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Sabato, 5 aprile 2014

Renzi e l’eucarestia Berlusconiana

Rai1 - Matteo Renzi ospite a "Porta a Porta"

Renzi, come nel mistero eucaristico della transustanziazione, ha trasformato il pane e il vino del popolo della sinistra nella carne e nel sangue berlusconiano.

Ricapitolando. Archiviazione del diritto del lavoro, precarietà a vita grazie al valore pressoché esclusivo che assumerà il contratto a tempo determinato e alla mancanza di vincoli per il nuovo apprendistato, subordinazione al quadro atlantico sugli F35, subordinazione senza tentennamenti alla Troika, abolizione del sistema della rappresentanza democratica per Senato e Province trasformate in luoghi di nominati, ridimensionamento delle autonomie delle Regioni, delegittimazione costante dei corpi intermedi e della intellettualità non ancora piegata dal vento forte del conformismo, legge elettorale iper maggioritaria. Forse persino ottanta euro in busta paga, ribadendo per questa via che la sua partita è una linea retta tra se medesimo e la fascinazione del popolo, meglio ancora del pubblico televisivo indistinto e affamato. Certo molti sono annunci, ma questo è il concentrato della narrazione renziana, e persino gli annunci caduti nel vuoto saranno usati, in una più o meno prossima campagna elettorale, contro tutti i conservatori che non hanno permesso l’avvento del tempo nuovo.

Non ci troviamo di fronte ad una svolta autoritaria, nessun fascismo alle porte, solo un micidiale riallineamento con i livelli di governance tecnocratica già presente in diversi Paesi europei.

Contro questa deriva che stordisce il nostro campo dobbiamo dare battaglia, rompere gli indugi, dobbiamo metterci controvento, evitando di ingrossare le fila dei silenti e dei salvati dalla rivoluzione passiva di Renzi. Dare battaglia politica, a viso aperto. Solo in questo modo potremo ricostruire il campo largo del centro sinistra. Senza tentennamenti e senza paura sfidare Renzi sul terreno dell’ innovazione del modello di sviluppo, sull’ idea di Paese e persino su un’ idea di leadership collettiva, diffusa, curata, fondata su un rinnovato protagonismo delle soggettività collettive, contro la torsione dell’uomo solo al comando. Possiamo riconquistare l’idea della coalizione per l’alternativa di governo solo confliggendo apertamente con la prospettiva bonapartista dell’ex sindaco. Solo in questo modo potremo dare un contributo importante e coraggioso alle disperse forze della sinistra italiana, comprese quelle ammutolite presenti nel Partito Democratico. La sinistra del PD somiglia drammaticamente a quella socialista all’indomani di un’altra avventura italiana, quella della modernizzazione craxiana.

Certo continueremo a valutare, caso per caso, i provvedimenti che il Presidente del Consiglio porterà in Parlamento, ma non possiamo far finta di non vedere l’essenziale. Italia Bene Comune non esiste più, se non in importanti snodi del governo locale che vanno difesi e valorizzati, e Renzi non somiglia affatto a Bersani. Persino la distanza sul piano umano appare siderale. Quella di Renzi è un’altra storia, è il volto sbieco del trasformismo italiano che sale sul treno della modernizzazione senza modernità, dello scambio più semplice e devastante, qualche euro in busta paga (ovviamente benedetto) per legittimare una eccessiva concentrazione dei poteri.

Non è Blair, è la signora Thatcher de “la società non esiste”, è l’enfatizzazione della società liquida contro la parzialità del frammento. E’ la semplificazione contro la complessità di una democrazia incapace di governare. Coglie e surfa sul senso comune, si orienta consultando sondaggi, spiazza perché non ha alcun impianto culturale da proporre. Solo la velocità, il fare, il semplificare, il produrre capri espiatori da dare in pasto ad una opinione pubblica inferocita e stremata dalla crisi economica e dalla incapacità di autoriforma della politica sempre uguale a se stessa. Più che uno statista sembra Filippo Tommaso Marinetti al cospetto dell’intuizione futurista. Renzi si pone in sintonia con le voci di sotto, fa il verso al populismo, acquisisce quote di potere orientando i flussi della comunicazione mainstream senza peraltro intaccare minimamente il maglio social-liberista che tiene l’Europa e il nostro Paese sotto il tallone. Tecnocrazia e populismo si tengono insieme cercando di sbarrare la strada alla democrazia partecipativa, alla politica come spazio dell’impossibile per dirla con le parole di Ingrao. E in Renzi tecnocrazia e populismo convivono nel medesimo corpo.

