Sei in: Home › Attualità › Notizie › Europa, rinviato a data da destinarsi il voto sul TTIP. Gruppo dei Socialisti&Democratici diviso. Determinante mobilitazione anti trattato
Mercoledì, 10 giugno 2015

Europa, rinviato a data da destinarsi il voto sul TTIP. Gruppo dei Socialisti&Democratici diviso. Determinante mobilitazione anti trattato

Open_the_Door_to_Transparency-_-StopTTIP_-_15543248792

Il voto previsto per oggi a Strasburgo sulla Relazione Lange slitta a data da destinarsi. Lo ha deciso il presidente Schulz applicando l’articolo 175 del regolamento del Parlamento Europeo dopo essersi consultato con il presidente della Commissione Commercio Internazionale (INTA). Il motivo? I 200 emendamenti presentati e la richiesta di voti separati e con chiamata nominale.

Un rinvio che arriva il giorno dopo l’esortazione da parte del G7 ad andare avanti rapidamente sulla strada del negoziato. A questo punto, la parola passa di nuovo al lavoro alla Commissione che riprenderà l’esame del testo. Secondo quanto si apprende, nel corso delle trattative prima del voto di domani, s’era creata una situazione paradossale, e cioè che domani non si sarebbe raggiunta alcuna maggioranza a favore di un testo in grado di esprimere un mandato ai negoziatori. Insomma, per colpa dello scontro sul tema cruciale degli arbitrati privati, sarebbero passati i singoli emendamenti, ma non la risoluzione finale. A quel punto, riferiscono alcuni sherpa del confronto tra i gruppi, si sarebbe dovuto buttare il bambino con l’acqua sporca. Insomma una catastrofe che avrebbe sancito l’impotenza del Parlamento Ue, unico organo eletto tra le istituzioni europee, a dire la sua, a dare un indirizzo chiaro a un negoziato che proseguirà tra altri attori istituzionali.

Sembra evidente che nel gruppo dei Socialisti & Democratici la questione dell’ISDS stia diventando esplosiva e che gli accordi con i Popolari non siano poi così solidi.

La mobilitazione di questi giorni di cittadini e reti di movimento, grazie ai due milioni di firme raccolte e alla pressione diretta della società civile sui Parlamentari Europei, ha certamente giocato un ruolo fondamentale nel rafforzare queste spaccature. Dunque, le criticità sollevate durante questo periodo dalla Campagna Stop TTIP non erano vaneggiamenti privi di basi, bensì riguardavano pericoli concreti di mutamenti irreversibili dell’ordinamento democratico europeo e nazionale. La richiesta resta perciò immutata: nessun accordo è meglio di un pessimo accordo.

Adesso è necessario aumentare il controllo democratico della societa’ civile sulla prossima riunione della Commissione Commercio Internazionale, per evitare che ancora una volta si assista all’ennesimo furto della democrazia a vantaggio dei forti interessi commerciali.