Sei in: Home › Attualità › Notizie › Scontro treni, Vendola all’Huffington Post rifiuta l’accusa di immobilismo: “L’odore della morte attira gli sciacalli”
Mercoledì, 13 luglio 2016

Scontro treni, Vendola all’Huffington Post rifiuta l’accusa di immobilismo: “L’odore della morte attira gli sciacalli”

treni

Nichi Vendola, certamente lei non è colpevole di quanto accaduto, ma si sente in qualche modo responsabile della tragedia, ovvero dei ritardi istituzionali che hanno impedito che si realizzasse il raddoppio del binario?

Lo so: la cosa più semplice, la più scontata dinanzi alla tragedia pugliese è tornare a sgranare il rosario di luoghi comuni sul Sud che non funziona, che si avvita nella propria indolenza, nei propri ritardi, nelle proprie mafie. La morte, tutte quelle povere vite tranciate dallo schianto di due treni, diviene occasione per far rivivere un repertorio di banalità, di analisi surreali, persino di speculazioni indecenti: perché sempre l’odore della morte attira gli sciacalli. Per fortuna dinanzi alla strage vi è stata una grande prova della nostra protezione civile e una straordinaria gara di solidarietà dei pugliesi.

Quando parla di sciacallaggio si riferisce anche alle dichiarazioni del sottosegretario Luca Lotti che ha parlato di una tragedia “frutto dell’immobilismo della politica”?

Molti, troppi, in questi giorni, hanno parlato a sproposito. Per me invece è difficile parlarne e doloroso, perché conoscevo alcune di quelle vittime, perché quello è stato il treno su cui ho viaggiato per anni, perché questa sciagura incide con violenza inaudita nella carne viva della mia comunità.

Avverto, nella sua voce una tensione autentica che da cronista mi pare giusto registrare. Vorrei però approfondire il punto più delicato e più discusso in queste ore. Nell’epoca in cui lei era presidente i soldi furono stanziati, ma i cantieri non partirono.

La verità è ben documentata. Come lei sa, noi il binario unico lo combattiamo da sempre, sia quando si tratti di ferrovie dello Stato – basti ricordare la battaglia per il raddoppio della Termoli-Lesina, 30 km che strozzano la linea adriatica – sia quando si tratti di ferrovie concesse di carattere regionale. L’ammodernamento della Bari Nord con i suoi 83 km di rete, con il raddoppio del binario, al servizio di 700 mila abitanti, la mia amministrazione l’ha progettato come “opera strategica” nella programmazione dei fondi comunitari del settennio 2007-2013. Con un investimento di circa 180 milioni di euro.

I famosi fondi europei.

Ecco, noi abbiamo usato le risorse comunitarie per supplire anche alla assoluta scarsità di finanziamenti dei governi nazionali. Durante gli anni del mio mandato abbiamo investito risorse ingenti proprio nel trasporto ferroviario. Ricordo ancora la sorpresa dei miei assessori ai trasporti quando i tecnici relazionavano sullo stato disastroso dei binari nel Salento o sui troppi attraversamenti dei binari con le croci di Sant’Andrea senza nemmeno i passaggi a livello. Per rimettere in sesto quello che altrove ha fatto lo Stato, noi impegnammo risorse europee. Noi, cioè la Regione Puglia: che, lo ricordo agli smemorati, è un ente di programmazione, non una stazione appaltante.

Però in altre tratte partono lavori di raddoppio e di potenziamento delle stazioni, come tra Ruvo e Corato.

Appunto. La Commissione europea ha validato quell’intervento, garantendo le risorse, nel 2012. Solo i marziani o gli ipocriti possono stupirsi del fatto che in Italia un’opera finanziata nel 2012 nel luglio 2016 non sia stata completata del tutto.

Però nel programma di questa “opera strategica” si indicava la conclusione dei lavori entro il 2015. E lo stesso dichiarava la Ferrotranviaria Spa, la società che avrebbe dovuto realizzare l’opera. I ritardi sono imputabili alla regione o alla società ferrotranviaria Spa?

Ripeto, la Regione non è il soggetto attuatore. Forse occorre ricordare che un’opera come questa, che collega grandi centri urbani, richiede progetti ingegneristici complessi, una serie infinita di autorizzazioni e pareri, di varianti urbanistiche, e si realizza grazie a centinaia di espropri. E la stragrande parte di queste procedure non dipende dall’ente finanziatore ma da Comuni, Province, Sovrintendenze, e da tante disparate articolazioni pubbliche.

Sta dicendo: colpa della burocrazia?

L’ho denunciato mille volte l’appesantimento burocratico, consegnando il problema dello snellimento procedurale all’unico in grado di regolarlo: lo Stato. Ricordo poi che il soggetto attuatore dell’opera è Ferrotramviaria, che è la concessionaria della ferrovia. E Se Ferrotramviaria scrive all’ente di programmazione che è in ritardo per incompletezza delle autorizzazioni, la Regione ha l’obbligo di rimodulare gli interventi per evitare di perdere i soldi europei.

Insomma, se su quella tratta i lavori non sono partiti, non è responsabilità della Regione.

Guardi, la Regione non è stata con le mani in mano. Abbiamo finanziato il rinnovamento di tanta parte del parco treni, facendo viaggiare vagoni tra i più moderni d’Europa, abbiamo portato il treno fin dentro l’aeroporto di Bari Palese, fornendo un servizio tra i più efficienti ed evoluti d’Italia. E in queste azioni di ammodernamento tutti sapevano che la Bari-Nord era considerate un fiore all’occhiello della Puglia. Tutt’altro dal degrado di quelle ferrovie Sud-Est, che sono proprietà del Ministero dei trasporti e che rappresentano uno scandalo infinito, dalla Regione Puglia denunciato molte volte, ma nella disattenzione generale.

Lei rivendica che la sua esperienza di governo è stata un’esperienza di innovazione sul tema dei trasporti e delle infrastrutture?

È vero: l’Italia è un paese che ha puntato sulla gomma piuttosto che sulle rotaie, sul trasporto privato piuttosto che sul trasporto pubblico. È fu proprio questa filosofia che io e la mia amministrazione abbiamo cercato di capovolgere. A coloro che ricordano che a due passi dalla tragedia c’è un’azienda leader al mondo nelle tecnologie della sicurezza ferroviaria ricordo che quell’azienda e stata costantemente sorretta anche dai finanziamenti della Regione Puglia.

Se ho capito il senso del suo ragionamento, lei dice: io quando sono arrivato ho trovato una situazione drammatica. E ho innovato: guardate come ho trovato la Puglia e guardate come l’ho lasciata. Per questo rifiuto le accuse generiche che sanno di sciacallaggio. Però dice che c’è una burocrazia indomabile. Le chiedo: sulla tratta Andria Corato, il Sistema è stato più forte di lei?

Metà dell’opera è stata realizzata, l’altra metà è in corso di appalto. Dobbiamo intenderci quando parliamo di burocrazia: ci sono gli eccessi barocchi, ma c’è dentro anche la tutela ambientale e le complessità tecniche. Non siamo a “uno contro tutti”. Siamo dentro processi di cambiamento che chiamano in causa una folla di attori istituzionali e sociali. Per il resto vale l’opera, speriamo rapida e puntuale, della magistratura: che dovrà dirci come è potuta accadere questa immane sciagura e chi ne porta la responsabilità.

Intervista di Alessandro De Angelis Huffington Post

Commenti