, in Italia sceglie di non fare nessuna politica di redistribuzione a partire da una manovra finanziaria che la Cgil, i comuni, le regioni e persino Banca d’Italia hanno definito deludente e non anticiclica. Sel pensa che bisogna cambiare verso, cambiare la manovra finanziaria e andare verso una strada espansiva sul terreno sociale ed economico. Solo così si potrà rispondere alla crisi in atto.

Commenti

  • francesco

    Juncker e Renzi sono due facce impresentabili della stessa medaglia. Fanno finta di litigare, ma in realtà sono favorevoli alle misure di austerità che stanno affamando i lavoratori europei.
    Entrambi sono espressione di due Partiti – del PCS/CSV il primo, e del PD il secondo – che rappresentano lo strumento politico funzionale all’economia di mercato e al circuito bancario transnazionale.E’ questo il dato fondamentale da cogliere al netto delle chiacchiere e delle false contrapposizioni.
    C’è un solo modo di uscire dal baratro in cui ci stanno facendo precipitare i soloni della Troika: disobbedire ai trattati europei come ha già fatto la Francia che ha deciso di sforare il rapporto deficit-Pil allo scopo di creare un milione di posti di lavoro nei settori di pubblica utilità. Ma il governo Renzi a guida PD non ha alcuna intenzione di farlo, anzi continua a ribadire che rispetterà i parametri concordati. La presunta “sinistra civatiana” può mettersi l’anima in pace e continuare ad agitarsi senza costrutto. E fungere da specchietto per le allodole per qualche novello “riformista”.