Sei in: Home › Attualità › Notizie › Sempre a proposito di “ghigliottina”: le istituzioni di garanzia e il primato della politica
Lunedì, 3 febbraio 2014

Sempre a proposito di “ghigliottina”: le istituzioni di garanzia e il primato della politica

montecitorio_aula_camera

Proseguiamo il dibattito che la scorsa settimana Elettra Deiana ha lanciato sul nostro sito sulle regole e la Costituzione. Pubblichiamo la risposta che Deiana ha dato ad  alcuni interventi che hanno fatto seguito al suo articolo. 

Condivido e voglio sottolineare tutte le osservazioni che, in vari interventi, hanno messo in evidenza l’importanza che, in un ordinamento democratico, rivestono le istituzioni di garanzia. Da ciò deve conseguire – ma il rischio è che sempre meno consegua – la necessità che tali istituzioni operino in base al criterio della terzietà, cioè del “supra partes”, attenendosi scrupolosamente ai regolamenti, alle regole, alle procedure. Questo “attenersi” costituisce un vero e proprio principio ispiratore del loro funzionamento, uno di quei tasselli fondamentali che dovrebbero essere alla base del rapporto di fiducia tra i cittadini/e e lo Stato, tra i rappresentati e la rappresentanza democratica che cittadine e cittadini determinano col loro voto. Questo non significa che le regole non possano essere cambiate, se ce ne sia la necessità o i tempi siano molto cambiati e quelle regole risultino ormai desuete, inefficaci, inutili. Ma bisogna avere chiarissime due cose. La prima è che venga messo bene in evidenza, nel dibattito pubblico e soprattutto nei luoghi dove si decide – come il Parlamento di cui stiamo discutendo – i perché di chi chiede che le regole si cambino e le ragioni di chi è contrario. Questione di merito politico perché il cambiamento delle regole non è mai una scelta neutra, pura tecnicalità, soprattutto se si tratta del Parlamento, organo costituzionale per eccellenza. Chi lo sostiene o mette avanti il mantra dell’innovazione, senza entrare nel merito, imbroglia le carte. La seconda è la necessità che tutto venga deciso attraverso la pratica istituzionale del dibattito, degli eventuali emendamenti – anche sulle regole si possono trovare mediazioni che migliorano o peggiorano le decisioni – del voto infine per stabilire quale posizione abbia raggiunto la maggioranza. Questione, quella della pratica per arrivare al voto, di metodo ma le due cose, in democrazia, dovrebbero stare strettamente insieme. Ci sono state varie modifiche al regolamento della Camera. Nel 1997-98, per impulso dell’allora presidente della Camera Luciano Violante, furono introdotte significative modifiche del regolamento di quel ramo del Parlamento, tendenti a favorire il bipolarismo e ad affermare il principio della cosiddetta “democrazia decidente”. Detto in altri più chiari termini, le modifiche rispondevano all’idea della supremazia del rapporto maggioranza-governo rispetto alla dialettica parlamentare e ai tempi complessi di tale dialettica. Nasceva allora la tendenza all’idea della governabilità a tutti i costi che, per altro, ha condotto all’ingovernabilità che conosciamo, che oggi si tende ad attribuire alle opposizioni, ai partiti piccoli e via discorrendo. Risalgono ad allora (XIII Legislatura) misure per ridurrre l’impatto ostruzionistico del filibustering – molto utilizzato nella Prima Repubblica dalla sinistra (Pci) – come la rigida fissazione dell’agenda parlamentare o il contingentamento dei tempi. Ma, come ormai è stato chiarito, non fu introdotta la cosiddetta ghigliottina a cui ha fatto ricorso, per scelta politica non di sua competenza la presidente Bodrini. Che poteva fare? Molto, secondo i suoi poteri. Informare il governo della richiesta di dividere i due argomenti del decreto, come proposto dalle opposizioni, non solo dal M5S. Il decreto IMU che sarebbe stato votato subito e Bankitalia da destinare a un nuovo iter legislativo. Punto e a capo.

