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Lunedì, 2 novembre 2015

Il 7 novembre al Teatro Quirino i parlamentari della sinistra presentano un’altra idea d’Italia

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La legge di stabilità che il governo Renzi ha proposto al paese non risolve i problemi dell’Italia, sembra scritta con la mano destra e non mette al centro della scena i soggetti deboli che hanno pagato il prezzo piu’ alto della crisi.

Abbiamo affrontato in questi mesi passaggi difficili. Sempre dalla stessa parte: dalla battaglia sulla riforma della Costituzione al giudizio drastico sul Jobsact, dalla mobilitazione sulla Buona scuola alla domanda di una svolta radicale in Europa rispetto alle politiche di austerità.

Il merito è stato, è e sarà sempre la bussola – anche nelle differenze – che ci guiderà nelle scelte che dovremo assumere durante questa legislatura.

La natura della maggioranza che sorregge oggi il Governo Renzi ha acquisito sempre più le caratteristiche della palude trasformistica.

L’ingresso di Verdini e company nella alleanza costituente segna una ulteriore evoluzione di quel Partito della nazione teorizzato da tempo da Matteo Renzi, neocentrista e neocentralista insieme, che assume il principio della governabilita’ come valore in sé, al netto della cifra culturale delle opzioni che vengono messe in campo.

E produce anche uno sfregio mortale al messaggio che l’esito del voto nel 2013 aveva lanciato alla politica tradizionale e soprattutto al centrosinistra italiano: la necessità di agire una riforma della politica, di cambiare metodi e forme di partecipazione, di mettere fine alla degenerazione etica che aveva segnato la stagione declinante della II Repubblica.

Occorre promuovere uno schieramento della buona politica in questo Parlamento per condizionare i processi politici e avanzare una proposta credibile di alternativa di governo.

Lo possiamo fare se riusciamo a produrre un fatto unitario.

Un nuovo gruppo parlamentare non è la traduzione automatica della nuova soggettività politica della sinistra che tutti vogliamo costruire.

Un partito ha tempi più lunghi, ha bisogno di avere le radici ben piantate nella storia democratica italiana, necessita di fusioni calde e processi partecipativi reali, costruisce un programma fondamentale che attraversa stagioni parlamentari e aggredisce i grandi cambiamenti che caratterizzano il mondo.

Il Gruppo parlamentare è invece uno strumento a disposizione dei territori, un presidio istituzionale di competenze e di passione, un luogo di elaborazione di proposte per una sinistra di governo, riformista e radicale.

Uno spazio aperto, laico e plurale, dove le differenze debbono vivere ed essere valorizzate in un percorso collettivo.

Un gruppo dove possano abitare non solo le forze che espressamente vengono dalla tradizione della sinistra nelle sue varie articolazioni, ma anche chi ha ritenuto esaurito il suo percorso nel Movimento 5 stelle.

Un polo della Riforma della Politica che contrasti le politiche del Governo Renzi, competa sul terreno di un’opposizione di merito e non demagogica con il Movimento Cinque stelle e con il blocco delle destre, che si candidi a rappresentare l’espressione piu’ autentica dei valori contenuti nella nostra Carta Costituzionale, che sappia affrontare i prossimi appuntamenti – dalla legge di stabilita’ ai delicatissimi scenari internazionali che si aprono, dal quarto passaggio delle riforme costituzionali all’attacco al diritto di sciopero – dispiegando una capacità propositiva capace di attraversare il paese.

Abbiamo già avanzato alcune proposte importanti, tra cui il nostro piano per il lavoro: lo porteremo nelle piazze e nei luoghi di lavoro, sui territori e nei luoghi della sofferenza e del conflitto.

Troppe sono le urgenze del paese e troppe le domande a cui divisi non riusciamo più a rispondere.

Il tempo non è una variabile neutra se guardiamo cosa accadrà nel paese già nelle prossime settimane.

Si muovono già oggi gli studenti che domandano diritti e rispetto, i lavoratori del pubblico impiego in attesa di un contratto che rischia di trasformarsi in una mancia, le partite iva ancora una volta penalizzate, i pensionati a cui si chiede di aspettare un altro anno, gli amministratori locali falcidiati dai tagli.