Qui stiamo ed è inutile girarci intorno. L’ennesima scorciatoia del Capo taumaturgo a cui affidare la salvezza della nazione e il ritardo accumulato dal sistema Paese. E’ una delle tante patologie italiane. Affidarsi a leader ipnotici che hanno la potenza di surrogare, con i loro gesti e il loro carisma, i limiti di un intero Paese. Portandolo sistematicamente al disastro. Come Crispi, come il Mussolini sansepolcrista, come il Craxi del Midas, come Berlusconi. Può far male, ma prima si compie questa elaborazione e meglio è per la sinistra. Non è facile prevedere la durata del governo Renzi, ma certamente la vicenda di Renzi leader di una proposta camaleontica e di un campo ben perimetrato da poteri consolidati, durerà a lungo. Magari, sullo stile di Kadima, già tra dodici mesi se il cammino trionfante del Governo dovesse inciampare da qualche parte. L’invito è a tornare a dare valore alle nostre parole, dignità alla politica come visione, cimento collettivo, lettura della composizione sociale. Riprendere la parola vale per la sinistra e vale per i tanti compagni del Partito Democratico. Servirebbe un urlo per squarciare il velo dell’ipocrisia e il cono d’ombra renziano dove si nasconde l’elite sciagurata e impresentabile di un Paese alle corde. Opinionisti buoni per tutte le stagioni, gruppi editoriali, imprenditori senza capacità d’intrapresa, broker disumani. Tutti a reggere la coda del camaleonte. Di tattica, di responsabilità nazionale e persino di furbizie piccole si può morire. Lo dico con affetto a una parte importante del Partito Democratico, lo dico a Fassina, Civati, Cuperlo, lo dico a Bersani. Senza pulsioni estremiste varrebbe davvero la pena di dare battaglia politica contro una deriva che umilia la storia e il futuro della sinistra e che caccerà di nuovo il Paese in un vicolo cieco. Facciamola insieme questa battaglia con orgoglio e coraggio. O davvero pensate che alla sinistra non resta che l’angusto spazio del sentirsi diversamente renziani?

 

Commenti

  • MGiovanna

    Finalmente un’analisi lucida, ma se Sel, nella totalità del suo gruppo dirigente, rimane in mezzo a quell’ambiguo guado, siamo finiti.

  • Uccio Levante

    Per conquistare coloro che dopo l’otto dicembre si sentono orfani,occorre che SEL elabori con URGENZA una proposta politica che faccia emergere concretamente la differenza col PD renziano . Penso che le persone di sinistra deluse dal PD guardino con speranza a SEL , perciò, non parlatevi addosso, avanzate proposte realizzabili e saremo con voi. Auguri .

  • Uccio Levante

    Caro compagno Vendola, se non si mette in movimento una campagna in grado di informare correttamente e convintamente cosa ha significato governare per dieci anni la Puglia, temo che il futuro di SEL e la possibilità che la Regione continui ad essere governata da una Giunta di sinistra siano seriamente compromesse . Auguri .

  • Davide Tazzi

    E’ ora di costruire ciò che Grillo non vuole e non può fare: un’alternativa concreta al neoliberismo e alle larghe intese, un’alternativa, quindi anche al Partito Democratico, ormai parte integrante, da anni, dello schieramento avversario.

  • Valium

    La cosa è presto detta: Renzi ha fatto una legge elettorale che affossa i piccoli partiti ma che aiuta la grande coalizione nel calcolo della maggioranza? E noi siamo fuori dalla coalizione no? E chi se ne frega se poi per la mancanza della nostra percentuale il Paese torna in mano a Berlusconi, la legge l’ha fatta Renzi e Renzi ne dovrà rispondere.

    E’ però necessario darsi una svegliata, perché di 3 banchetti per le firme di Tsipras, 3 erano di Rifondazione.

