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Lunedì, 11 gennaio 2016

Il Comitato noTriv: subito una moratoria. Legambiente e Wwf: mare Adriatico nelle mani dei petrolieri

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“Tutto l’Adriatico nelle mani esclusive dei petrolieri. Il permesso di ricerca rilasciato davanti alle Tremiti e a Termoli alla Petroceltic e’ solo un assaggio amaro e tra poco sara’ un vero e proprio far west con un quadro devastante che si aggiunge alle decine di titoli minerari gia’ rilasciati. E’ necessaria una moratoria immediata, si tratta di settimane”. Lo dicono Coordinamento No Ombrina, Trivelle Zero Marche e Trivelle Zero Molise. “Ci sono ben 23 istanze dei petrolieri che interessano praticamente tutto l’Adriatico, con milioni di ettari richiesti”, precisano.

SITUAZIONE PERMESSI 11 GENNAIO 2016

Per i comitati No Triv“è urgente un’immediata moratoria sul rilascio di nuovi titoli minerari nell’intero Adriatico altrimenti ogni altra azione rischia di arrivare con i buoi usciti dalla stalla”. Tra l’altro “l’unico referendum rimasto purtroppo non incide sull’esito delle istanze nei mari italiani riferendosi solo alla durata dei titoli gia’ rilasciati entro le 12 miglia”.

Il prossimo 17 gennaio a Termoli si terrà una riunione di coordinamento dei movimenti che in Italia “si stanno battendo contro la devastazione e il saccheggio ambientale e sara’ un’occasione per parlare anche delle prospettive della lotta contro le Trivelle”.

Coordinamento No Ombrina, Trivelle Zero Marche e Trivelle Zero Molise hanno prodotto un quadro riassuntivo aggiornato a ieri delle richieste dei petrolieri per tutto l’Adriatico, dal Veneto alla Puglia. “I dati sono tratti dal sito dell’Unmig del ministero dello Sviluppo economico- spiegano i No Triv- sono state considerate le istanze di Permesso di Ricerca, Permesso di Prospezione e Concessione di Coltivazione in tutto o in parte ricadenti oltre le 12 miglia, in quanto con la legge di stabilita’ entro le 12 miglia non sara’ piu’ possibile rilasciare altri titoli minerari”.

In tutto, denunciano, “ci sono ben 23 istanze dei petrolieri che interessano praticamente tutto l’Adriatico, con milioni di ettari richiesti”. Di queste “ben 13 istanze di Permesso di Ricerca sono in dirittura d’arrivo, perche’ per 9 il Decreto finale del ministero dello Sviluppo Economico è atteso a momenti e per altre 4 sta per essere emanato il Decreto di Compatibilita’ Ambientale da parte dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali dopo il parere positivo della Commissione Via nazionale dello scorso 15 maggio 2015. Pochi mesi e anche queste istanze saranno quindi definite. Piu’ lungo l’iter che attende le altre 10, di cui sette istanze di permesso di Ricerca e tre di Concessione di Coltivazione”.

Legambiente

“Il nostro mare continua a essere in pericolo. Sono oltre 127mila i kmq di mare in cui 13 compagnie petrolifere, di cui 6 italiane e 7 straniere, intendono avviare attivita’ di ricerca e prospezione per fini petroliferi”. Così Legambiente denunciando la concessione di permessi di prosezione petrolifera nell’Adriatico. “I permessi di ricerca attualmente rilasciati, dall’Adriatico al Canale di Sicilia passando per lo Ionio, sono 16 (compreso l’ultimo della Petrceltic rilasciato dal ministero dello Sviluppo economico a fine anno e che riguarda 373 kmq di mare vicino le isole Tremiti)- spiega Legambiente- per un totale di 6.327 kmq, cui si aggiungono le 38 richieste di permesso di ricerca per un totale di 23.739 kmq e le 8 istanze di permesso di prospezione per circa 96.585 kmq, oltre le 5 richieste di concessione per l’estrazione di petrolio per ulteriori 558,7 kmq”.  Tutto ciò “senza dimenticare le due richieste di nuove piattaforme petrolifere Vega B di Edison nel canale di Sicilia e Ombrina di Rockhopper a largo della costa teatina in Abruzzo».
La Cassazione, conclude Legambiente, “ha riammesso il quesito referendario sul divieto delle attività petrolifere entro le dodici miglia e quindi la questione relativa al mare rimane aperta. Secondo la sentenza della Corte l’emendamento del Governo alla legge di stabilitàripristina il divieto ma lascia ancora aperte alcune questioni determinanti. In particolare sospende e non annulla le richieste avanzate dalle compagnie e rimane vago sulla scadenza dei titoli già rilasciati”.

Wwf
Per il Wwf “E’ necessaria una moratoria sulle trivellazioni su tutto il territorio nazionale sia a mare che a terra sino a quando il Governo non avra’ varato una strategia e un piano su clima e energia che preveda una roadmap per la decarbonizzazione che emancipi il Paese dai combustibili fossili” ricordando che questa “è la principale richiesta avanzata da tempo dagli ambientalisti” e sostenendo che “dopo la COP 21 di Parigi sui cambiamenti climatici, in cui anche l’Italia ha assunto l’impegno di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi” risultando “ormai superata la Strategia energetica nazionale pro-fossili del 2012” che “deve essere sostituita da un Piano climatico-energetico che punti sulle energie rinnovabili, il risparmio e l’efficienza energetica, nel quadro di una piu’ ampia Strategia di decarbonizzazione per tutti i settori”.

Nel campo delle ricerche petrolifere, fa notare Dante Caserta vicepresidente del Wwf, “ormai in Italia regna il caos più totale. Il balletto del divieto di ricerche petrolifere in mare entro le 12 miglia dalla costa e’ emblematico: prima introdotto, poi cancellato e poi nuovamente introdotto. La politica del Governo fatta attraverso provvedimenti spot in un settore che necessiterebbe invece di una ragionata e condivisa pianificazione sta determinando anche una situazione di conflitto, da un lato istituzionale con le Regioni e dall’altro sociale con le comunita’ locali che si vedono completamente scavalcate da decisioni prese dall’alto nel solo interesse dei petrolieri.

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