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Venerdì, 24 aprile 2015

25 Aprile, la liberazione continua

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Suonò il campanello. Nella casa non c’era più nulla, Francesco aveva mandato tutta la famiglia a vivere in campagna, lontano dal centro abitato. Quel giorno, con la figlia appena ventenne, era tornato per recuperare il grano. Aprì la porta, era un soldato, che così disse: “Per ordine del Podestà, da oggi questa casa è del Duce Benito Mussolini”. Francesco col suo braccio destro nascose sua figlia dietro la porta e rispose: “Dica pure al Podestà che questa casa l’ho costruita con le mie mani, e non la darò mai in mano ai fascisti”. Chiuse la porta. Con loro c’era in casa un amico di famiglia arrivato per aiutarli. I tre fuggirono da una porta sul retro, correndo. Il soldato li vide e si mise a inseguirli. Sparò. Colpì alla schiena l’amico di Francesco che cadde, morto, a terra. Francesco e la figlia non poterono neanche voltarsi e riuscirono a scappare.

25aprile

È una storia come tante, e poco importa che mia nonna, quella figlia ventenne, me la raccontava così, orgogliosa e fiera di un padre che non ha mai ceduto ai ricatti nazifascisti, nonostante la paura, l’angoscia, il terrore della morte.

Capita, per ovvie ragioni, che sempre più raramente le nuove generazioni possano direttamente ascoltare le storie dei protagonisti della resistenza, quelle che a molti di noi fanno pensare ad una bicicletta come un mezzo indispensabile per il trionfo di ogni staffetta. Tocca a noi raccontarle e creare una connessione vera tra quel 25 aprile e la realtà, il presente, se non vogliamo – e non lo vogliamo – che il 25 aprile diventi una liturgia, una fotografia in bianco e nero dei padri della Repubblica. Una Repubblica che adesso c’è, e di cui potremmo pure accontentarci. Ma la festa della liberazione è esattamente l’opposto dell’accontentarsi. È la festa di chi, minacciato e oppresso, non ha mai ceduto al ricatto, ma ha lottato per liberare un Paese intero dall’oppressione.

Resistere oggi, e lottare per essere liberi, significa non vendere il proprio sapere, le idee e le competenze, le fatiche, il pensiero, a chi ci ricatta perché le regole, quelle dell’Europa del pareggio di bilancio, o di un governo schiavo di finanza ed emergenza della crisi (peraltro ormai strutturale), lo impongono.

Resistere oggi significa ribellarsi al pensiero unico, quello che Renzi fa passare come la sola via di uscita di un Paese immiserito: andare veloce, a tutti i costi, a qualsiasi condizione, anche da soli, senza badare se a farne la pelle sono i più deboli. Che importa la qualità della vita, la precarietà, i diritti: bisogna essere efficienti, pronti sempre, a basso costo.

E invece la liberazione è la festa di chi corre insieme, la festa di chi ci ha liberato dalla dittatura perché è stato capace di pensare una comunità, democratica, dove si lottava e si costruiva insieme. Nessun uomo solo al comando, mai più. Questo ci diceil 25 aprile: che puoi pure eliminare qualcuno, anche molti più di qualcuno, con la forza o il fascino del potere, con l’abuso di una carica o con la seduzione della vittoria, ma non potrai distruggere mai la forza collettiva del riscatto, il desiderio di essere liberi e di farlo insieme, nelle diversità di ognuno. La liberazione è la forza di una comunità che libera le proprie differenze, e da queste prende vita e si rafforza.

D’altronde la liberazione è o no la festa di chi ha resistito e ha combattuto contro i pregiudizi e la paura del diverso, per un’idea di uguaglianza di diritti e opportunità? Festeggiare il 25 aprile è chiudere la porta in faccia a chi inneggia all’odio e al razzismo, alla preservazione dei propri confini, incontaminabili, invalicabili. La liberazione ci parla di accoglienza: è la festa di chi allora accoglieva i perseguitati rischiando di essere scoperti e fucilati ed è per questo, oggi, quella di chi apre le porte a chi fugge dalla guerra, dalle violenze e dalla povertà, senza badare al passaporto, perché sa che il proprio mondo non finisce sull’uscio della sua porta, ma prosegue al di là di molti mari.

La liberazione è la resistenza contro chi ha provato a torturare e violentare coloro che decidevano di non conformarsi. Lottare per essere liberi significa oggi guardare oltre il pensiero conforme, vuol dire chiedere giustizia per chi è stato massacrato, per chi ha resistito alla cariche di alcuni potenti riuniti a decidere le sorti del nostro mondo.Significa oggi più che mai liberare la verità dalla gabbia del conformismo, dell’oblio, della prescrizione. E significa non restare in silenzio, come in molti non restarono allora, di fronte all’ingiustizia e alla mafia, a chi offre sponde di salvezza mentre distrugge la terra che ci nutre.

