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La vera emergenza: disoccupazione ai livelli del 1977. Record tra i giovani: 40,1% senza lavoro

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Disoccupazione record tra i giovani: il tasso dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 40,1%, un livello record, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 5,5 punti nel confronto tendenziale.
Secondo i dati Istat, il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 127 mila, aumenta dell’1,4% ad agosto rispetto al mese precedente (+42 mila) e del 14,5% su base annua (+395 mila). Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,5 punti nei dodici mesi. Ad agosto scorso gli occupati sono 22 milioni 498 mila, sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente e in diminuzione dell’1,5% su base annua (-347 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 0,8 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima.

Ad agosto scorso tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 667 mila e rappresentano l’11,1% della popolazione in questa fascia d’età. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente (-42 mila unita’) e dello 0,8% rispetto a dodici mesi prima (-113 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,2 punti su base annua. Ad agosto l’occupazione maschile diminuisce dello 0,4% in termini congiunturali e del 2,8% su base annua. L’occupazione femminile cresce dello 0,5% rispetto al mese precedente e dello 0,4% nei dodici mesi. Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,7%, diminuisce di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,9 punti su base annua. Quello femminile, pari al 47,1%, aumenta di 0,2 punti in termini congiunturali e di 0,3 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima. Rispetto al mese precedente la disoccupazione cresce sia per la componente maschile (+1,7%) sia per quella femminile (+1,0%).

Anche in termini tendenziali la disoccupazione cresce sia per gli uomini (+18,9%) sia per le donne (+9,4%). Il tasso di disoccupazione maschile, pari all’11,7%, aumenta di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,9 punti nei dodici mesi; quello femminile, pari al 12,9%, aumenta di 0,1 punti rispetto al mese precedente e di 0,9 punti su base annua. Il numero di inattivi diminuisce nel confronto congiunturale per effetto del calo della componente femminile (-0,7%), mentre aumenta quella maschile (+0,4%). Anche su base annua si osserva una crescita dell’inattivita’ tra gli uomini (+1,7%) e un calo tra le donne (-2,1%).

La disoccupazione record ha spinto oltre 400mila italiani laureati, titolari di diplomi universitari e dottorati di ricerca a lasciare l’Italia e vivere all’estero. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati dell’Ocse in occasione della diffusione dei dati Istat sull’occupazione ad agosto che evidenziano il record della disoccupazione giovanile. Il 7,9 per cento dei ‘cervelli’ italiani – sottolinea Coldiretti – e’ gia’ stato costretto a emigrare all’estero anche per trovare migliori opportunita’ di lavoro che l’Italia non sembra essere in grado di offrire. La situazione potrebbe peggiorare a breve con il 59 per cento dei giovani studenti che si e’ dichiarato pronto a espatriare perche’ non vede nel futuro prospettive occupazionali in Italia, secondo l’analisi Coldiretti/Swg. Con la fuga dei giovani cervelli all’estero viene a meno il necessario ricambio generazionale e si mette a rischio la ripresa dell’Italia che – sottolinea Coldiretti – e’ nelle mani di una classe dirigente impegnata nella politica, nell’economia e nella pubblica amministrazione che ha una eta’ media di 58 anni, la piu’ alta tra tutti i Paesi europei. I dirigenti piu’ anziani si trovano peraltro nel mondo economico dove il record e’ fatto segnare dagli istituti di credito, con l’eta’ media dei presidenti e degli amministratori delegati dei principali gruppi bancari italiani che sfiora i 70 anni. Il rischio – conclude Coldiretti – e’ che a essere vecchie siano soprattutto le idee con le quali si vuole affrontare la crisi perche’ l’Italia ha bisogno di pensare al futuro secondo prospettive di lungo periodo che troppi “potenti” non hanno.

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