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Lunedì, 27 aprile 2015

Copy-Left, facciamo rete a sinistra per sfidare il Partito della Nazione di Renzi

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Dove va il mondo? In un solo verso, sembrerebbe.

“Il pensiero unico afferma che il mondo in cui viviamo è l’unico mondo possibile. Grazie alla libera concorrenza si ottengono efficienza e redditività, fino al punto in cui il valore economico diviene l’unica discriminante tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Pertanto, ciò che non ha senso economicamente va eliminato. Le leggi del mercato devono prevalere sul diritto delle persone in virtù dell’ideologia neoliberista dello stato minimo, secondo cui il mercato deve regolarsi senza l’intervento pubblico, seguendo la legge della domanda e dell’offerta.” *

La globalizzazione neoliberista degli ultimi venticinque anni ha creato la più forte concentrazione di capitale della storia dell’umanità. Secondo la classifica dei miliardari globali stilata da Forbes, il patrimonio detenuto dall'”1 per cento” della popolazione del pianeta raggiunge i 7,05 trilioni di dollari, in crescita di 650 miliardi rispetto ai 6,4 trilioni del 2014.

L’Italia va nello stesso verso. Infatti, per qualcuno, gli anni di declino economico sono stati un vero affare. Secondo l’OCSE nel nostro paese, da metà degli anni ’80 ad oggi, la disuguaglianza economica è cresciuta del 33%, dato più alto fra i paesi avanzati, la cui media è del 12%. Al punto che oggi l’1% delle persone più ricche detiene più di quanto posseduto dal 60% della popolazione (36,6 milioni di persone). Dal 2008 a oggi, gli italiani che versano in povertà assoluta sono quasi raddoppiati fino ad arrivare a oltre 6 milioni, rappresentando quasi il 10% dell’intera popolazione.

Renzi sa bene che la rinuncia alla promessa di riscatto di una società alternativa porta in dote tanti voti moderati in uscita dalla casa delle Libertà, ormai in cenere, ma soprattutto gli garantisce la copertura di Confindustria e dei poteri forti di questo Paese. Grillo e la sua forza sono rimasti imprigionati nel loro populismo, talmente “post” da non essere più interessante in confronto a quello di Renzi e Salvini.

A tutto questo si aggiunge il triste ricatto sul destino del “partito-nazione” e del suo leader. Se non ce la fa lui sarà la fine, sottointendono i diversi lacchè che si alternano a redigere gli editoriali di tanti giornali italiani.

Come avete colto, la cosa che più mi rattrista dell’idea neocentrista del Partito della Nazione è proprio il rifiuto del pensiero critico, l’assoluta subalternità al modello neoliberista. L’assenza di conflitto tanto con i generatori di crisi quanto con gli sciacalli che si sono arricchiti sulle piaghe inflitte dall’austerity. Per questo credo che, finché le ingiustizie saranno dinnanzi a noi, avrà ancora senso provarci un’altra e un’altra volta. Non penso, e lo dico sinceramente, che sia l’ultima possibilità. Ma, probabilmente, è l’ultima chiamata per chi ha voluto sfidare apertamente il “mono verso” di Renzi.

La politica che abbiamo in mente è quella che si nutre, a ogni passo che compie, di un proprio autonomo punto di vista, che prepara la propria strategia d’azione a partire da un progetto di cambiamento, che si misura ogni volta con i saperi e le culture critiche, che ritrova se stessa e il senso del proprio operare dentro il dolore sociale prodotto da questa lunga crisi. Vogliamo dare battaglia, fino in fondo, per difendere e, allo stesso tempo, cambiare il nostro stato sociale sotto attacco. A partire da una legge sul reddito minimo garantito che in tanti in questi anni abbiamo sostenuto. Uno strumento di sostegno al reddito individuale, che combatta la dilagante disperazione di un Paese con enormi tassi di disoccupazione, una misura necessaria che faccia fronte all’attuale assenza di un welfare universale e di misure in grado di contrastare l’esclusione sociale di milioni di persone.

Per far rinascere e crescere una nuova sinistra, bisogna anche dotare il nostro progetto di codici nuovi. Ne abbiamo scelto in primis uno.

Il copyleft è un metodo per rendere un programma o un lavoro libero, facendo sì che tutte le modifiche e le versioni estese del programma siano anch’esse software libero. “Copy Left, facciamo Rete a Sinistra” si propone proprio questo: battaglie, idee e progetti per sfidare il pensiero unico, le larghe intese e il Partito della Nazione.

Dopo le esperienze di PolitiCamp 2014 a Livorno e di Human Factor, E’ possibile e Sinistra Ecologia Libertà si sono ripromesse di impegnarsi per uno spazio aperto, che ospiti il dialogo interno alla sinistra italiana, ai partiti, ai movimenti e tra i singoli cittadini che desiderano un luogo in cui discutere e impegnarsi attivamente. Non so se questa idea genererà speranza, se questa speranza genererà partecipazione e se poi tutto questo genererà cambiamento. So solo che se vi sembra una buona idea iniziamo a praticarla ogni giorno, in ogni strada che vogliamo percorrere.

* Fernando Alcoforado, Globalizaçao. San Paolo, Nobel, 1997, pp. 84-112.

Commenti

  • floriano pigni

    COPY LEFT? scusate ma che significa? Una sigla deve comunicare immediatamente un concetto chiaro, abbiate pazienza. A sinistra apriamo ”cantieri” in continuazione, Le fabbriche di…, human factor, l’altra europa, politicamp, più vari movimenti e cespugli tutti a curare il proprio ”particolare”… ecc…e non si arriva MAI ad un progetto unitario e unificante, un ”fronte unito”con un programma chiaro e forte. Basta con la dispersione in tante piccole iniziative dove si fa più poesia che politica…non fateci perdere tempo, fate proposte concrete, vere, voi vivete di riunioni politiche, noi no. Infine: alleanze col PD o liste alternative a macchia di leopardo, dove conviene…credibilità zero. Floriano

  • Claudio Plazzotta

    “Non fateci perdere tempo”,ma pensare di dare il proprio contributo,no.Possibile che la fatica la debbano fare altri,e c’è chi aspetta il risultato porto in un piatto d’argento?

  • Peppe Parrone

    PER FAR RINASCERE UNA NUOVA SINISTRA.
    Tutti i tentativi saranno vani fino a quando non si mette in discussione il falso in bilancio delle banche, che creano denaro dal nulla, senza nemmeno pagare tasse.
    MAYER AMSCHEL ROTHSCHILD disse: “Permettetemi di emettere e controllare la moneta di una nazione e non mi importa chi fa le sue leggi.” Oggi i Rothschild sono presenti in quasi tutte le Banche Centrali del mondo.
    Nel 1963 il Presidente Kennedy firmò l’atto 11110, nel quale toglieva l’esclusiva alla Federal Reserve e dava al Ministero del Tesoro la facoltà di stampare denaro. Un colpo decisivo allo strapotere della FED, che è una banca privata, e al sistema bancario. Era il 4 giugno 1963, meno di sei mesi dopo il Presidente Kennedy fu ucciso. Coincidenze, naturalmente.
    Aldo Moro ci provò a stampare le famose 500 lire come moneta di Stato, tutti sappiamo come andò a finire. Coincidenza, naturalmente.
    Caro Pippo Civati, e caro Nicola Fratoianni, se si vuole cambiare “verso”, ci vuole molto, ma molto molto coraggio.