Sei in: Home › Attualità › Notizie › Referendum no Triv. Greenpeace, WWF, Comitato No Triv e Legambiente: schiaffo alla democrazia. Appello al presidente Mattarella per election day
Giovedì, 11 febbraio 2016

Referendum no Triv. Greenpeace, WWF, Comitato No Triv e Legambiente: schiaffo alla democrazia. Appello al presidente Mattarella per election day

Trivelle

Associazioni e comitati insorgono contro la decisione del governo di far svolgere il referendum il 17 aprile.

Coordinamento nazionale No Triv: uno schiaffo alla democrazia

Nel Consiglio dei Ministri di ieri sera, il Governo ha fissato la data per il voto referendario al prossimo 17 aprile, non accogliendo così la richiesta avanzata dalle Associazioni e dai Comitati ambientalisti, dalle Regioni e dai Parlamentari di accorpare il referendum alle prossime elezioni amministrative.

In questo modo, il Governo decide di buttare via circa 360 milioni di euro di denaro pubblico.

Ed è paradossale che nello stesso Consiglio dei Ministri di ieri si sia deciso, per un verso, di bruciare 360 milioni di euro e, per altro verso, di rinviare l’adozione di un provvedimento finalizzato all’erogazione di un indennizzo in favore dei risparmiatori truffati da Banca Etruria, per un importo pari a 200 milioni di euro.

La campagna referendaria si aprirà formalmente solo con il decreto di indizione del Capo dello Stato e solo a partire da quel momento i mezzi di comunicazione di massa saranno tenuti a concedere ai delegati regionali gli spazi previsti.

D’altra parte, dinanzi alla Corte Costituzionale pendono ancora due conflitti di attribuzione promossi dalle Regioni nei confronti del Parlamento e dell’Ufficio Centrale per il Referendum (Cassazione), che la Legge di stabilità non aveva soddisfatto. Nel caso l’esito del conflitto di attribuzione fosse positivo si voterebbe per altri due quesiti, uno relativo al piano delle aree e l’altro alla durata dei titoli in terraferma.

Il Coordinamento Nazionale No Triv si appella al Capo dello Stato Mattarella osservando:

– che l’Election Day è assolutamente necessario al fine di risparmiare 360 milioni di euro;

– che dinanzi alla Corte costituzionale pendono ancora due conflitti di attribuzione e che, qualora il giudizio della Corte dovesse essere positivo, il referendum potrebbe svolgersi su tre quesiti e non solo su uno; diversamente vorrebbe dire che nel 2016 gli italiani saranno chiamati alle urne ben cinque volte: per i due referendum abrogativi (1+2), per le elezioni amministrative (+ballottaggio) e per il referendum costituzionale;

– che la decisione del Governo costituisce uno schiaffo alla democrazia, in quanto, stabilendo che si vada al voto in tempi così ravvicinati, non consente che gli elettori siano adeguatamente informati sul referendum;

– che – al di là del voto che gli italiani potrebbero esprimere sul quesito referendario – la decisione assunta ieri contiene in sé un chiaro obiettivo: il boicottaggio del referendum, e cioè il non raggiungimento del quorum.

WWF: governo butta 300 mln per far mancare il quorum

“Il Governo ha evidentemente così tanta paura di quello che pensano i cittadini italiani che, pur di far mancare il quorum fissato per il referendum, è disposto a buttare via 300 milioni di euro”. Lo dice Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, commentando la decisione del governo di effettuare il referendum sullo stop alle trivelle il 17 aprile, senza accorpamento con le elezioni amministrative. “Il mancato accorpamento del referendum ‘no triv’ con le elezioni amministrative – sostiene Caserta – è una scelta insostenibile sia dal punto della tutela ambientale, che da quello dei conti dello Stato. Con 300 milioni di euro si potrebbe rendere più sicuro il nostro Paese agendo sul dissesto idrogeologico, si potrebbero disinquinare i nostri fiumi e i tanti tratti di mare oggi non balneabili, si potrebbe potenziare il trasporto pubblico e migliorare la vita e la salute di milioni di pendolari, si potrebbe finanziare il sistema delle aree naturali protette italiane”. “Si preferisce invece sprecare tutti questi soldi e obbligare i cittadini italiani a recarsi alle urne quattro volte nel giro di pochi mesi. La politica del Governo si conferma una politica ‘fossile’, nella sostanza e nei metodi”, conclude il vicepresidente del WWF Italia.

Legambiente, appello a Mattarella per Election day

“La decisione del governo di fissare il referendum sulle trivellazioni in mare tra due mesi, e di non accogliere la richiesta di accorpare il referendum alle prossime elezioni amministrative, e’ l’ulteriore dimostrazione che questa consultazione disturba”. Lo afferma Rosella Muroni, presidente di Legambiente, appellandosi al presidente della Repubblica “affinche’ non firmi il decreto”. “Evidentemente l’esecutivo teme che gli italiani ne valutino fino in fondo la portata e si dimostra riluttante ad affrontare seriamente e democraticamente la questione energetica”. Muroni ricorda anche la richiesta di Legambiente per un Election Day che possa “facilitare la partecipazione al voto dei cittadini” oltre che dar loro “il tempo di informarsi e valutare il quesito”. Tale scelta farebbe inoltre risparmiare allo Stato “oltre 300 milioni di euro di spesa che due date separate per le votazioni comportano”. Legambiente ricorda che “sulle Trivelle, dinanzi alla Corte costituzionale pendono ancora due conflitti di attribuzione, la cui ammissibilita’ verra’ decisa a breve. Qualora il giudizio della Corte dovesse essere positivo, il referendum potrebbe svolgersi su tre quesiti e non solo su uno. Questo elemento pero’ il Governo non lo ha proprio considerato – aggiunge Muroni – e adesso si rischia anche il paradosso che gli italiani, dopo il 17 aprile, potrebbero essere nuovamente chiamati a votare, sullo stesso tema, in una terza data, con ulteriore spreco di risorse”.

Greenpeace: una truffa a spese degli italiani

La decisione del governo di fissare il referendum sulle trivellazioni e’ “antidemocratica e scellerata, una truffa pagata coi soldi degli italiani”. Lo afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Clima ed energia di Greenpeace. “Renzi sta giocando sporco, svilendo la democrazia a spese di tutti noi”, sottolinea. “E’ chiarissima la sua volonta’ di scongiurare il quorum referendario, non importa se cosi’ si sprecano centinaia di milioni di soldi pubblici per privilegiare i petrolieri. L’allergia del premier alle prassi del buon governo, pero’, trovera’ questa volta risposte nuove, ovviamente democratiche e pacifiche”. A questo proposito Greenpeace ricorda la petizione lanciata nei giorni scorsi per chiedere al premier Matteo Renzi e al ministro degli Interni Angelino Alfano un Election Day che preveda l’accorpamento del voto referendario al primo turno delle prossime amministrative. Tale iniziativa da un lato garantirebbe “i tempi necessari per la campagna referendaria”, mentre dall’altro farebbe risparmiare “una cifra compresa tra i 350 e i 400 milioni di euro”. La petizione, sottolinea l’associazione, “ha raccolto in brevissimo tempo oltre 68mila firme”. “Greenpeace auspica ora che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui spetta l’atto ultimo di indizione del referendum, respinga la data proposta dal governo per consentire una votazione effettivamente democratica”.

 

 

Commenti

  • Enrico Matacena

    Non mi illudo che Mattarella non avalli questa ennesima porcata del governo. Finrra egli ha mostrato di essere un docile passacarte di renzi, senza mai adempiere al suo primo dovere che è quello di difendere la costituzione.