  • claudio plazzotta

    Non so di che città lei parli, e non ho motivo di dubitare di questa sua affermazione,ma non è la verità assoluta,posso testimoniare della realtà in cui vivo la zona 8 di Milano,e le firme qui sono state raccolte in banchetti di SEL Rifondazione ,e comitati,nei quali numericamente i militanti di sel non erano secondari,forse è ora di piantarla con questi distinguo,le firme erano per la lista unitaria,ed è con questo spirito che sono state raccolte.Per inciso noi siamo ben svegli,proprio per questo non facciamo uso di Valium

  • Dario Accurso Liotta

    Così anche a Saronno,
    l’ Altra Europa con Tsipras è uno spazio uitario, semmai il problema sarà dopo il 25 Maggio.
    Continuo a pensare che è poco più di una lista elettorale, che alcune culture della sinistra che vi partecipano a vario titolo siano inconciliabili e che SEL rischi colpevolmente di annullarsi in questa esperienza. Ma queto lo misureremo dopo.

    Dario L.

  • Dario

    Io temo che non siano mai esistiti gli elettori di sinistra del PD, ma solo gli elettori del PD: potrebbero anche proporre premier Riina, lo voterebbero in ogni caso. Se Renzi prenderà più voti è perché sarà la “nuova speranza” per chi fino ad ora era stato berlusconiano. Non salvo Cuperlo, palesemente arreso e integrato nella casta e, mi spiace dirlo perché l’ho votato, anche Civati sta dimostrando una incoerenza e una codardia immense.
    La gente quando la pensa a Sel dice: “ma sono un sacco piccolo partito e di sinistra!”. Finché non si toglieran di mezzo Berlusconi (quindi bisognerà attendere la sua morte) e Renzi (che per come stan le cose può tranquillamente occupare la scena politica per una ventina d’anni), non si potrà cambiare niente. Certo, se il PD si scindesse il dialogo sarebbe anche cosa giusta, ma non accadrà mai, sono tutti troppo legato alla polt…ehm al partito.
    Grillo è utile per riformare la classe politica ma è un mezzo, non un fine, il PD è stabilmente al centro, Rifondazione non interessata as un partito unico di sinistra sul modello francese: che fare? Spero che la lista Tsipras sia l’inizio del cambiamento in Italia: ci vuole unità totale a sinistra, smetterla di litigare come bambini e cercare di strappare pezzi al PD.

  • Valium

    Se è così spero veramente che la mia sia solo un’eccezione

  • wanni

    Che Renzi rappresenti il mix vincente di tecnocrazia e populismo mediatico è evidente. Fatta questa ovvia considerazione non sappiamo bene cosa significhi rilanciare l’azione della sinistra al di là dei richiamo rituale alla partecipazione, al valore della rappresentanza e ad una soggettività politica diffusa. E non lo sappiamo perché ci manca un’analisi corretta della società italiana sul piano della cultura e della dislocazione degli interessi e pensiamo che sia possibile supplirvi attraverso appelli volontaristici. Una realtà può essere cambiata non attraverso una forzatura volontaristica ma attraverso un’analisi realistica delle contraddizioni reali che la attraversano. Se non vogliamo misurarci con questo compito non abbiamo futuro

  • Edoardo da Genova

    Oggi, il “moderno” futurismo di Renzi è uno dei pochi “brand” che sopravvivono grazie alla televisione-
    Non ci resta che parlare con la gente, consapevoli che chi regge le situazioni “locali” Sindaci e Presidenti di municipio sono “costretti” a muovere le bricciole e come spesso accade in mezzo al tiro incrociato fra incazzati, spesso giustamente, qualche volta strumentalmente , e governi che massacrano servizi ai cittadini.
    Tuttavia DOBBIAMO fare uno SFORZO per apparire … la realtà virtuale oggi domina e dobbiamo IMPARARE ad usarla. Un appello quindi anche ai NOSTRI PARLAMENTARI purchè appaiano…
    Naturalmente non usando “Il pesce marcio”.
    Già visto : una Deputata grillina ha letto un documento di sostenitori di tsipras, scoperta ha detto che la colpa è della segretaria. Se ricordo bene anche un governatoricchio della Sardegna berluscones aveva fatto lo stesso… stesso stile ma la “prorogato” sostenuta da un noto professore grillino genovese purtroppo continua grazie alla destra Pd e al loro contributo.

  • Carlo F.

