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Mercoledì, 7 ottobre 2015

Dalla mobilitazione studentesca alla battaglia per i diritti

Manifestazione studenti e lavoratori della scuola contro il Governo Monti

Lunedì 28 settembre gli studenti e le studentesse di Link – Coordinamento Universitario hanno lanciato una mobilitazione nazionale che prende in carico il diritto alla dignità e al futuro di migliaia di giovani: la modifica della compilazione dell’ISEE da parte del DPCM n. 159 del 2013 mette in mora strumenti di sicurezza sociale, borse di studio, agevolazioni per soggetti deboli. La campagna #iononrinuncio, petizione cui hanno aderito oltre 4000 cittadini, è essenziale non solo per fare informazione e sensibilizzazione, ma soprattutto per svegliare un governo e un Ministero che fanno della conoscenza un cardine puramente retorico della loro azione e dello smantellamento dei diritti la pratica effettiva della loro politica. Tra legge di riforma della scuola e velleità di #buonauniversità, il governo Renzi e il MIUR hanno dimenticato la promessa fatta in primavera al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari: la convocazione di un tavolo di confronto sui Livelli Essenziali di Prestazione, così da definire e finanziare su scala pluriennale gli standard minimi di diritto allo studio coperti dallo Stato. Il sottosegretario Davide Faraone, nel corso del Forum Nazionale dell’ANDISU a Pavia, ha rassicurato gli studenti sul mantenimento di tale promessa: sarà così o cadrà tutto nel dimenticatoio? Come dimostra anche la vicenda dell’indennità DIS-COLL per dottorandi e assegnisti di ricerca, si direbbe che il governo abbia fatto della distrazione il dato connotativo del suo approccio con i bisogni sociali.

Al diritto allo studio, dunque, #iononrinuncio: con l’interrogazione a risposta scritta presentata alla Camera dai nostri deputati Giancarlo Giordano e Annalisa Pannarale, Sinistra Ecologia e Libertà conferma un impegno di lunga data in favore della società della conoscenza e del diritto ai saperi. Gli studenti aventi diritto alle borse di studio sono un tassello di quei – purtroppo – numerosi soggetti deboli che vivono il disagio della crisi mentre certa classe politica usa e abusa parole d’ordine vuote e populiste. Gli enti regionali di DSU hanno calcolato una diminuzione degli aventi diritto pari al 25% in Toscana, al 18% in Emilia Romagna, al 30% in Puglia. I sindacati studenteschi chiedono l’abolizione dell’ISPE quale parametro scisso dall’ISEE, che la soglia ISEE per chiedere la borsa sia innalzata dalle Regioni e dagli Enti a 23 mila € al fine di consentire lo stesso livello di idonei dello scorso anno, l’avvio di una sanatoria per chi risulti idoneo ai parametri regionali ISEE ma non a quelli ISPE, l’esenzione dalle tasse universitarie per chi abbia un ISEE inferiore a 23 mila € ma risulti escluso dalla borsa a causa dell’aumento dello stesso. Ecco perché Pannarale e Giordano hanno chiesto quali azioni intenda mettere in campo il Governo al fine di correggere la drammatica situazione risultante dalla riforma dell’ISEE, che rischia di compromettere la possibilità per migliaia di studenti di accedere agli studi universitari o di proseguirli, incrementando il già notevole divario tra coloro che provengono da situazioni economiche privilegiate e coloro che, invece, non godono di un sostegno adeguato e ledendo, in tal modo, i diritti garantiti dagli articoli 3 e 34 della Costituzione.

Non possiamo che ringraziare i sindacati studenteschi e i movimenti giovanili per porre costantemente al centro del dibattito pubblico e politico temi così essenziali per lo sviluppo dignitoso di una società democratica. Tale ringraziamento si abbina ad un appello a tutte le sinistre politiche che condividono nei territori (ad esempio in Liguria come Rete a Sinistra e in Toscana come SI – Toscana a Sinistra) e a livello nazionale percorsi, abbozzi, spinte di unità: non possiamo permetterci di perdere il treno della lotta sociale, ma soprattutto dobbiamo interloquire per costruire un’altra idea di società, un progetto comune in cui i saperi sono cardine effettivo della cittadinanza di domani.

Campagna nazionale #iononrinuncio