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Lunedì, 21 dicembre 2015

Lotta all’evasione fiscale, primo punto di programma per una Sinistra

soldi-euro

“Da imprenditore il peggior concorrente che ho è chi non paga le tasse o evita in tutti i modi di farlo” cosi sostiene Giorgio Squinzi: mica un iscritto a SEL,bensi il potentissimo presidente di Confindustria Italiana .Tra le more del rapporto del Centro studi della Confederazione generale dell’industria italiana si legge testualmente “l’Evasione blocca lo sviluppo economico e civile del Paese”. Dovendosi calcolare nel 7,5% del PIL nazionale la cifra astronomica dell’evasione fiscale in Italia. Ulteriormente tradotto siamo a circa 122 miliardi di euro. In altri termini nella suddivisione viene calcolato che circa 40 miliardi vengono sottratti attraverso il mancato versamento dell’IVA per concludere con i 35 miliardi di mancati versamenti di contributi previdenziali. Quello che non viene citato è che la maggior parte del gravame fiscale ricade sui dipendenti pubblici e sulle pensioni. Ovvero nella nostra Penisola paga di più chi guadagna di meno. Con buona pace dell’art 53 della Costituzione Repubblicana: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

In altri termini per citare uno slogan in uso di recente nella nostra Città se “pagassimo tutti e pagassimo il giusto” in pochissimo tempo si potrebbero abbassare le aliquote in senso orizzontale e determinare la creazione di migliaia di posti di lavoro. Questo implica una completa inversione di tendenza delle politiche in auge negli ultimi vent’anni, imperniate viceversa su un individualismo spinto che nelle idee di perequazione o meglio di “uguaglianza” intravede lo spettro del ritorno dei fantasmi bolscevichi! Ed è su queste ipotesi invece che bisognerà ricostruire la Sinistra del futuro,capace di riannodare i nessi tra cause (le disuguaglianze) ed effetti (la precarietà di vita della maggioranza dei cittadini) lottando sul campo contro chi semplifica il messaggio con “tutti ladri” e quindi lasciamo tutto cosi come si trova, in realtà nasconde, volontariamente od involontariamente, quanto sopra definito: a guadagnarci in concreto sono gli evasori e gli elusori. Rispetto a tantissimi che stentano a far quadrare pranzo e cena. Da questa differente prospettiva si coglie meglio il senso della tassazione sotto forma di tributi demandate alle amministrazioni locali. Ed ancor di più si colgono i nessi esistenti tra i tagli ai servizi pubblici essenziali ed evasione fiscale. In aggiunta le enormi disponibilità di questi delinquenti inamidati ,accresciute dalla propensione alla corruzione (circa 60 miliardi annui), determinano con facilità il flusso di consenso verso candidati direttamente vincolati ai loro interessi.

Una Sinistra che sia prima ancora di una “Cosa Rossa” una “cosa seria” deve porre al primo punto del proprio programma la lotta senza quartiere all’evasione fiscale dei ricchi per poter redistribuire sotto forma di servizi e tutele per i meno fortunati ovvero la maggioranza della popolazione.

L’inversione di tendenza è già iniziata, dopo due decenni di trionfo del pensiero unico dominante, quello sintetizzato dalla Lady di Ferro  “non esistono classi bensi solo individui”, in Europa rinascono formazioni politiche che accendono gli animi sui nuovi paradigmi dell’uguaglianza: Podemos in Spagna,Sinn Fein in Irlanda, Syriza in Grecia, Linke in Germania…e soprattutto la imprevista leadership di Corbyn che ha cestinato il new-labour di Blair (stella polare dei renziani ). In Italia per decenni patria del più forte partito comunista dell’occidente è mai possibile che sia stato smarrito, oltre alla storia ed alla memoria, anche il futuro?

*Assemblea Nazionale SEL

Commenti

  • Francesco

    Hai toppato ancora una volta.Da contribuente dico che Giorgio Squinzi , presidente di confindustria e proprietario della Mapei che impianta le aziende all’estero (23 nei Paesi europei ed extra-europei e solo sette in Italia) non ha diritto di parola.
    Evade il fisco italiano “legalmente” grazie alla globalizzazione del Capitale.
    Il Capitale, capisci?
    Francesco, il primo.