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Lunedì, 15 febbraio 2016

Ricerca, Fratoianni: Roberta D’Alessandro ha ragione. Nessun investimento e un ministro che non considera la ricerca un lavoro

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Non si è ancora ripresa dal clamore suscitato dl suo post pubblicato su Facebook. Uno stato che, originariamente rivolto a una ristretta cerchia di contatti (gli amici sul social network), ha fatto un giro ben più ampio – con i suoi trentamila like- arrivando a toccare il cuore (e l’orgoglio) degli italiani. Roberta D’Alessandro, linguista in Olanda, polemizza contro il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca della Repubblica Italiana, Stefania Giannini, rea secondo lei, di vantarsi dei successi dei ricercatori nel mondo che l’Italia non vuole.

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In un’intervista rilasciata a la Repubblica, la ricercatrice precisa l’obiettivo dello stato postato: Era quello di sottolineare che i fondi europei vinti da quelli come me non sono “per la ricerca italiana”, ma “per la ricerca fatta da italiani”.

E la differenza è lampante: i ricercatori di nazionalità italiana ricevono, dall’Europa, fondi che non spenderanno in Italia. Quello di Roberta D’Alessandro è una vera e propria denuncia della condizione in cui versano i ricercatori.

 «Ha ragione Roberta D’Alessandro, la ricercatrice italiana che lavora in Olanda ed è una delle tante italiane (all’estero) che ha vinto i finanziamenti dell’European Research Council, che ha detto alla Ministra Giannini di non intestarsi e non vantarsi dei risultati dei ricercatori italiani, in merito alla scoperta delle onde gravitazionali e ai tanti finanziamenti ottenuti dalla ricerca italiana all’estero». Lo afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, commentando lo sfogo della ricercatrice che ha avuto un grande eco sui social in questi ultimi giorni: «Ha ragione – prosegue – perché la maggior parte dei nostri ricercatori non hanno avuto altra scelta che andare all’estero per poter vedere riconosciuti i propri meriti e i propri studi. L’Italia continua a non investire sulla ricerca, senza contare le scellerate parole del Ministro Poletti che ha detto di non considerare la ricerca un lavoro, per cui i ricercatori non avrebbero diritto alla disoccupazione. L’ennesimo atto di ipocrisia – conclude Fratoianni – del governo».