Sei in: Home › Attualità › Notizie › Il diritto alla salute rischia di diventare un optional
Martedì, 24 maggio 2016

Il diritto alla salute rischia di diventare un optional

guardia-medica

Il diritto alla salute nel nostro paese è sempre meno diritto universale e sempre più condizionato dal dove si è nati/e, dai soldi, dal potere, dalla cultura di cui si dispone.

La politica dell’attuale governo accentua questa questa insopportabile diseguaglianza, invece di affrontarla e superarla. Decenni di definanziamento del Servizio Sanitario Pubblico, con politiche restrittive e punitive sul personale sanitario hanno avuto come effetto la cancellazione di prestazioni sanitarie importanti più accentuate nelle aree meridionali.

In ultimo di tempo si aggiunge, dopo un confronto al tavolo con i sindacati di categoria, la scelta di togliere la copertura del servizio sanitario nella fascia notturna che viene demandato unicamente al medico di emergenza sanitaria (118).

Qui ci siano concesse alcune riflessioni:

1) Quello dell’emergenza urgenza è un sistema già fortemente provato, non omogeneo sul territorio nazionale, colpito anch’esso dai tagli.

2) L’area coperta dal medico di emergenza urgenza corrisponde a quella coperta da più sedi/medici di continuità assistenziale

3) L’emergenza-urgenza è demandata a un gran numero di medici spesso con contratti di lavoro atipico fino ad arrivare all’impiego di medici in formazione specialistica

4) Il medico di emergenza urgenza potrebbe vedersi costretto ad abbandonare improvvisamente, magari durante l’erogazione della prestazione, situazioni previste per  il servizio di guardia medica,  per recarsi su un codice giallo o, peggio, rosso.

Si aggiunga a questo che non si è tenuto conto (se non tiepidamente ammesso il 18 maggio dalla stessa Ministra Lorenzin durante il question time alla camera) che l’Italia è un paese con poche grandi città. Il suo territorio è infatti orograficamente “difficile” con mille piccoli paesi, dove le distanze da coprire sono notevoli.

In queste situazioni le seppur scarse chiamate al servizio di guardia medica, divengono essenziali per poter rispondere al paziente (magari in condizioni di non autosufficienza) senza che debba essere costretto a recarsi ad un pronto soccorso distante decine di chilometri o aspettare a lungo un’ambulanza impegnata in un’emergenza.

Siamo di fronte oggi e ancor più domani ad un cambiamento della domanda di salute: aumento del numero di grandi anziani, delle malattie croniche,  dei casi di non autosufficienza. Il legislatore è posto di fronte a queste nuove  sfide che, se non affrontate in modo critico e concreto, rischiano di veder crollare un sistema fragile quale è quello del Sistema Sanitario Nazionale.

Il modello organizzativo proposto dal decreto Balduzzi (DL 158/2012) intende affrontare il cambiamento della domanda di salute. Le scelte delle Aggregazioni Funzionali Territoriali – Monoprofessionali e le Unità di Cure Complesse Primarie – multiprofessionali e il varo della figura unica professionale che riuniva i medici di medicina generale e i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) con la creazione del ruolo unico, erano  tese alla gestione della cronicità e dell’elevato numero di pazienti anziani sempre crescente e a  favorire la de-ospedalizzazione della popolazione.

Queste scelte, su cui è necessaria una verifica, avevano il merito di non lasciare un vuoto assistenziale nella fascia notturna che va dalle 24 alle 8 del mattino promuovendo le AFT dei medici dell’assistenza primaria (i medici di famiglia con i medici di guardia medica) organizzate in modo continuativo.

Scelta che oggi il governo vuole far saltare.  Questo è mancato rispetto dei LEA, questo  è  abbandono della popolazione più fragile, più bisognosa di cure al vuoto assistenziale. Al contrario, è’ indispensabile creare un sistema  territoriale di assistenza forte per rispondere alla riduzione dei posti letto e all’impostazione dell’ospedale per intensità di cura.

L’augurio è che le AFT, come nel modello originario, tornino ad essere h24, in nome di un paese civile e per mettere al primo posto la salute di tutti e tutte.

Commenti