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Mercoledì, 4 marzo 2015

Dopo tanti decreti, ora uno utile per un piano di assunzioni dei precari della scuola

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Il ddl sulla scuola presentato dal governo ha tutti i difetti che aveva il documento “La buona scuola”. Per citarne solo alcuni: la palese aspirazione di costruire “la scuola azienda”, dominata da criteri privatistici, le scelte confuse e raffazzonate relative all’insegnamento di alcune materie nei curricoli scolastici, l’arretrata ed esasperata divaricazione fra l’istruzione liceale e l’istruzione tecnica e professionale.

Il piano, però, conteneva un unico aspetto positivo: la sollecita stabilizzazione di una parte dei lavoratori precari della scuola, anche per dare esecuzione a quanto ci è stato ingiunto dalla Corte di giustizia europea.

Per molti mesi la propaganda è stata stringente: saranno assunti 150.000 precari. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo un premier che, dopo aver divelto a colpi di decreti e voti di fiducia lo statuto dei lavoratori, avere strozzato la discussione sulla modifica di quasi tutta la seconda parte della Costituzione, improvvisamente riscopre l’utilità del dibattito, annuncia di voler riformare la scuola insieme all’opposizione e sconfessa l’azione del proprio ministro. Può essere un tentativo di ritardare le assunzioni – per le quali mancano le coperture complete – oppure per imporre al Parlamento marce forzate e voti di fiducia. Anche perché il governo, pur esaltando un’ipotetica consultazione i cui risultati sono sconosciuti, sa benissimo che una buona parte delle scelte che vuole compiere sono scarsamente condivise. Sia dal mondo della scuola – nessun collegio dei docenti ha dato un parere favorevole al piano – sia dai cittadini, che, in un momento in cui si sottraggono risorse a tutti i servizi pubblici, non vedrà di buon occhio le generose elargizioni alle scuole private.

Ma noi non ci stiamo e chiediamo a tutte le forze politiche e sociali di unirsi a noi nel domandare che:

– il piano assunzioni venga stralciato dal ddl e sia oggetto di un apposito decreto-legge, perché solo così si può garantire il corretto svolgimento di tutte le procedure necessarie per stabilizzare i docenti precari a partire dal 1 settembre 2015;

– il dibattito parlamentare possa svolgersi seriamente e serenamente su tutti gli altri temi contenuti nel ddl.

La nostra scuola è troppo importante: non può essere modificata in modo affrettato e demagogico.

 

 

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