Sei in: Home › Attualità › Notizie › Sel promuove una serie di giornate di ascolto in nidi e materne. Peciola: su riordino e salario accessorio scritto una brutta pagina
Lunedì, 20 aprile 2015

Sel promuove una serie di giornate di ascolto in nidi e materne. Peciola: su riordino e salario accessorio scritto una brutta pagina

conf roma

“Una serie di giornate di confronto” in alcune scuole materne e dell’infanzia di Roma, con docenti, dirigenti scolastici e genitori per superare quella “brutta pagina scritta dall’attuale amministrazione capitolina”. È questa l’iniziativa del gruppo Sinistra ecologia libertà di Roma Capitale, annunciata in una conferenza stampa a via delle Vergini, per «portare all’attenzione di tutti la cattiva gestione dei bambini dei nidi e delle materne a seguito del piano di riordino delle scuole a cui è legato anche il tema del salario accessorio- ha spiegato il capogruppo in aula Giulio Cesare, Gianluca Peciola– varato senza l’ascolto delle parti interessate e dei sindacati, e bocciato dai lavoratori da referendum». Per questo, ha aggiunto Peciola «serve da parte di tutti un bagno di umiltà. Il 27 di questo mese per una settimana, consiglieri comunali, municipali, minisindaci e dirigenti andranno nelle scuole per avviare simbolicamente quel confronto che fino a oggi – da parte del Governo cittadino -è mancato».

«Cogliamo la drammatica occasione del no al referendum- ha sottolineato il segretario romano di Sel, Maurizio Zammataro- per ribadire che i servizi educativi del comune più grande d’Italia hanno una dignità. Dentro questa partita ce ne è un’altra altrettanto rilevante, che è quella relativa all’assunzione dei precari, che è un tema che deve riguardare anche le scuole dell’infanzia a su cui i comuni devo assumersi le proprie responsabilità. Serve un radicale cambiamento e attendiamo di sapere quando ci sarà il tavolo sulla scuola. I nidi e le materne non siano dei parcheggi, per questo serve ridisegnare i servizi di questa città».

Commenti

  • francesco

    Iniziativa lodevole.Ma per essere credibili e coerenti, sarebbe opportuno che i massimi dirigenti di Sel avviassero un’inchiesta su certe giunte di “centrosinistra” dove consiglieri e assessori di Sel avallano, nel silenzio più assoluto, la privatizzazione dei servizi educativi e di altre aziende municipalizzate, al solo scopo di conservare delega e cadrega.

  • alfa

    tipo Torino, ad esempio, e Bologna col referendum disatteso.

  • alfa

    SEL si spacca sul blitz di Nichi Vendola, che ha commissariato il
    partito in Emilia Romagna dopo il siluramento della coordinatrice
    regionale Elena Tagliani. Un blitz che non è piaciuto a molti dirigenti
    vendoliani, preoccupati che la mossa punti a preparare il terreno per la
    rottura delle alleanze col Pd anche a livello locale, come sembrano
    volere i “falchi” del partito, il coordinatore nazionale Nicola
    Fratoianni e il deputato Giovanni Paglia. Si ribella la segretaria
    bolognese di Sel Egle Beltrami (pur determinata a non fare sconti ai dem
    e a chiedere le primarie di coalizione) che avverte il nazionale: «Se
    da Roma arrivasse l’ordine drastico di uscire dalle giunte si sappia che
    noi non siamo soldatini». Il tema è, appunto, il rapporto coi dem sia a
    Bologna, che s’avvia alle comunali, sia in Regione. In entrambi i casi
    Sel è al governo col Pd, con l’assessore Riccardo Malagoli in Comune e
    con Massimo Mezzetti in Regione. A Roma viene avanti però una linea di
    scontro più duro con i Dem, che potrebbe arrivare alla richiesta di
    uscire dalle giunte locali. La Beltrami spiega: «L’alleanza con il Pd
    per il 2016 non è da dare per scontata. Con i democratici discuteremo
    sui programmi e anche sul percorso, in particolare sulle primarie di
    coalizione ». Tuttavia, aggiunge, «siamo per un partito locale autonomo,
    non per replicare gli schemi di Roma». Ironico pure il consigliere
    comunale di Sel Lorenzo Cipriani, che ricorda l’alleanza tra Sel e Pd
    proprio in Puglia: «Le scelte sulle alleanze andranno fatte a livello
    locale. Io credo sarebbe importante seguire l’esempio di Nichi Vendola,
    che in Puglia ha costruito una lista che, senza il simbolo di Sel,
    sostiene il democratico Michele Emiliano, che è mille chilometri a
    destra di Virginio Merola».

    Dall’altra parte Paglia, considerato uno dei “falchi” anti-Pd,
    sdrammatizza ma tiene il punto: «Nessuno chiede di uscire dalle giunte.
    Chiediamo però di non fare sconti. L’amministrazione Merola ha luci ed
    ombre. La scelta di abbassare la soglia pubblica del patto di sindacato
    di Hera è gravissima. E poi dobbiamo pensare anche a ricostruire la
    sinistra, partendo da quel che si sta muovendo ad esempio attorno alla
    Coalizione sociale di Landini ». Nel mezzo, la capogruppo vendoliana
    Cathy La Torre prova a mediare tra le due posizioni.

    ====

    A questo punto avremo AER con due consiglieri e lo spazio politico necessario. Quelli di Sel arrivano sempre dopo, e male.

  • alfa

    notare che sia emiliano che merola stanno mille chilometri a destra, e Sel ci si allea.

  • francesco

    Nonostante ci sia un pò di maretta non credo proprio che Sel si convinca della necessità di prendere le distanze dal “centrosinistra” (leggasi PD). Sarebbe la sconfessione della sua identità.
    Sel si è scissa dal PRC proprio per coltivare il progetto strategico di alleanza con la socialdemocrazia italiana ed europea (sinistra larga, moderna, postideologica, sic!) .
    Comunque, Vendola, finchè ne sarà il “guru”, non permetterà un’inversione a U della sua creatura. Ne va della sua reputazione (per altro già in parte compromessa) e non è persona incline ad ammettere sconfitte. Vedremo se i suoi epigoni saranno capaci di un salutare colpo d’ali.