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Giovedì, 19 maggio 2016

Mozione Pd a favore degli oratori. Fattori e Sarti: Siamo nelle mani di Dio? Un arretramento delle istituzioni nelle politiche sociali e il congedo dalla laicità

regione toscana

Il Partito Democratico ha presentato in Aula una mozione che impegna la Giunta regionale ad attivarsi per sostenere le attività degli oratori ed in particolare quelle svolte nei confronti di bambini e adolescenti, inserendo tali attività all’interno della programmazione regionale (L.R.T. n.1/2005). La mozione è stata approvata con il voto favorevole di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, con l’astensione del M5S e il solo voto contrario di Sì Toscana a Sinistra.

Nella mozione c’è scritto che si intende premiare la “funzione sociale, aggregativa ed educativa” degli oratori, alla luce del principio di sussidiarietà per cui gli oratori sono chiamati a svolgere funzioni di “supplenza sociale, assistenza al disagio e supporto all’inserimento culturale e scolastico”.

Commentano i due consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Si Toscana a Sinistra): “Lasciamo da parte i terribili scandali che hanno coinvolto i bambini negli oratori, fingiamo di dimenticare che gli oratori hanno l’ obiettivo di evangelizzare la popolazione, obiettivo legittimo ma che non può essere sposato da uno Stato laico, e diamo per tramontata la laicità che dovrebbe ispirare forze politiche che si dichiarano di centro-sinistra, non possiamo tuttavia non denunciare il progressivo ritiro delle istituzioni da una serie di funzioni che fondano lo Stato sociale sancito nella nostra Costituzione. Funzioni pubbliche oggi progressivamente delegate al privato, compreso il privato confessionale, come già accade nella scuola. Un arretramento evidente costruito anche attraverso il definanziamento e il sottodimensionamento dei servizi sociali comunali. Ci sarebbe piaciuto, a questo punto, che in un atto di questo tipo fossero state almeno contemplate anche le altre forme di solidarietà sociale promosse dai cittadini, siano esse le associazioni, i circoli, i centri sociali, le Case del Popolo oppure, perché no, altre dimensioni aggregative religiose diverse da quella cattolica.”T

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