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Venerdì, 1 agosto 2014

La mobilitazione dei lavoratori ha impedito la chiusura di Gela

gela

Grazie alla mobilitazione di questi giorni, i lavoratori e le lavoratrici dell’Eni hanno impedito la chiusura dello stabilimento di Gela. Eni è dovuta tornare sui suoi passi e ha riconosciuto l’accordo del 2013 che prevede 700 milioni di investimenti nella raffinazione e si è impegnata a riavviare l’impianto, condizione necessaria e indispensabile per discutere di qualsiasi prospettiva industriale.

Il governo adesso ha il compito di vigilare affinché l’importante accordo sottoscritto oggi al ministero sia rispettato fino in fondo. La chiusura di Gela avrebbe messo in crisi l’intero impianto strategico della chimica e della raffinazione in Italia. Eni è la più grande azienda italiana e non si può essere leader nel mondo e disinvestire nel proprio paese. Proprio ieri lo Svimez ha denunciato la desertificazione industriale e umana che sta mortificando il mezzogiorno. Se non ora quando il governo ha intenzione di discutere di politica industriale, nuovo modello di sviluppo, piano nazionale per il lavoro e interventi per il mezzogiorno? A settembre su questi temi, si dedichi una sessione straordinaria del Parlamento.

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