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Venerdì, 2 maggio 2014

Marche, Vendola con i lavoratori della Haemonetics: se povertà e disoccupazione prevalgono rischio notte democrazia

nichi

«La gioventù che ci guarda è come se chiedesse come abbiamo fatto a portare il Paese nella notte della democrazia. Una notte che può  finire molto male». Lo ha detto il governatore della Puglia Nichi Vendola parlando ai lavoratori della Haemonetics, che da 200 giorni presidiano la fabbrica di sacche per il plasma temendo un trasferimento dei macchinari in Malaysia. 

«Perché è possibile a una multinazionale americana venire qua, comprarsi un’azienda, spargere sul territorio incenso, riempire di promesse e dare aspettative a 185 famiglie facendo credere che siamo di fronte a una di quelle svolte che cambia il destino di un territorio e poi improvvisamente si ferma tutto?». Si chiede il leader di Sel. «Io non me la prendo con l’azienda, ma con chi glielo ha concesso, con chi non lo impedisce», ha aggiunto, evidenziando poi un paradosso: «Se uno fa i conti si rende conto che certe volte un lavoratore ha finanziato il proprio licenziamento. In nome della globalizzazione siamo infatti chiamati a metterci sulle spalle oneri di ristrutturazioni aziendali, di segmenti di apparati produttivi ed economici in cui il prodotto finito è il licenziamento dei dipendenti. Per cui voi operai avete pagato, magari con contratto solidarietà, magari avendo assunto per un attimo le responsabilità di un padrone che dice che non ce la fa. Vi siete fatti carico di una contrazione dei salari e in questo modo avete dato, involontariamente, il tempo al padrone di prendere fiato e preparare il grande colpo, lo stabilimento progettato in Malesia».

Nichi Vendola è nelle Marche per alcuni incontri elettorali in vista delle Europee. Lo accompagna Marco Furfaro candidato per la lista l’Altra Europa con Tsipras nella circoscrizione centro.  «Povertà, disoccupazione, recessione, quando diventano fenomeni di massa – ha detto Vendola – vedono uscire dalle fogne ogni sorta di veleno, di infezioni. E tutta l’Europa oggi è piena di infezioni come quelle che ci sono state negli anni Trenta. Alla povera gente, alla gente spaventata si deve offrire una diagnosi precisa, di che cosa e chi è responsabile di questa situazione, e indicare una prospettiva, una lotta. Se non lo fa il sindacato, se non lo fa la politica lo faranno i populisti che non indicheranno una soluzione, ma indicheranno una guerra. Un film già visto che mi spaventa molto».

Secondo il leader di Sel lo Stato deve tornare a fare delle «scelte serie di politica industriale, puntando su settori come il biomedicale, la salute, la farmaceutica che hanno mercato e possono creare e mantenere occupazione».

«Il nostro Paese può ripartire solo se si sbloccano i 50 miliardi di euro che sono fermi a causa delle regole imposte dal Patto di stabilità. Queste enormi risorse, coordinate con una nuova politica industriale, potrebbero da subito rilanciare economia e occupazione, cominciando ad esempio dalla realizzazione di un nuovo sistema di welfare ambientale, con un piano straordinario di manutenzione del territorio che coinvolga anche le scuole e tutti i beni pubblici».  

Il video è di Cristiano Pietropaolo dal sito www.picenooggi.it