Ancora oggi suonano mille campanelli alle nostre porte. Campanelli d’allarme che ci parlano di odio, di paura, di minacce. Campanelli che ci invitano al silenzio, a salvarci il nostro orticello, a proteggerci dal nemico, e a non alzare troppo la testa per rivendicare chissà cosa. Perché in fondo qualsiasi capo, a lavoro, nella vita privata, in politica, ci offre protezione e la possibilità di toglierci l’onere della responsabilità. Poco importa se l’alternativa è una pistola o una vita di schifo. Meglio la seconda è vero.

Ma chi ha vissuto la prima ci racconta oggi più che mai, che per essere davvero liberi vale la pena giocarsi anche l’ultimo frammento di cuore.

Buon 25 aprile a tutte e tutti.

Commenti

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Milano, 25 Aprile: il PD, dopo due anni di vergognosa assenza dal corteo, torna a farsi vedere, visto il clamore mediatico di questo settantesimo, non si fanno certo scappare l’occasione di farsi vedere. E invece vengono giustamente contestati dai manifestanti, ben consci che il 25 Aprile non è solo ricordo, ma anche resistenza attiva ai nuovi fascismi, oggi rappresentati anche dal PD (anzi, il PD ne è il rappresentante più pericoloso, visto che governa e sta implementando fattualmente il fascismo sul lavoro, nelle istituzioni e ora anche nella scuola). W la Resistenza, contro ogni nuovo fascismo!

  • ex/fatica/nemo

    veramente il PD c’è sempre al 25 aprile a Milano, almeno, io l’ho sempre visto…
    considera poi che la maggioranza degli iscritti all’ ANPI appartiene al PD ….

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    L’anno scorso non c’erano, e neanche quello prima. In ogni caso, devono solo vergognarsi. Che fanno, manifestano contro loro stessi?
    E come fai a dire che la maggioranza degli iscritti ANPI sono iscritti PD? Hai qualche statistica?

  • floriano

    una riflessione sul Partito della Nazione. Detto altrimenti, ma in maniera più chiara, si tratta di un progetto di ”partito nazionale”. Nazionale significa ”uno ”, uno solo, con l’aspirazione di incorporare al proprio interno ”tutta” la rappresentanza e non per categorie politiche , sociali ecc..ma in modo ”post-politico”, ovvero tutti coloro che operano per ” l’interesse della Nazione”, degli italiani, indistintamente. Una evoluzione dell’interclassismo nel senso della semplice distinzione bene-male definita apoditticamente a mezzo di brevi slogan. La discussione politica non serve più, il leader definisce l’interesse della nazione a cui conformarsi, e il parlamento semplicemente avallerà le propose del governo. Il flusso da parlamento (leggi) a governo (esecuzione elle leggi) si inverte, è già invertito ora: il parlamento semplicemente ratifica e rende ”democratica” ogni scelta di governo.
    Perché tutto ciò? Perché per le politiche che l’Europa di destra e liberista che ci comanda e che vuole implementare, in associazione con gli USA (vedi trattati commerciali capestro in discussione , conflittualità verso la Russia, conflitti in medio oriente…) c’è bisogno di governi forti, nazionali, non del multipartitismo e neanche del bipolarismo. IL partito nazionale, in quanto dato per vincente, attrae a sé tutto il peggio del trasformismo ed arrivismo tipico della politica italiana, si tratta di ”scilipotismo” scientificamente organizzato. Urge una grande e forte alleanza alternativa.