    Convengo sulla “prospettiva bonapartista” e sulla necessità di muoversi celermente, ma sul paragone con il partito socialista di Craxi e la sua “modernizzazione” dissento totalmente. Craxi non ha toccato minimamente le libertà democratiche né lo Statuto dei lavoratori. E comunque allora la sinistra socialista si fece sentire molto di più di quanto oggi si fa sentire la cosiddetta sinistra del PD. E’ inutile che SEL continui a rincorrerla, per poi trovarsi invischiata nelle stesse sue identiche sabbie mobili dell’impotenza. Faccia qualcosa di meglio. Trasformi se stessa in un vero partito socialista, o meglio, ecosocialista, di nome e di fatto, avendo finalmente il coraggio di essere ed apparire quello che “è”, in piena autonomia e con la credibilità di rappresentare un progetto di sinistra di governo socialmente avanzato e credibile. Non le è bastata la truffa delle scorse elezioni con cui ha fatto conseguire al PD un premio di maggioranza (per altro incostituzionale) vedendolo poi patteggiare ed inciuciare con Berlusconi? Suvvia, compagni! Un po’ di dignità! Basta coi trenini elettorali e con la questua piddina, specialmente in ambito locale…bisogna farsi largo con una vera e concreta soggettività politica, insieme a tutti coloro che la condividono e che ancora non si sono arresi.

  • Guido

    Concordo pienamente ma con quel partito nel suo insieme é sempre più difficile dialogare…Anzi il verso cambiato impone il silenzio per non disturbare il manovratore…Il PD é rimasto all’appartenenza, alla fedeltà e a quell’ambiguo per non dire ipocrita approccio dell’essere migliori…..Se passerà la legge elettorale al Senato oltre all’addio sicuro, prepariamoci in aggiunta all’oscuramento odierno, anche la caccia agli estremisti ecc….

  • marco

    Articolo troppo lungo;bastava dire che Renzi e’ un pallone gonfiato.

  • Filippo Boatti

    Molti punti condivisibili, azzardato il paragone con la sinistra PSI che perse ma aveva una grande cultura politica, quella di Riccardo Lombardi, mentre la sinistra PD non esiste, è l’ex centro manovriero dei DS che trovatosi spiazzato dall’attivismo di Renzi si è riciclato come sinistra.

  • francesco

    L’avvento di Renzi alla guida del PD e al governo del Paese non è un incidente di percorso, o un segno del destino cinico e baro. La sua politica è sulla scia del progetto di restaurazione reazionaria della loggia P2 del venerabile Licio Gelli, iniziata con il primo governo Berlusconi e – dopo il grigio interregno prodiano- continuata con il finanziere Mario Monti e con l’uomo delle sagrestie vaticane Enrico Letta.
    Tutti fedeli esecutori di ordini impartiti dai massoni della Bilderberg.
    Nel suo giro europeo, Renzi non ha fatto altro che offrire garanzie ai soloni di Bruxelles fino a genuflettersi al cospetto del Presidente USA per l’acquisto dei bombardieri F35. Ha partecipato a ben due cene con il finto socialista Tony Blair, attuale consulente della Banca Finanziaria Internazionale jp Morgan, in cui si è discusso di superare la Costituzione italiana nata dalla Resistenza.
    Nessun fascismo alle porte? Ma non siate ridicoli! Manca soltanto l’olio di ricino di cui Renzi non ha comunque bisogno perchè gli è sufficiente il cloroformio somministrato alle masse dai dirigenti del PD (nessuno escluso), dalla triplice sindacale ormai venduta al padronato, e dai corifei vendoliani che ostentano una opposizione parolaia, soft e “responsabile” per non indispettire l’alleato strategico al fine di recuperare il “campo largo del centrosinistra”. C’è un solo modo per sottrarsi a questa tagliola: la ripresa della lotta di classe su scala europea e l’unità di tutte le forze della sinistra antagonista al Modo di Produzione Capitalistico.

  • Matteo

    Ma che fate finta di criticarlo se siete culo e camicia con Renzi?

  • Matteo

    Sì, certo, la colpa è di Berlusconi, mica dell’euro, del patto di stabilità, del Trattato di Lisbona, della flessibilità, tutte cose volute dai governi di centro-“sinistra” tra cui c’era anche Vendola,… noooo! Che ci frega? La colpa è di Berlusconi.

  • Uccio Levante

    Caro Dario, tu sostieni di aver votato Cuperlo – quindi di essere elettore del PD – ed allo stesso tempo disprezzi gli elettori del PD in quanto tali e non di sinistra . Peggio, potrebbero anche votare per Riina premier. In questo TUO profilo vedo non poche contraddizioni estranee a quanti si sentono di sinistra e perciò non voteranno PD dopo l’otto dicembre .