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Martedì, 22 aprile 2014

F35, spunta il piano segreto di “Repubblica”. Marcon: «La pubblicità non è solo l’anima del commercio, ma anche di quello politico-elettorale»

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Mentre approda alla Camera il dl sul lavoro e Renzi e la sua maggioranza fanno finta di litigare, ecco che dalle pagine del quotidiano “Repubblica” spunta il misterioso “piano segreto” per dimezzare gli aerei F-35 ordinati alla società americana Lockheed, i nuovi caccia da 120 milioni di dollari.

Durante la conferenza stampa di presentazione del Def erano stati molti i giornalisti a non comprendere quali fossero le reali intenzioni di Matteo Renzi sugli F-35. 
Il premier, parlando un po’ in politichese, aveva detto di voler “rimodulare il programma“, senza entrare però nel dettaglio.

Oggi è appunto Repubblica a raccontarci il diabolico piano. In un articolo a firma di Francesco Bei, si annuncia che il presidente del Consiglio sarebbe intenzionato a ridurre da 90 a 45 i velivoli da ordinare.
“Un cambiamento di rotta inimmaginabile fino a poco tempo fa – sottolinea il quotidiano diretto da Ezio Mauro -, con il Quirinale, lo Stato maggiore e, soprattutto, gli Stati Uniti a premere per il rispetto degli impegni. E tuttavia ormai il dado è tratto, anche se l’ordine di sei aeroplani per il 2014 non verrà toccato”.
 Il dado è tratto appunto.

Ma nel 
decreto approvato venerdì – scrive Bei – “si limita invece a sforbiciare dal capitolo F35 “soltanto” 153 milioni di euro”. Ma non è infatti quello che bolle in pentola, “almeno non solo”. Il vero obiettivo di Renzi “è tagliare la metà degli aeroplani, senza tuttavia pagare i pesanti dazi politici e commerciali che il ripensamento comporta”.
 Renzi, d’accordo con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, scrive Repubblica, vuole portare la discussione a livello politico direttamente a Washington. Per ricontrattare tutto.
Come? “Prima dell’estate il governo farà uscire dai cassetti il libro bianco della Difesa, che conterrà le linee guide del nuovo modello italiano. Sarà quello il documento politico per giustificare nuove necessità geopolitiche e dunque la riduzione degli F35”.
“Andremo dagli americani – spiega una fonte qualificata della Difesa citata nell’articolo di Bei – per dire loro che non ce la facciamo. Del resto la Casa Bianca ci ha lasciato a bocca asciutta con l’elicottero di Obama che avrebbe dovuto costruire la nostra Agusta Westland e non Sikorsky. Anzi, chiederemo il loro aiuto nella trattativa con la Lockheed per evitare ritorsioni“.

La notizia sarebbe da accogliere con applausi se non fosse che si tratta di un ennesimo rinvio. Giulio Marcon deputato di Sel spiega: «Si parla di un piano segreto, e che quindi nessuno di noi conosce. Ma per quanto sappiamo siamo sempre fermi al solito punto. Il 26 giugno scorso il Parlamento ha approvato una mozione che sospendeva gli acquisti in attesa di una indagine conoscitiva che la commissione Difesa avrebbe dovuto svolgere. E qui stiamo. Siamo in attesa di di conoscere quella indagine, ma la riunione della commissione è già stata rinviata due volte. Al momento è convocata per l’8 maggio. Per il resto nulla è cambiato e siamo in attesa di sapere. Non abbiamo ancora potuto prendere visione dei contratti stipulati per gli acquisti».  «La pubblicità non è solo l’anima del commercio», conclude  Marcon, «ma anche di quello politico-elettorale, e oggi su questo punto siamo di fronte a una bufala».

Commenti

  • Dario

    Se i telegiornali e la stampa del PD (Repubblica in primis) rivelassero un decimo di quello che dicono le opposizioni in questo paese, di quello che diciamo soprattutto noi, il PD non prenderebbe il 32% ma solo quel 3,2% che verrebbe da De Benedetti e accoliti e altri parassiti del nostro paese.
    È un caso che Vendola sia invitato in tv molto meno di una volta al mese, idem per tutti gli altri compagni di SEL? Secondo me no. Sarebbe bello vedere qualche esponente del PD a confronto con Fratoianni per dirne una, vedere l’abisso culturale tra noi e loro. Ma no, ora bisogna pensare alle europee, agli 80€ in busta paga, non al significato di queste elezioni: pensiamo ai voti che prenderà Renzi, se l’M5S avrà ancora successo, cosa accadrà a FI; non di certo a cosa significa votare per Tsipras, se Schulz vorrà una Grosse koalition o l’alleanza con la GUE…
    Sono curioso di vedere se sul lavoro Renzi darà ascolto a quelle tracce residuali di sinistra del suo partito o ancora una volta preferirà il centrodestra. E se i famosi Civati e Cuperlo avranno il coraggio mai di spaccare quel partito.

  • francesco

    Un proverbio recita: “campa cavallo che l’erba cresce…”
    Se le speranze si fondano su una presunta sinistra del PD (che ha votato tutte le nefandezze del governo del finanziere Monti, inclusa la controriforma sulle pensioni) Sel è destinata a estinguersi come neve al sole, o a sciogliersi nel calderone neo-democristiano del PD..
    La ragione per cui Vendola non ha più grande risalto mediatico risiede in quel 2% attuale che le agenzie di rilevazione attribuiscono a Sel, ritenuta ormai ininfluente sul piano elettorale e quindi priva di potere contrattuale. L’alternativa , come sempre, è nella Sinistra alternativa e di classe, che non è disposta a svendere il suo patrimonio ideale alla borghesia parassitaria, in Italia come in Europa.

  • diego

    L’alternativa che indichi viaggia si e no allo 0,1%. Auguri.

  • francesco

    Lavor anche tu con noi per alzare la percentuale, anzichè pietire qualche cadrega ai neo-democristiani del Partito Democratico.