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Mercoledì, 29 gennaio 2014

Electrolux, Vendola: «No ai diktat dell’azienda. Inaccettabile il ricatto tra schiavismo e morire di fame»

Electrolux

«Al di là del tempo prezioso perduto, il governo nell’affrontare la vertenza Elctrolux, deve uscire dallo stile notarile che lo contraddistingue nell’affrontare il dramma delle crisi delle industrie del nostro Paese». Lo ha affermato Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, dai microfoni di Radio 24 intervistato da Giovanni Minoli.
«L’esecutivo – ha proseguito il leader di Sel – ha una responsabilità: ricostruire il profilo di una politica industriale, in un Paese in cui si è immaginato che le politiche industriali dovessero essere competenza esclusiva delle imprese. Il potere pubblico può intervenire, il potere pubblico deve intervenire. Se si accetta il ricatto della Electrolux, si entrera’ in una girandola infernale che non finisce più. Non è accettabile – ha concluso Vendola – che l’alternativa sia tra lo schiavismo e il morire di fame».

Nel giorno del via alle trattative al ministero dello Sviluppo economico sulla crisi Electrolux, la tensione resta alta. I sindacati chiedono che l’azienda ritiri il piano di riduzione degli stipendi prima di intavolare qualsiasi discussione. L’amministratore delegato di Electrolux Italia, Ernesto Ferrario, durante l’incontro al ministero dello Sviluppo Economico ha detto di non essere intenzionato a lasciare l’Italia ma conferma le difficoltà nello stabilimento di Porcia per la scarsa competitività del settore lavaggio. Secondo quanto si apprende, Ferrario ha preso la parola per primo illustrando il piano aziendale e ha mostrato anche alcuni volantini di megastore che vendono lavatrici a 199 euro, a dimostrazione dei costi della concorrenza esistente nel settore.  Ma a quanto pare non ha convinto neanche il ministro: «La proposta di riorganizzazione che ci ha illustrato Electrolux non ci ha convinto», ha detto Flavio Zanonato al termine dell’incontro, aggiungendo che l’azienda «ha accettato di aprire un tavolo negoziale» e che ci sarà un incontro nei prossimi giorni. «Faremo un incontro con il premier Letta» ha aggiunto

Gli operai degli stabilimenti di Porcia, Susegana, Solaro e Forlì da martedì 28 gennaio hanno scioperato, organizzato presidi e i sindacati hanno ribadito la richiesta che la vertenza sia presa in carico direttamente dalla presidenza del Consiglio. Allo studio anche una manifestazione nazionale di protesta a Roma. L’azienda ha ridimensionato la notizia di un dimezzamento dei salari spiegando che la proposta è di una riduzione di 3 euro per ora lavorata, equivalente a “meno” di 130 euro mese. Previsto anche un congelamento di aumenti e scatti.

Commenti

  • GC

    cavate quell’ H dal titolo per favore dai

  • GC

    cavate l’H dal “hai ricatti dell’azienda” per favore

  • fs

    meno male…

  • alberto ferrari

    Inviterei i compagni a rileggere l’articolo di Keynes “The question of high wages” scritto nel 1930, i cui contenuti non sono certamente applicabili oggi per la questione Elettrolux per i salari già troppo bassi in Italia e la spirale catastrofica che questo potrebbe innescare nel paese.
    Ma il problema posto da Keynes resta. E la scelta di Keyns, mantenere il potere di spesa dei salari, senza alzarli, ma spostando sempre più costi essenziali ( scuola, sanità, casa, pensioni, salario minimo garantito, ecc.) sul welfare ( cosa che è invece peggiorata in questi ultimi 20 anni in Italia). E’ la linea di “rafforzare il senso di una comunità solidale e di dare il segno della costante vicinanza dello Stato ai cittadini” contro l’individualismo salariale e il ” si salvi chi può “.
    Sarebbe bene che SEL ne discutesse.