  • ex/fatica/nemo

    Detestor, se insisti avrai le tue ragioni – io li ricordo sempre e ad ogni manifestazione, ma so benissimo che la memoria fa brutti scherzi. la maggioranza degli iscritti all’ANPI sono del PD per la semplice ragione che la maggioranza degli iscritti all’ANPI sono di centrosinistra e la maggioranza del centrosinistra è nel PD – idem con patate per la CGIL – è semplice buon senso, poco scientifico, mi rendo conto, ma piuttosto ragionevole – posso cercare dati.
    secondo me confondere la giusta sacrosanta critica al PD con un attacco al suo elettorato e alla sua base è un errore. base ed elettorato del PD sono in varia misura ancora di centro sinistra e da considerare inevitabilmente come interlocutori – è banalmente una qustione politica. del resto lo stesso discorso l’ho sempre fatto riguardo ai 5 stelle ( e sai bene cosa ne pensi) il cui elettorato ha innegabilmente anche una componente di sinistra.
    certo, più si va avanti più le cose diventano difficili e la possibilità di parlare a quei due corpi elettorali si riduce (anche se riguardo al PD ho le mie riserve – conosco molti elettori PD assai poco soddisfatti della piega che stanno prendendo le cose – fra cui mio padre e un paio di presidenti di circoli ANPI – e credo che non rappresentino una realtà esigua. penso anche alla manifestazione di Roma contro il job’s act: non erano mica tutti elettori di SEL…anzi)
    ritengo altrettantoinutile accusare Renzi di fascismo – lo sonsidero umanamente osceno e politicamente pericoloso almeno quanto Grillo, intendiamoci – ma usare una categoria di lettura sbagliata per comprendere un fenomeno che ha altre caratteristiche non serve nè a leggerlo (come parlare di fascismo per ISISI o, ai tempi, di genocidio in ex jugoslavia e via dicendo) nè a combatterlo.
    dare dei fascisti agli elettori del PD che fascisti NON sono, non aiuta nè a portarli dalla nostra, nè ad avvicinare la possibilità di una frattura concreta in quel partito, nè a fargli capire quanto pericoloso sia il loro segretario con le sue politiche.

    se hai fonti per avallare la tua affermazione sull’assenza del PD alle passate manifestazioni postamele per cortesia – io cercherò dati sugli iscritti all’ANPI :)

  • ex/fatica/nemo

    ho postato un commento con un po’ di fonti sulla presenza del PD nel 2013, ma è in moderazione… speriamo che diventi visibile

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Non ho mai parlato di elettori (che ho visto presenti alla manifestazione del 25 Aprile con le bandiere del PD), ma dell’adesione ufficiale del partito, che non c’era. E’ impossibile dimostrarlo, perché un conto è dimostrare che qualcuno c’era, e un conto dimostrare che qualcuno non c’era, puoi sempre dire che non ho “cercato abbastanza”, no?
    Per quanto riguarda l’ANPI, gli iscritti che conosco io sono in stragrande maggioranza elettori di sinistra (quindi non PD).
    Per il resto, io accuso di fascismo il partito, la base semplicemente dorme. E non ritiro l’accusa: fai un paragone con la sostanza e le modalità di approvazione di questa legge elettorale con quella fascista, le somiglianze sono estreme.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Se contiene dei link, non lo diventerà. E’ un blocco automatico.

  • ex/fatica/nemo

    io ho parlato di presenza ufficiale non di iscritti e di presenza ufficiale parlo – i link che ho trovato parlavano di quella e, francamente non ho mai sentito dire prima che il PD non aderisse alle manifestazioni del 25 aprile… chiederò, ma ho sempre visto spezzoni ufficiali come per i vari sindacati…

    sull’ANPI: molti iscritti sono ovviamente di sinistra e non di centro sinistra, sopratutto negli ultimi anni in cui di spazi di partecipazione a sinistra se ne sono visti davvero pochi in molti (anche in maniera discutibile a mio avviso) si sono “buttati sull’ANPI” chiedendo anche all’ANPI di avere un ruolo che a mio avviso non gli è consono (l’ANPI comprende iscritti di ogni tendenza politica per lo meno liberale – pur avendo una grande maggioranza di iscritti di sinistra).
    però entrambi portiamo solo elementi aneddotici – dati degli iscritti in base all’appartenenza politica ovviamente non ce ne sono… io posso avere il polso certo di un paio di sezioni, ma ovviamente il resto sono valutazioni fatte a buon senso (mio buon senso ovviamente).

    il paragone secondo me non sta in piedi se non altro perchè qui l’olio di ricino, i manganelli e le marce su Roma (tutti fenomeni che hanno preceduto l’approvazione della legge acerbo che è del ’28) non si vedono. così come non si vedono limitazioni ufficiali alla manifestazione della libertà di pensiero (c’è una difficoltà estrema a fronteggiare un muro propagandistico, ma è un’altra cosa…)

    guarda che va già abbastanza male così com’è, anche senza essere fascista – paragonare il PD al PNF comporta solo il rischio di perdere di vista le peculiarità della situazione attuale.
    non era fascista Berlusconi, figuriamoci il PD di Renzi – è un’altra cosa, pessima, ma un’altra cosa.

  • ex/fatica/nemo

    si erano dei links mi spiace non sapevo del blocco automatico (che sciocchezza)

  • ex/fatica/nemo

    ma eri a Milano?