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Venerdì, 9 ottobre 2015

Escalation di violenze in Medio Oriente. Sei palestinesi uccisi. Massima allerta in Israele

Gaza

I militari israeliani hanno ucciso sei palestinesi nel corso di violenti scontri nei pressi del confine settentrionale della Striscia di Gaza. Secondo quanto riportano i media israeliani, i soldati dello stato ebraico hanno aperto il fuoco dopo che i palestinesi si erano avvicinati alla zona cuscinetto che si trova all’interno della barriera che circonda il confine nord della Striscia. Nel corso degli incidenti sono rimaste ferite altre 35 persone. Fonti mediche di Gaza riferiscono invece che il numero dei feriti ammonterebbe a 60, 10 dei quali in gravi condizioni. Dopo che i militari israeliani hanno aperto il fuoco, circa 400 palestinesi residenti nel quartiere Shuja’iya della Striscia hanno dato vita ad una protesta, lanciando pietre contro i soldati e bruciando copertoni. L’esercito israeliano è intervenuto anche a seguito di una violenta manifestazione lungo il confine sud di Gaza, nei pressi di Khan Younis, mentre altri incidenti si sono verificati anche in prossimità del confine orientale della Striscia. Hamas aveva annunciato per oggi una “giornata di rabbia” dopo gli attacchi di questi giorni in Cisgiordania e a Gerusalemme est.

Nel pomeriggio gli scontri erano ancora in corso. Si tratta delle prime morti nell’enclave palestinese collegate alle violenze che proseguono da inizio ottobre a Gerusalemme est e in Cisgiordania, ma anche in Israele. Del resto proprio oggi il leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, dopo aver parlato per la prima volta di una “nuova Intifada”, ha esortato i palestinesi ad intensificare la rivolta assicurando che anche Hamas “farà la sua parte”.

Ahmed al Hirbawi, Shadi Dawla e Abed al Wahidi, tutti di 20 anni, Mohammed al Raqab di 15, e un quinto giovane di cui al momento non si conoscono le generalità, sono stati abbattuti dagli uomini di Tsahal che hanno aperto il fuoco per rispondere al lancio di pietre dei giovani palestinesi che si trovavano al di là della barriera di separazione fra Gaza e Israele.

Una portavoce dell’esercito ha affermato che la sollevazione è ancora in corso e che circa 300 palestinesi si sono radunati a manifestare lungo la recinzione tirando pietre e lanciando pneumatici incendiati verso i militari israeliani. “Le forze sul posto hanno risposto aprendo il fuoco contro i principali istigatori della sollevazione per evitare una ulteriore escalation e disperdere l’insurrezione”, ha spiegato dichiarando che “cinque persone sono state colpite”.

In un sermone per la preghiera settimanale del venerdì in una moschea di Gaza City, il leader di Hamas Haniyeh ha detto che l’Intifada è “l’unica via che porterà alla liberazione” dei territori occupati da Israele. “Gaza farà la sua parte nella Intifada a Gerusalemme ed è più che pronta al confronto”, ha aggiunto.

Le continue aggressioni con i coltelli e i lanci di pietre che oggi hanno fatto una decina di feriti soprattutto in Cisgiordania, stanno facendo temere una terza Intifada, dopo quelle del 1987 e del 2000.

Questa mattina in Israele un ebreo ha accoltellato due palestinesi e due arabo-israeliani nel primo atto di rappresaglia – condannato con fermezza dal premier Benjamin Netanyahu – contro una ondata di aggressioni all’arma bianca che è proseguita anche oggi. Uno dei palestinesi che oggi ha tentato di accoltellare un soldato israeliano è stato abbattuto, una seconda palestinese è stata invece ferita.