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Sabato, 27 giugno 2015

Papere in autogestione e le nutrie grilline

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E’ del 9 giugno la notizia che il Dipartimento ambiente del comune di Roma cerca volontari per la gestione di 27 parchi urbani, per lo più custodi, che si occupino quindi di aprire e chiudere i cancelli dei parchi, controllare il deflusso delle persone e controllare che alla chiusura non ci sia nessuno all’interno. Volontari, ma con un piccolo rimborso spese, a seconda delle capacità di ognuno di mettere a disposizione il proprio tempo e i propri mezzi. Sì, perché il rimborso aumenta se il volontario è automunito.

Una proposta che andrebbe presa per quello che è, ossia una cagata, ma segna un dato di avvicinamento inaspettato tra le politiche messe in atto negli ultimi vent’anni e il M5S. Partendo da due concetti completamente opposti, da una parte la necessità di gestire un bene pubblico a costo zero, dall’altra la battaglia per il reddito di cittadinanza ostentata dai parlamentari grillini ad ogni occasione. Possono sembrare due questioni diverse e in un certo senso antitetiche, ma analizzandole, neanche troppo approfonditamente si vanno ad incontrare in un punto ben preciso: il lavoro può anche non essere retribuito.

Il Dipartimento ambiente capitolino esprime una necessità logistica, appoggiandosi sulla teoria ormai diffusa che il lavoro può anche non essere retribuito, tanto qualche pensionato in cerca di un piccolo extra lo troviamo facile e chi se ne frega se fino a ieri, o oggi, sono spariti tanti di quei soldi che avrebbero reso la reggia di Versailles un giardino di periferia rispetto alle ville e ai parchi di Roma. Sempre che non si decida di sgomberare anche le papere dal laghetto di Villa Borghese e di questi tempi non è detto che non possa succedere. Insomma, lavoro a costo zero e un misero risultato in termini di cura e “decoro” del verde della Capitale.Ma che c’entrano i grillini?  Lo starete pensando ormai, almeno spero.

Ecco, i parlamentari dei 5stelle sono come le nutrie, fanno solo danni. Leggendo la loro proposta sul reddito di cittadinanza esce fuori che il beneficiario dovrà offrire un contributo lavorativo in favore della collettività per 8 ore settimanali, oltre ad altre assurdità tipo “dimostrare di svolgere attività di ricerca del lavoro per almeno 2 ore al giorno, anche tramite servizi informatici (portale nazionale) controllati dallo Stato”. (Nunzia Catalfo, senatrice M5S) Controllati dallo Stato? Sì, avete letto bene. Neanche “Baffone” avrebbe osato tanto. E che significa? Mi mettono sotto controllo la connessione? Inseriscono l’obbligo di firma ai centri per l’impiego? Il mio PC verrà piantonato da un ufficiale giudiziario? Facendo calcoli non troppo complicati si arriva ad un totale di 22 ore settimanali, festivi inclusi.

Dunque il reddito diventa la paghetta che lo Stato ti da se ti comporti bene e non un diritto, non più uno strumento di liberazione del ricatto ma lo strumento per creare una esercito di disoccupati cronici che svolgono mansioni “socialmente utili”, riproponendo il concetto per cui la povertà è una colpa individuale e se non vuoi campare di stenti devi renderti utile, a qualsiasi costo.Insomma, una lotta contro la casta dei disoccupati, che come tutti sappiamo, ci godono a non avere un lavoro o vivere con degli stipendi da fame. Questo manipolo di rivoluzionari è andato così avanti nell’elaborazione sul reddito che ora si sono ritrovati al punto di partenza, scavalcati anche dal Dipartimento ambiente del comune di Roma, che almeno ha avuto il buon gusto di chiamarli “volontari”.

*Tilt!

 

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