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Mercoledì, 18 novembre 2015

L’Atlante infanzia di Save the children: triplicati in 10 anni i minori che vivono in povertà assoluta in Italia

infanzia

L’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore è triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8 per cento all’8,5 per cento, per un totale di oltre 1 milione di bambini colpiti. Nel Mezzogiorno la povertà assoluta è più estesa – pari al 9,3 per cento contro l’8,3 per cento di famiglie povere assolute al Nord – e riguarda soprattutto famiglie italiane a differenza della povertà al Nord, in crescita nell’ultimo anno, alla quale contribuisce in gran parte il fenomeno migratorio. Lo sottolinea il sesto Atlante infanzia di Save the children, presentato a Roma, che parla in questo caso di “bambini senza Stato”, perche’ a fronte di queste forti difficoltà economiche, “continuano a essere esigue le risorse stanziate per l’infanzia: la spesa sociale nell’area famiglia e minori e’ molto piu’ bassa della media europea, con 313 euro pro-capite, a fronte di 506 euro in media in Europa e dei 952 euro pro-capite della Germania”.

Se poi si considera l’investimento nei servizi erogati dai comuni – aggiunge l’associazione -emergono allarmanti differenze, come racconta la mappa su i baratri della spesa sociale: si va dai 242 euro pro-capite di spesa per l’area famiglia e minori in Trentino ai 20 euro pro-capite della Calabria, a fronte di una media nazionale di 113 euro . A livello provinciale, colpiscono le disparità tra i 393 euro pro-capite di Trieste e i 350 di Bologna e gli 8 euro a testa di Vibo Valentia, i 18 di Crotone, i 20 di Cosenza e Avellino.

Secondo il rapporto anche la fotografia del sistema scuola presenta molte criticità, a partire dalla penuria del tempo pieno, garantito, in media, solo nel 31,6 per cento delle classi della scuola primaria (ma in Molise, Sicilia, Campania, Abruzzo e Puglia si scende sotto il 20 per cento), e nel 20 per cento di quelle della scuola secondaria di primo grado, dove peraltro in molti casi le attivita’ pomeridiane sono a pagamento. “A macchia di leopardo” anche la presenza del servizio di mensa scolastica, un bene raro soprattutto negli istituti principali delle regioni del Mezzogiorno – Sicilia (49 per cento), Campania (51 per cento) e Puglia (53 per cento).

«Le carenze dell’offerta educativa emerse dall’Atlante mostrano come il nostro paese abbia creduto in questi anni troppo poco al ruolo strategico della formazione ma e’ dallo sviluppo del capitale umano, che bisogna partire per dare un futuro a milioni di bambini e strapparli alla violenza e arroganza criminale», commenta Valerio Neri, direttore di Save the children. «Con la legge di stabilità per la prima volta, seppure con un budget ancora non adeguato, il tema della povertà minorile entra nell’agenda di governo e è di particolare rilievo la costituzione di un fondo ad hoc sulla povertà educativa», aggiunge Raffaela Milano, direttore dei programmi dell’organizzazione. «Speriamo che si garantisca, alla prova dei fatti, un vero rigore nella attuazione di queste misure, con adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione di impatto. Occorre mobilitare su obiettivi comuni il grande patrimonio educativo che comunque fortunatamente c’è nel nostro paese. Allo stesso tempo, occorre dare spazio e fiducia ai bambini, ai ragazzi e alle ragazze, affinche’ possano essere non i fruitori, ma i protagonisti di questo impegno», conclude.

E poi altri dati drammatici. Nel nostro paese circa 1 bambino su 20 non può contare su due paia di scarpe l’anno (di cui almeno uno utilizzabile in ogni stagione) e non riceve un pasto proteico al giorno. Quasi 1 su 10 vive in famiglie che non possono permettersi di invitare a casa i suoi amici, festeggiare il suo compleanno, comprargli abiti nuovi, libri non scolastici, mandarlo in gita con la sua classe. 1 su 6 non ha la possibilità di frequentare corsi extrascolastici (musica, sport, ecc), quasi 1 su 3 di trascorrere almeno una settimana di vacanza lontano da casa. Solo 3 bambini su 10, che frequentano la scuola primaria, hanno il tempo pieno a scuola e nel 40% degli istituti scolastici principali non c’è il servizio mensa.

Migliaia di minori pagano un prezzo altissimo all’illegalità e corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi – come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera – e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. 546.000 gli under 18 – il 5,4% della popolazione 0-17 anni – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni (mappa dei minori senza Consigli e Nascere nella Locride), soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia.