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Mercoledì, 7 ottobre 2015

La discarica di Celico, una ferita ancora tutta da risanare

Celico

Nonostante la forte pioggia i cittadini lo scorso 24 settembre non hanno fatto mancare il loro sostegno alla fiaccolata per chiedere la chiusura definitiva della discarica situata in località Contrada San Nicola. Ma dallo scorso 1° ottobre con una ordinanza urgente l’impianto ha ripreso a lavorare.

La fiaccolata, organizzata dal Comitato ambiente presilano, che ha lanciato l’hashtag #oraomaipiù, voleva essere un chiaro messaggio inviato al Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio: “Si è trattato di un forte segnale inviato ad Oliverio da parte di una popolazione stanca di subire l’arroganza di chi continua ad utilizzare una discarica che negli anni ha ricevuto le autorizzazioni ad operare pur in assenza di requisiti fondamentali, ad iniziare dalle distanze minime dai centri abitati. Questo territorio ha già dato, pagandone un prezzo altissimo, raccogliendo 115.000 metri cubi di rifiuti con la vecchia discarica e 1700 tonnellate la settimana negli ultimi due anni con la nuova. Dall’ 1 ottobre 2015 la discarica DEVE chiudere.
Se non lo farà la regione ritirando l’AIA lo farà la popolazione presilana con in testa i sindaci”.

Nei posti che diedero i natali, intorno alla metà dell’anno 1100, all’abate e teologo Gioacchino da Fiore sorge ora una delle discariche più contestate degli ultimi decenni.

A tal proposito il Sindaco di Casole Bruzio (Cs) Salvatore Iazzolino, un comune calabrese risultato molto virtuoso e attento alle “buone pratiche” ambientali, vincitore a Roma lo scorso luglio del premio XXII edizione di “Comuni Ricicloni” di Legambiente per i comuni sotto i 10000 abitanti (“campione regionale” con l’89,9% di raccolta differenziata), si è espresso nettamente: “La questione della discarica di Celico ci restituisce l’immagine di una regione che in materia di gestione dei rifiuti non riesce purtroppo ad invertire la rotta rispetto alle fallimentari esperienze commissariali e della giunta Scopelliti. Una regione che negli ultimi venti anni non ha saputo investire risorse utili per adeguarsi alle direttive comunitarie in materia di discariche e che continua a rimanere in balia di lobby ed interessi privati. Una situazione che oggi non è più sostenibile. Non è più tollerabile esporre interi territori al rischio malattie o costringere le popolazioni che su di essi insistono ad una qualità della vita bassissima a causa delle emissioni maleodoranti.”

in-piazza

Anche a livello parlamentare Sinistra Ecologia Libertà, in data 15 settembre, ha presentato un’interrogazione parlamentare a risposta scritta a prima firma dell’On. Celeste Costantino nel quale si ricordava che “in passato lo stesso territorio del cosentino è stato interessato da problematiche relative a una vecchia discarica, oggi dismessa, che si trovava nella contrada San Nicola di Celico. In tale sito si è registrata la fuoriuscita non controllata e documentata di percolato con grave nocumento per l’ambiente circostante”

A tal proposito l’interrogazione di Sel si rivolge con la domanda al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare: “Sono stati effettuati alcuni prelievi e, sulla base delle risultanze emerse da tali analisi, è stato deciso di predisporre una semplice messa in sicurezza del sito e non la bonifica come ci si sarebbe attesi – : se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, siano a conoscenza della grave situazione esposta in premessa in cui versa la cittadinanza di Celico; come mai non sia stato apposto un vincolo paesaggistico-ambientale da parte della Soprintendenza, vincolo riconosciuto nel 1988 dal Corpo forestale dello Stato.”

Un’assemblea pubblica, lanciata dal Comitato Ambiente Presilano, ha inoltre deciso, dal 1° ottobre, l’allestimento di un presidio informativo allo svincolo della SS 107 di Celico grazie al quale ha già ottenuto una prima sospensione dello sversamento dei rifiuti in discarica oltre che nell’impianto. Ma purtroppo tutto ciò non è sufficiente e senza il ritiro, in autotutela, dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) alla ditta MiGa Srl., per l’adeguamento e l’ampliamento del polo industriale per la lavorazione dei rifiuti, tutto tornerà come prima.

“È indispensabile” continua il Sindaco del comune presilano “scuotersi dall’immobilismo a tutti i livelli, liberarsi dalle croniche emergenze in materia di rifiuti e dei conseguenti disastri ambientali. Ad oggi, in Calabria, la discarica rappresenta la principale opzione di gestione dei rifiuti, poiché economicamente vantaggiosa. Per questo è necessario ripensare ad un nuovo sistema di incentivi e disincentivi per fare in modo che prevenzione e riciclo risultino più convenienti, anche a livello economico, rispetto allo smaltimento in discarica. La formula chiave è quella di tartassare lo smaltimento in discarica, eliminare gli incentivi per il recupero energetico dai rifiuti, incentivare il riciclo perché diventi più conveniente del recupero energetico e promuovere una serie di politiche di prevenzione con il principio «chi inquina paga».”

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