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Martedì, 31 marzo 2015

Scuola e omofobia, perché firmare l’appello delle associazioni Lgbt

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Le associazioni Lgbt hanno promosso un appello contro l’omofobia nelle scuole, affinchè si possa dare piena attuazione al contrasto e alla prevenzione delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Sono migliaia le adesioni ad un documento che, nella sostanza,richiama la scuola ai suoi compiti di educazione alla tolleranza, al rispetto dell’altrui dignità, alla “convivialità delle differenze”. Insomma, si tratta di “educare la scuola ad educare”, liberarla da quelle ombre di bullismo e pregiudizio che talora ne compromettono la funzione formativa. Una battaglia di tutti per bonificare la vita scolastica dai veleni dell’assuefazione a stereotipi culturali che spesso, troppo spesso, feriscono i sentimenti e la vita degli adolescenti. Una battaglia per impedire “la banalizzazione” della volgarità, dell’offesa, della minaccia, della violenza: affinché l’omofobia non venga percepita come irruenta manifestazione di “normalità”. Da oggi anch’io aderisco a questa campagna ed invito tutti voi a farlo.

Perché è necessario edificare mille barriere che impediscano al venticello fetido dell’omofobia di soffiare nei luoghi delicati e preziosi dell’apprendimento.

Perché non possiamo indignarci solo quando i riflettori dei media si accendono sul caso di cronaca dello studente umiliato, percosso, violato.

Perché sempre più abbiamo bisogno di vivere in un paese che rispetti le diversità e le consideri una ricchezza.

Perché l’ipocrisia e l’oscurantismo non possono albergare nei corridoi di viale Trastevere.

P.s: Dico questo perché (caro Renzi) trovo insopportabile che il tuo governo abbia interdetto un programma ministeriale sull’educazione alla diversità e abbia bloccato la distribuzione nelle scuole del relativo materiale didattico, solo perché un tuo sottosegretario, Gabriele Toccafondi, non apprezza questa iniziativa.

Magari, in una pausa dell’infinito carosello pubblicitario di Palazzo Chigi, potresti trovare il tempo per venire in Parlamento a rispondere all’interrogazione che i deputati di Sel hanno presentato su questa vicenda e magari trovare pure il tempo per sostituire il sottosegretario Toccafondi, di cui hanno chiesto le dimissioni.

È anche per questo che firmo questo appello: perché non ne posso più dell’ipocrisia, delle scelte miopi e vigliacche, perché è arrivato il momento che le classi dirigenti e la politica si impongano il coraggio di guardare negli occhi la vita vera e la società. E smettano di impedire all’Italia di diventare un Paese moderno e civile.

dal quotidiano Huffington Post

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