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Giovedì, 26 maggio 2016

Emergenza casa a Roma, decine di attivisti in sciopero della fame. Fassina: no alla delibera Tronca. I candidati prendano posizione.

roma casa

«Stiamo provando a scuotere una campagna elettorale completamente distante dalle condizioni di vita delle persone. Tutti i candidati dovrebbero dimostrare il massimo impegno affinchè chi è in sciopero della fame contro la delibera Tronca (sull’emergenza abitativa, ndr) possa interromperlo. Fino ad ora è mancata la necessaria attenzione politica». Così il candidato sindaco di Roma di Sinistra Italiana, Stefano Fassina, nel corso di una conferenza stampa organizzata alla Camera insieme al deputato di Si Nicola Fratoianni e ad Action sull’emergenza abitativa nella capitale.

Proprio mentre il deputato di Sinistra Italiana in corsa per il Campidoglio stava spiegando le ragioni del suo sostegno alla causa dei militanti del movimento in sciopero della fame da 17 giorni una ragazza peruviana ha perso i sensi cadendo a terra. «E’ svenuta – ha commentato Fassina – perché anche lei è in sciopero della fame, lo stanno facendo perché non hanno l’attenzione necessaria dal Comune, sono ignorati in un dibattito elettorale che non guarda alle drammatiche condizioni sociali di tanta parte della città. Noi – ha continuato – la settimana scorsa abbiamo presentato un’interrogazione al Governo affinchè possa chiarire la contraddizione che esiste tra la delibera 50 del commissario Tronca ed il piano della regione Lazio, con le relative risorse stanziate. Spero che tutti gli altri candidati vogliano sostenere la nostra richiesta di chiarimenti ma devo dire con franchezza che mi preoccupa la scarsa attenzione che hanno gli altri candidati che, invece, dovrebbero avere una sensibilità su questi temi. Tappare le buche e mettere le rastrelliere è importante e lo vogliamo fare tutti ma ci sono anche altre questioni. Alcuni candidati che si fanno paladini della legalità dovrebbero stare attenti, perchè la legalità deve essere accompagnata alla giustizia sociale, altrimenti si fanno gli sgomberi».  «La delibera 50 – ha concluso – è una di quelle che dovremo riscrivere quando saremo in Consiglio comunale».

A Roma la questione abitativa rischia di esplodere. Da oltre due settimane decine di attivisti del movimento per il diritto all’abitare sono in sciopero della fame per rivendicare il diritto ad una vita dignitosa per chiunque abbia necessità di un alloggio in cui abitare e per protestare contro la delibera n. 50 sulla casa approvata dal Commissario del Comune di Roma Tronca che di fatto disconosce il Piano Straordinario della Regione Lazio. La delibera di Tronca è un grosso arretramento e se non viene ritirata si rischia di far ricadere la città di Roma in una emergenza ancora più grave e preoccupante. Una prima risposta immediata è la piena attuazione della legge regionale del Lazio che mette a disposizione del Comune di Roma 200 milioni di euro al fine di recuperare una parte degli alloggi necessari a Roma.

A raccontare i motivi che hanno spinto alla protesta e a lanciare l’appello rivolto ai candidati al Campidoglio Fabrizio, attivista di Action, secondo il quale «la delibera 50 del commissario Tronca contraddice tutte le aspettative, non riconosce che a Roma c’è un’emergenza abitativa grave e anzi sostiene che 250 case l’anno messe a disposizione dal Comune siano una risposta esaustiva. L’idea è intanto si sgombera e poi si vede. La nostra risposta a questa doccia fredda, per la quale non solo non vengono date le case come invece previsto dal piano straordinario regionale, ma si fanno anche gli sgomberi è stata lo sciopero dlela fame. Inoltre – aggiunge – il giorno dell’incontro, il 12 maggio, Tronca ci ha fatto sapere che non ci avrebbe ricevuti e ci ha invitato a sgomberare la piazza. Poi sono arrivati i poliziotti a cavallo. L’unico che si è esposto è stato Fassina, da Giachetti e dalla Raggi non è giunto niente a parte qualche generico segnale».

«Non vedere un’emergenza casa a Roma significa scegliere di guardare da un’altra parte – spiega Nicola Fratoianni, deputato di Si -. Il fatto che Tronca la neghi e non usi uno strumento messo a disposizione dalla Regione la dice lunga non solo sull’incapacità della politica di guardare alla situazione reale del Paese ma anche delle istituzioni. E’ inaccettabile – conclude Fratoianni – immaginare di risolvere queste questioni come questioni di ordine pubblico, noi dobbiamo mantenere alta l’attenzione della politica e dei parlamentari».

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