Se vogliamo parlare una sola lingua con loro abbiamo bisogno di un’unica agenda di cambiamento.

E abbiamo bisogno di offrirla ora al Paese per movimentare un quadro politico statico che tende a fagocitare ogni spinta critica.

Se vogliamo trasformare la società italiana, se vogliamo promuovere equilibri piu’ avanzati nella battaglia parlamentare occorre essere disponibili a trasformare se stessi. Noi siamo pronti e lo faremo.

Vi aspettiamo sabato 7 novembre alle ore 10.00 al teatro Quirino a Roma per scrivere insieme una nuova pagina della storia della sinistra italiana.

 

 

Commenti

  • Francesco

    Roma – Italia : Scanno e puntarelle.
    Uno, dieci,Cento compromessi per un nuovo, nuovissimo
    Ulivo affetto da xylella…

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    La xylella dell’Ulivo veniva da Mastella e, fammelo dire, dai tuoi amici di Rifondazione. Gente come Mastella per fortuna non ne si imbarca più, Rifondazione invece è ancora bene accetta (se ha imparato la lezione).

  • Francesco

    Aspettiamo e vedremo, senza chiamare preventivamente in causa il parentado.
    Quel che è certo fin da ora è che ci sono troppe vecchie cariatidi posizionate sul trampolino di lancio: concertatori sindacali, sceriffi con o senza pistola, pentiti dell’ultima ora…

  • nino

    Sel si allargherà in parlamento con i deputati di fassina e cofferati, ma alla fine la politica non cambierà: le solite alleanze locali e regionali col pd ed opposizione in parlamento.Meglio Possibile in fatto di strategia quando dice di non volere nessuna alleanza col pd.
    Comunque l’assemblaggio tra deputati di sel e parlamentari che fino a ieri hanno votato di tutto, dalle finanziarie di monti a quelle di letta e renzi, è evidente che non porterà voti in piu’, anzi, servirà a dare l’ultima coltellata ad una sinistra, ormai in confusione, destinata oggettivamente all’estinzione.

  • Edoardo Trotta

    Io penso che il problema non sia se allearsi col PD o no. Il problema è QUALI POLITICHE per i CITTADINI.
    Il PD ha diverse anime, oggi prevale quella legata ad Industriali e COSTRUTTORI EDILI – una volta erano definti PALAZZINARI oggi Ferroautostradari . Non a caso Marchini è stato indispensabile per il voto romano che ha impedito un dibattito reale (anche se l’esito non era così scontato). “Ipse Dixit” cioè “Renzi Dixit”.
    Quello che viene spacciato per dialogo con i Cattolici nel linguaggio dei neocentristi può essere così tradotto : ” La peggiore Curia Romana deve essere assecondata” e i Diritti sono una variabile.
    Edoardo Trotta

  • Francesco

    “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei…” Proverbio popolare.

  • Francesco

    Se l’altra idea dell’Italia è quella delineata da D’Attorre in altra pagina del sito (precluso ai commenti) , siamo al ridicolo, alla coazione a ripetere.
    Il Partito “largo e plurale” (chissà perché poi il singolare è stato bandito!) è il “mantra” che segna la parabola discendente del vendolismo, per chi occhi ha occhi per vedere.
    Insisto e chiedo (è il mio “mantra” personale), come la mettiamo con l’assunto che vuole il “primato dell’impresa sui diritti dei lavoratori” e con il “Moloc” della “Legge di Mercato” ? L’alternativa si costruisce su queste discriminanti. Restiamo in fervente attesa di sapere che idea hanno in proposito i costruttori della nuova sinistra.

  • Angelo Barbato

    Possibile al comune di Genova ha formato un gruppo unico con SEL e la lista Doria a sostegno della coalizione di centrosinistra, quindi l’indicazione “nessuna alleanza col PD” non è affatto strategica ma soggetta valutazioni caso per caso delle situazioni locali.

  • Francesco

    Ciò dimostra che la presunta “sinistra” del PD (comunque declinata) è solo una colossale finzione – frutto della faida interna a quel Partito – e disposta ai vari traccheggi tattici a più fornì. Sel smetta di blandirla, per il bene di una Sinistra autenticamente alternativa e di classe.