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Giovedì, 15 ottobre 2015

Il nuovo bipolarismo da superare

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Si parla molto in questi giorni dell’eventualità che una delle grandi città (Roma, innanzitutto, o Napoli) che andranno al voto in primavera possa essere “conquistata” dal Movimento 5 stelle. Faccio parte di quelli che stanno all’opposizione di Renzi, ma che non condivide né i metodi né la linea politica del movimento. E lavoro per dar vita ad una opzione politica alternativa al renzismo e al grillismo. Ma non per questo ritengo un rischio per la democrazia una eventuale vittoria dei 5 stelle in una città, e vorrei cercare di spiegare il perché.

Considero presente ormai da tempo nel nostro Paese un nuovo bipolarismo, che ha soppiantato quello classico centrodestra/centrosinistra, o, nella variante tipicamente italiana, berlusconismo/antiberlusconismo, e che potremmo definire nella coppia politica/antipolitica (o sistema/anti sistema). Questo nuovo bipolarismo si afferma per ragioni note, che sono rintracciabili anche dentro i cambiamenti di fondo della società italiana, nella trasformazione dei conflitti da orizzontali in verticali, nella crisi di sistema che attraversa la democrazia del nostro Paese, con la scomparsa o il ridimensionamento dei corpi intermedi che abbiamo conosciuto per molti decenni, a partire dai partiti politici e dai sindacati.

La crisi del sistema politico consolidato ha prodotto nel recente passato alcuni significativi elementi di novità: si pensi proprio alle tornate amministrative degli ultimi anni, alle modalità di selezione e di successiva elezione dei candidati sindaci, nel campo dell’allora centro sinistra, con l’affermazione quasi sistematica dei candidati “irregolari”. Se un elemento di somiglianza avevano, i vincitori delle primarie, era questo, ancor di più che l’essere più “di sinistra”: cioè non essere figure di “apparato” e di apparire anzi come interpreti di un possibile rinnovamento. Da Pisapia a Doria, da Zedda allo stesso Marino, i sindaci eletti indicavano, al di là delle indubbie qualità, con molta evidenza, questa tendenza.

Potremmo dire che i sintomi del nuovo bipolarismo c’erano già tutti, ma che all’epoca sembrava ancora possibile che il cambiamento avvenisse all’interno del sistema politico stesso. Finanche la rapida scalata di Renzi prima alla leadership del suo partito e poi a quella del governo, pur nelle evidenti differenze con le esperienze prima citate, avveniva dentro lo stesso schema: il nuovo che batte il vecchio, l’irregolare che batte il regolare. Le vicende degli ultimi anni sono note: la progressiva affermazione dei 5 stelle, la fine del centrosinistra e la progressiva trasformazione delle primarie da spazio contendibile a campo di battaglia tra correnti dello stesso partito (finanche con invasioni di campo, come in Liguria), le difficoltà evidenti, in Italia, di una nuova sinistra (ben diversamente dall’Europa di Siryza, Podemos, Corbyn).

Tutti questi fenomeni, diversi ma correlati, conducono allo stesso punto: un nuovo bipolarismo, che prima attraversava il sistema politico consolidato e che successivamente si è sviluppato sempre più nella coppia sistema-antisistema, anche al di là dell’oggettivo buon governo di alcune esperienze territoriali. L’utilità del voto percepita da molti solo verso il partito di Renzi o verso il Movimento 5 stelle ne è la rappresentazione più evidente. Con la differenza, per l’appunto, che il primo governa quasi dappertutto, complice la crisi strutturale del centrodestra, e l’altro no. È anche in virtù di questo “vantaggio” che il secondo cresce elettoralmente, non più soltanto nei sondaggi. Personalmente credo che questa crescita non si fermerà fin quando non si misurerà con la responsabilità del governo.

Per queste ragioni non mi spaventa una vittoria dei 5 stelle in una delle grandi città. Perché in un caso, cioè se quel movimento riuscisse poi a governare bene, farebbe gli interessi di quella città. Ma se anche dovesse governare male, dovesse fallire, o più semplicemente dovesse riscontrare le stesse difficoltà di quelli che c’erano prima, certo, si pagherebbe un prezzo.

E lo pagherebbero innanzitutto i cittadini di quella eventuale città. Ma almeno si ricondurrebbe il nuovo bipolarismo politica/antipolitica su un crinale più utile alla traballante democrazia del nostro Paese, attraversata oggi dalla demagogia dal basso dei grillini e da quella dall’alto del renzismo, che a me sembrano, sempre di più, due facce della stessa medaglia. Il superamento di questo schema è l’unico modo per far tornare al voto tutti quelli che, non condividendolo, hanno scelto la strada dell’astensionismo. E sono, purtroppo, sempre di più.

Fonte Huffington Post

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