Sei in: Home › Attualità › Notizie › Governo, Airaudo: «Il premier prende impegni ma non mostra i conti. Bene i soldi in busta paga, ma esclusi pensionati e partite Iva»
Giovedì, 13 marzo 2014

Governo, Airaudo: «Il premier prende impegni ma non mostra i conti. Bene i soldi in busta paga, ma esclusi pensionati e partite Iva»

renzi

«Dovendo giudicare l’originalità di un Consiglio dei Ministri che approva un’informativa rimuovendo gran parte del Job Act che viene rinviato nel tempo, di cui non conosciamo il dettaglio delle coperture e la loro attendibilità, non si può non vedere che gli interventi proposti sono ancora insufficienti per aggredire la disoccupazione e creare nuova occupazione». Così l’on. on. Giorgio Airaudo, responsabile lavoro e politiche industriali della segreteria nazionale di Sel, commenta le misure approvate dal Consiglio dei Ministri.

«La concentrazione delle risorse sull’IRPEF è importante perché agisce sul reddito dei lavoratori più deboli e lenisce le tante situazioni di difficoltà, ma non crea direttamente posti di lavoro. E’ utile a mantenere il lavoro che c’é, però è grave che non si affronti il problema dei pensionati e delle finte partite Iva, cioè di tutti quei lavoratori costretti ad aprire una partita Iva anche se lavorano come parasubordinati. Se non si trovano soluzioni per sostenere anche queste due fascie di popolazione si rischiano nuove disuguaglianze».

Per Sinistra Ecologia Libertà resta prioritaria la creazione di nuova occupazione, anche attraverso l’intervento pubblico come datore di ultima istanza. Gli interventi di spesa pubblica per le aziende devono essere sotto forma di contributi e di sgravi fiscali, legati all’incremento dell’occupazione netta.  «Sel non è contraria al confronto sull’istituzione di contatto unico, ma a condizione che prima vengano cancellati tutti quei contratti che hanno precarizzato e reso incerto e instabile il lavoro. L’eventuale istituzione di contatto unico deve comunque prevedere la ricostruzione dei diritti fondamentali. E in ogni caso resta urgente e prioritario istituire uno strumento universale, per tutti e tutte, come il reddito minimo garantito».

«Ci aspettavamo, prosegue l’esponente di Sel, un intervento che riconoscesse l’esigenza di abbassare l’età pensionabile stabilita dall’ingiusta riforma Fornero, che ponga fine all’agonia degli esodati. Manca poi, l’impegno annunciato, di una legge sulla rappresentanza che riconosca finalmente, a partire dalla certificazione degli iscritti e della rappresentatività sindacale, anche il diritto di voto delle lavoratrici e dei lavoratori sugli atti contrattuali».

«E’, infine, necessario aggredire le crisi aperte, dall’Electrolux alla Franco Tosi, dalla Agrati alla Indesit senza dimenticare Termini Imerese e Irisbus, andando oltre i tavoli del Mise e mettendo in campo l’impegno diretto di Palazzo Chigi nella gestione delle crisi industriali su settori strategici come energia, mobilità e trasporti. Insomma, conclude Airaudo, il premier si prende impegni ma non ci mostra i conti».

Commenti

  • Marco

    Caro compagno Airaudo,

    ora, se ho capito bene, chi ha un reddito da lavoro inferiore ai 25000 euro lordi ma superiore agli ottomila potrà banchettare con circa poco più di ottanta euro al mese.
    In tutto questo, mi pare, il grande assente è l’articolo 53 della costituzione italiana.
    Capacità contributiva? Che cos’é?
    Sistema tributario improntato al criterio della progressività? Chi l’ha visto?

    Lavoratori autonomi (è il mio caso, sono un programmatore con partita iva), precari, disoccupati, esodati e pensionati? Nada, nothing, niente.
    Anzi no, che stupido, ai pensionati il governo sta pensando: un ulteriore bastonata ben assestata e via tagliando di “spending review”.
    Non è più una questione di ingiustizia sociale, ma di immoralità di una classe dirigente che da vent’anni si accanisce contro la parte più debole del paese.

    E il lavoro in questo paese si pensa di crearlo dando 80 euro o poco più al mese ai lavoratori che guadagnano meno di 25000 euro lordi al mese?
    E si pensa di uscire dalla crisi senza rimettere in discussione in modo serio le politiche europee dell’austerità, il patto di bilancio europeo (o fiscal compact) e i dogmi del liberismo che invece sono la causa di questa crisi?

    Oggi su l’Huffington Post c’è un’intervista a Fausto Bertinotti. Al di là del giudizio su Fausto Bertinotti come uomo politico, l’analisi che fa del renzismo nell’intervista intitolata “Renzi è il Blair italiano: social-liberista, non ha rivali” mi pare assolutamente puntuale.

    Solo alcuni parlamentari di Sel, e non mi riferisco a te, sembrano non accorgeresene.

    Cordiali saluti

  • elisa

    Jobs Act, si comincia male

    Nel progetto del Jobs Act si comincia davvero male : si parla di un provvedimento urgente che contiene, tra le altre cose, interventi sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato

    Per il contratto a termine si prevede una durata fino a 36 mesi senza obbligo di indicare la causale e senza far passare dieci giorni per il rinnovo . Questa disposizione farà diminuire ancora di più il ricorso alla stipula di contratti a tempo indeterminato ; nella proposta non c’è , infatti, nessuna garanzia di assunzione dopo tre anni di lavoro ed i datori
    di lavoro potrebbero avere più interesse a non stabilizzare il
    lavoratore perché obbligati a concedergli maggior salario e diritti
    contrattuali .

    La Riforma del contratto di apprendistato non prevede nessun obbligo da parte dell’azienda di provvedere
    alla formazione professionale dell’apprendista. Ma , cosa ancor più
    grave, se non ci saranno cambiamenti, verrà eliminato il vincolo
    di assunzione di nuovi apprendisti condizionata alla conferma in
    servizio di precedenti apprendisti al termine del percorso formativo .
    Questo vuol dire che l’impresa non sarà più obbligata ad assumere una
    parte dei lavoratore alla fine dell’apprendistato e potrà ricorrere, con
    le agevolazioni dello Stato, all’assunzione di altri apprendisti

    Ancora una volta si pensa di risolvere il problema della disoccupazione con l’aumento della precarietà