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Sabato, 9 gennaio 2016

La Cassazione boccia Renzi: ammesso il referendum sulle trivellazioni in mare

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L’emendamento alla Legge di Stabilità introdotto dal Governo rispetto ai permessi di prospezione e coltivazione di idrocarburi “non soddisfa la richiesta referendaria” delle Regioni ‘no trivelle’ perchè “in altri termini, la elude, in quanto la modifica voluta dal Governo, pur facendo salvi i permessi e le concessioni gia’ rilasciati, ne allunga arbitrariamente la durata”. In questo modo, “i permessi di ricerca non avrebbero piu’ scadenza alcuna e di fatto resterebbero ‘congelati’ in attesa di tempi migliori”. Per questa ragione, il Coordinamento nazionale No Triv sta per indirizzare al ministero dello Sviluppo economico “una diffida, affinchè chiuda definitivamente tutti i procedimenti attualmente in corso relativi a progetti petroliferi ricadenti entro le 12 miglia marine”.

Cosi’ in una nota il Coordinamento nazionale No Triv, commentando la decisione di ieri dell’ufficio centrale per i referendum della Cassazione che, proprio in base alle modifiche introdotte con la legge di Stabilità, pur avendo lo scorso 26 novembre dichiarato conformi i sei quesiti referendari contro le trivelle presentati dalle Regioni interessate, ha disposto che solo uno dei sei quesiti mantiene i requisiti di conformità. In altri termini la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i referendum che riguardano lo Sblocca Italia mentre viene ammesso quello che riguarda le misure del decreto Sviluppo sul limite alle trivellazioni entro 12 miglia marine. Per chiedere un referendum per abrogare le norme che consentono le trivellazioni 10 Regioni hanno depositato quesiti referendari: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Sui quesiti referendari dovrà pronunciarsi la Corte Costituzionale la prossima settimana.

 

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