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Giovedì, 26 novembre 2015

Per il nuovo soggetto una sfida ecologista che guardi all’Europa

manifestazione-vertice-clima

Per la prima volta dopo anni la nascita del gruppo parlamentare di Sinistra Italiana, con l’assemblea del Quirino, mette in relazione la domanda di partecipazione con un’offerta politica di sinistra.

Certo i soggetti politici non nascono da una fusione parlamentare né la cultura della sinistra può oggi essere rappresentata simbolicamente solo da una parola che rischia di essere schiacciata nel passato novecentesco. Da lì dobbiamo partire per affermare che c’è bisogno di molto altro.

Intanto per affermare che non c’è sinistra nel XXI secolo se questa non assume la questione ecologista nella sua autonomia e capacità di qualificare un orizzonte ideale ed etico oltre che programmatico.

Sia chiaro: non si tratta per gli ecologisti di ritagliarsi uno spazio tematico, ma di sfidare definitivamente la sinistra nella costruzione con il nuovo soggetto, finalmente, di un partito ecologista in relazione organica con i verdi in Europa, oltre che con la sinistra europea.

A Roberto Della Seta mi viene da dire e da chiedere: gli ecologisti possono limitarsi a fare l’esame del sangue a quanto di verde c’è nella sinistra italiana oppure dobbiamo accettare la sfida per un egemonia culturale e di visione nel nuovo soggetto? Io penso che accettare questa sfida sia essenziale per il futuro dell’ecologismo politico in Italia oltre che per un successo di questa proposta di sinistra.

Il rischio di fare di Sinistra Italiana un partitino senza partecipazione e di matrice socialdemocratica è evidente; per questo penso che dobbiamo investire l’assemblea costitutiva di gennaio 2016 di una sovranità costituente così come non possiamo rassegnarci alle strade separate con il movimento di Civati, portatore di una cultura politica non tradizionale.

Sel in questi anni, non solo nel nome, ha fatto dell’incontro tra sinistra ed ecologisti il terreno più avanzato di questa necessità, ma certamente dobbiamo andare oltre.

Il tema della cittadinanze delle culture politiche nel nuovo soggetto della sinistra si risolve con la partecipazione, l’innovazione e un modello organizzativo sobrio e fondato sul mutualismo. Dobbiamo lavorare molto in questa direzione attingendo nel meglio delle culture politiche ambientaliste, pacifiste, femministe.

La Sinistra Italiana, o come si chiamerà dopo l’assemblea di gennaio, deve essere un laboratorio di idee e mobilitazioni capaci di guardare all’Europa e ai suoi movimenti più coraggiosi nelle sperimentazioni democratiche.

Intanto abbiamo una importante occasione di mobilitazione concreta che incrocia tre grandi questioni: il vertice di Parigi sul clima, il divieto per le manifestazioni previste a Parigi, la lotta contro la guerra.

La manifestazione del 29 novembre a Roma per il clima è un appuntamento degli ambientalisti e per tutta la sinistra. Ci vediamo in piazza.

*presidente assemblea nazionale Sel

Dal quotidiano il Manifesto

Commenti

  • Francesco

    La parola “Sinistra”, priva di un aggettivo qualificante e inequivocabile, è un bugno vuoto e fuorviante insieme, inquinata da troppo tempo da declinazioni cervellotiche e di comodo, degne dello stile camaleontico di Nichi Avendola.
    Si parte immancabilmente da una fusione parlamentare. Dunque, la Sinistra che si vuole costruire , sarà un crogiolo in cui poter riciclare qualsiasi rottame, un ” voucher” che consentirà a vecchie e nuove cariatidi di accedere agli scanni ovattati dei centri apicali delle istituzioni, alimentando così un nuovo ceto di aspiranti al sospirato vitalizio.
    A supporto di quanto detto c’è il comportamento palese di molti aderenti al “nuovo” progetto che già rivestono cariche pubbliche nelle amministrazioni regionali e comunali, dove sottoscrivono qualsiasi carta che il “piddino” di turno gli mette sotto il naso pur di conservare deleghe e cadreghe.
    Agli scettici e ai dubbiosi suggerisco (turandosi preventivamente il naso) di effettuare una radiografia ad ampio spettro nella “governance” periferica (con internet oggi è possibile) passando, tanto per cominciare, da Milano, Bologna, Cagliari, il B.A.T. fino all’estremo sud.
    Per concludere ricordo a tutti gli smemorati che una vera Sinistra si occupa di difendere unicamente gli interessi delle classi subalterne (il proletariato, lo dice Marx) e non cercare di conciliarli per governare l’esistente nelle istituzioni dominate dai Partiti che sono espressione diretta della moderna borghesia.Infatti, “Partito”, dal punto di vista etimologico, significa ” di parte”. Di classe e comunista, aggiungo.
    Francesco, il primo.

  • Mauro Romanelli

    Grandissimo Paolo, sottoscrivo ogni parola. Mauro Romanelli

  • Enrico Matacena

    Mi piace la posizione diì Paolo Cento, ma riguardo Civati, uno come quello è meglio perderlo che guadagnarlo, Civati coi suoi referendum suicidi che per fortuna non hanno raccolto le firme, il suo narcisismo autoreferenziale ,e il suo viscerale settarismo può essere solo di danno alla sinistra, senza apportare nessun contributo utile. Perciò abbandoniamo civati alla sua megalomania che tra 3 mesi non si sentirà nemmeno più parlare di lui .