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Lunedì, 15 giugno 2015

Schiaffo a Obama da sinistra, il congresso blocca il Tpp

US President Barack Obama outlines strategy to destroy ISIS during a visit to US Central Command in Tampa, Florida

Con un voto che ha cla­mo­ro­sa­mente ribal­tato gli equi­li­bri poli­tici, i demo­cra­tici del con­gresso hanno bloc­cato venerdì il trat­tato sul libero com­mer­cio che Obama li aveva implo­rati di appog­giare. Il pre­si­dente aveva chie­sto poteri straor­di­nari per nego­ziare il mag­giore accordo eco­no­mico di sem­pre con 12 nazioni asia­ti­che. Per otti­miz­zare le pro­ba­bi­lità di un accordo Obama voleva dal con­gresso l’autorizzazione ad imple­men­tare una pro­ce­dura abbre­viata che gli avrebbe con­fe­rito la facoltà di nego­ziare libe­ra­mente e pre­sen­tare all’approvazione rapida del par­la­mento un testo non modificabile.

Come nel caso dell’altro grande trat­tato sul libero com­mer­cio, quello tran­sa­tlan­tico (TTIP) in via di discus­sione con l’Europa, il trans-pacific part­ner­ship (TPP), è avvolto dal mas­simo «segreto ese­cu­tivo». I mem­bri del con­gresso pos­sono in teo­ria chie­dere la visione della bozza ma sono tenuti a non divul­garne i con­te­nuti. Se il decreto di Obama fosse pas­sato i par­la­men­tari avreb­bero potuto votare su una bozza defi­ni­tiva ma senza intro­durre modi­fi­che o emendamenti.

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