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Martedì, 31 marzo 2015

Sel: subito un decreto per assumere i precari della scuola. Il governo non provi ad incolpare il parlamento

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Un decreto legge per stabilizzare i precari della scuola. Lo chiede Sel, che in una conferenza stampa a Montecitorio denuncia “la politica-pubblicità” del governo, e punta il dito contro “la propaganda dell’esecutivo a colpi di talk show” che rischia di gravare sulla pelle di centinaia di migliaia di precari.

«La nostra battaglia oggi – dice Nichi Vendola – è per il futuro dei precari, se non si stabilizzano andiamo incontro ad un autunno incandescente con un ritorno a scuola senza scuola». Sel chiede di stralciare il capitolo dei precari dal ddl, procedendo per decreto “vista l’oggettiva urgenza”. Così da dare il tempo necessario alle Camere per lavorare su una “riforma essenziale per il Paese”. «Il governo – incalza Vendola – sta tentanto un colpo: o gli riesce dando una soluzione ai precari ma con una pessima riforma della scuola, oppure criminalizza il Parlamento senza alcuna stabilizzazione dei precari». Sel contrasta entrambe le opzioni e promette battaglia. Dentro e fuori il Parlamento.

«Dopo 24 giorni dalla presentazione del ddl, o meglio delle slide di Renzi – spiega il deputato Giancarlo Giordano – solo oggi il ddl arriva in commissione Cultura, dunque arriviamo a poter organizzare i lavori». Il capogruppo Arturo Scotto parla di «operazione verità, stop alla propaganda, indecorosa sulla pelle di insegnanti, studenti e famiglie. Il ritardo con cui si tratta una vicenda delicatissima come quella dei precari – con una scadenza vicinissima che è quella del 31 maggio – ci mostra un governo che dà lezioni di velocità, ma è ad andamento lento sui temi che interessano i lavoratori».

«Il comportamento del governo su questa vicenda – secondo Vendola – è grave da tanti punti di vista. La riforma è un colpo di grazia per la scuola pubblica, il completamento dell’opera che ha visto nella Gelmini la sua più grande protagonista». Vendola si sofferma sulla figura del «preside-prefetto, un preside-manager che può operare in spregio alla libertà di insegnamento». Ma anche sull’assenza di «un capitolo sul diritto allo studio: dimenticato il tema cruciale del welfare studentesco». «Si usa ricattatoriamente l’alibi del personale precario per imporre tempi accelerati e consentire a questa controriforma di andare avanti – accusa – ma se questo non dovesse avvenire, si può accusare il Parlamento di essere insensibile verso i precari, con giovamento per il governo. E’ un comportamento inaccettabile, di permanente umiliazione della vita parlamentare».

Per Sel, rimarca Vendola, quella dei precari «è un’urgenza assoluta. Per questo noi, da sempre contrari alla decretazione d’urgenza, chiediamo un decreto per risolvere un problema che porterebbe alla deflagrazione della scuola pubblica». Secondo Sel, il governo ha portato avanti «un vero e proprio imbroglio – dice Giordano – Si è scelta una strada, quella del ddl, quando in media sono 170 i giorni necessari al Parlamento per approvarne uno. Il ddl è arrivato in commissione mezz’ora fa, in calendario non ce n’è traccia, ma si chiede alla Camera di svolgere il proprio lavoro entro fine aprile per concludere tutto l’iter entro il 31 maggio, minacciando le Camere di far presto». Se le cose non dovessero andare nel verso giusto «sarà colpa del Parlamento. Questo testo è usato come una clava. Noi chiediamo un decreto per i precari, lasciando al Parlamento tempi ragionevoli e saggi per ragionare su una materia così delicata come la scuola. Altrimenti si vuole agire con la fretta, e sappiamo bene che quando questo governo agisce con la fretta fa male».

Commenti

  • Tnb

    Non dimentichiamo intere categorie di aspiranti docenti che sono state fatte fuori all’ultimo momento con un colpo di spugna nel ddl, come i cosiddetti idonei del concorso 2012. Si tratta di coloro che hanno affrontato uno dei più selettivi concorsi nella storia della scuola, aggiornato alle moderne metodologie didattiche, che hanno superato tutte le prove e sono entrati nella graduatoria di merito. Fra di loro, chi non è collocato in posizione utile per aggiudicarsi uno dei posti messi in palio dall’allora bando Profumo è stato semplicemente cancellato. Va ricordato che il numero di posti previsto in origine dal bando del 2012 era notevolmente inferiore al fabbisogno di docenti in seguito appurato. Il governo Renzi si rifiuta di far scorrere le graduatorie di merito, in esplicita contaraddizione con il TU della Scuola che prevede l’assegnazione delle cattedre con il principio del 50 e 50: cinquanta per cento dalle graduatorie ad esaurimento, cinquanta per cento da quelle di merito.. Il risultato è che oltre sei,ila docenti sono esclusi ora dal piano assunzioni.