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Mercoledì, 1 luglio 2015

Il Fondo monetario lo sa già: le misure di austerità lascerebbero alla Grecia ancora un debito insostenibile

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Il Guardian rivela un documento interno della Troika, che nasconde dettagli interessanti. A parte la lista delle misure chieste ala Grecia tra cui l’equivalente di un taglio alle pensioni (e aveva un bel da argomentare il sottosegretario Gozi ieri sera a Ballarò) quello che colpisce è che la Troika è perfettamente al corrente del fatto che seppur la Grecia seguisse le dure prescrizioni, il livello di indebitamento resterebbe insostenibile, con un livello equivalente al 118% del PIL nel 2030.

Questo significa che o si decide una volta per tutte a ristrutturare il debito, magari con una Conferenza Europea, o una procedura di arbitrato in dipendente, e trasparente, e sulla base dei risultati dell’indagine fatta dalla Commissione di Audit del debito del Parlamento Greco, oppure sarà un gatto che si morde la coda. E’ il tema annoso del debito eterno odioso, ed illegittimo. Se non si affronta questo nodo, nel quale la corresponsabilità di creditori e debitori andrà messa a fuoco, si determinerà il livello sotto il quale il debito non andrà pagato, pena la violazione dei diritti umani fondamentali, e si negozierà come ripagare quello definito “esigibile”, permettendo l’afflusso di risorse finanziarie per la ripresa, la Grecia resterà in un vicolo cieco.

Fa specie leggere che altri paesi indebitati, quali Irlanda, Portogallo, o Spagna oggi puntando i piedi, dicendo che avendo loro pagato anche la Grecia dovrà farlo. Fa specie perché nel caso della Grecia è il mandato popolare dato attraverso le elezioni politiche a definire come la Grecia si muove o meno. Quei governi che oggi puntano i piedi sono forse anch’essi governi zombie.

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