Ma oggi siamo nel pieno di una crisi politico-istituzionale che non è solo del nostro Paese ma che da noi ha assunto i contorni della crisi di sistema e del collasso dell’azione dei partiti. Il tutto in un quadro internazionale ed europeo che vede assumere sempre più potere diretto da parte dell’economia finanziaria, col conseguente svuotamento dei poteri dello Stato nazione e la tendenza a ridurre il Parlamento a ufficio di registrazione “democratica” delle decisioni di governo che rispondono più a Bruxelles che al Parlamento, essendo, soprattutto gli ultimi due, quello che sono: creature meramente artificiali, creati in vitro e mantenuti in vita dalla convinzione del presidente della Repubblica che ciò sia il bene per l’Italia.
Le presidenze di Camera e Senato, la presidenza della Repubblica, la Corte Costituzionale sono istituzioni massimamente di garanzia. Ma succede quello che segnala in questo dibattito Claudio Solarino, affrontando, con una serie di preoccupazioni che sono anche mie, la questione della sentenza della Corte sul Porcellum. La chiamo, quella che Solerino segnala, “slittamento di funzione”. La crisi della politica, questa la mia analisi, produce fenomeni di vuoto di decisionalità, efficacia politica sempre più drammatico, e supplenza sempre più invadente e performativa da parte di altri poteri e istituzioni. Altri prendono il posto che dovrebbe essere esercitato dalla politica. Il ruolo di supplenza del capo dello Stato è davanti a tutti. Vi è come una politicizzazione crescente nell’attività di cariche che dovrebbero invece tenere basso, soprattutto nell’esercizio della loro funzione, la spinta ad agire “politicamente”. Invasione invadente e anche performativa perché crea un’abitudine culturale, una “naturalizzazione” dell’eccezione istituzionale. E perché la mala politica si è adagiata e autoconservata grazie ai suoi supplenti. Il disastro del Porcellum chi alla fine l’ha “risolto”? la suprema Corte, appunto, che non solo risolve o tenta di risolvere il monstrum elettorale ma va oltre, affrontando il rapporto tra governabilità – questione extra costituzionale – e parlamento – perno dell’ordinamento costituzionale. Per questo la fedeltà alle regole è oggi non solo difesa costituzionalmente intesa degli strumenti fondamentali del funzionamento delle istituzioni, quelli che hanno/dovrebbero avere la forza interna di far accettare le decisioni delle maggioranze anche quando non ci vanno bene. Ma è grande questione politica dell’epoca di cambiamento che viviamo, perché il cambiamento non sia soltanto nelle mani di chi non solo ha un potere diretto ma anche quello di scambiare le carte nel grande gioco del circo mediatico che si è sostituito al confronto politico. Naturalmente tutto questo non ha nulla a che vedere con gli insulti e le intimidazioni che hanno fatto seguito ai fatti che sono da condannare e basta.

Commenti

  • Gemma

    Fatta salva la condanna per gli insulti e le intimidazioni che sono inaccettabili, su questo fronte tutta la solidarietà alla Presidente della Camera, alle Parlamentari del PD e alla Deputata del M5S che ha subito un’ aggressione fisica. I comportamenti in Aula saranno sanciti e condannati dall’ Ufficio di Presidenza. Detto questo, e detto che io ho votato SEL, restano i temi posti dall’ intervento di Elettra Deianna . In una politica tutta racchiusa in se stessa, che ha perso qualsiasi credibilità , che sta facendo solo i suoi interessi, in una invasione sempre maggiore di chi ,per carica istituzionale , dovrebbe essere sopra le parti, quanto è importante la fedeltà alle regole democratiche e costituzionali? Molto , a mio avviso, e proprio per questo motivo vanno censurati i comportamenti che non le rispettino. Se la cosiddetta ghigliottina non fa parte del regolamento della Camera, se il decreto sulla banca d’Italia non aveva i presupposti di urgenza, come previsto dai regolamenti, ed è stato messo , dal Governo, assieme all’ IMU per fare la solita furbata, allora la Presidente della Camera ha sbagliato e deve trarne le conseguenze. E SEL deve prendere una posizione chiara ( che finora vedo solo in questo articolo) perché Il silenzio e’ assordante . Questo silenzio rischia di far pagare un caro prezzo elettorale a SEL , per questo insisto su questo argomento, perché ,come elettrice , chiedo prima di tutto a quella che considerò la mia parte politica un comportamento corretto in difesa della democrazia. Altrimenti sembrano solo parole.
    Saluti

  • Stefano Goretti

    Voglio iniziare questo mio breve commento, con una citazione molto abusata, ma certamente calzante per i tempi che stiamo vivendo: mentre il saggio indica, lo sciocco osserva il dito. E il dito è rappresentato dall’enorme massa di eventi “istituzionali” che nella quotidianità vengono manipolati dagli organi della disinformazione di cui fanno parte la stragrande maggioranza delle testate giornalistiche, siano esse cartacee o radiotelevisive. E allora vai con gli insulti dei pentastellati che occupano intere paginate e servizi televisivi, vai con la critica alla decisione di proporre l’impechment per Napolitano, e così di seguito. Ma nulla sulle motivazioni della “gazzarra” inscentata alla camera, nulla sul fatto che lo stesso giorno della rielezione di Napolitano si procedeva alla distruzione dei cd contenenti le intercettazioni telefoniche tra lo stesso e Mancino. E ancora nulla sugli attori e sulle reali responsabilità di questa terribile crisi. E allora invito tutte le compagne e tutti i compagni a non lasciarsi distrarre dal teatrino che si sta inscenando in Italia e, come si suol dire, anche banalmente, a tenere la barra diritta in direzione della critica allo stato di cose presenti. Abbiamo bisogno di tutte le nostre energie per contrastare le attuali politiche liberticide (vedi la proposta della nuova legge elettorale) e, al tempo stesso, capaci di mettere sotto una cattiva luce le “dinamiche” della democrazia, sino al punto in cui si dirà che le istituzioni di questa stessa democrazia hanno bisogno di un profondo ripensamento, una profonda “modernizzazione”, al fine di rendere possibile la “governabilità” del sistema. Ma in quel momento, forse, sarà troppo tardi e faremo la fine della rana nella pentola di acqua bollente.

  • M.Giovanna

    Concordo pienamente con Elettra e il commento di Gemma. Ho inoltre ascoltato Laura Boldrini alla trasmissione di Fazio: la parte “politica” non mi ha convinto per niente. A parte il fatto che molti di coloro che sono stati eletti con i nostri voti e il nostro impegno sembra che si vergognino a dirlo: io non ho mai sentito pronunciale “SEL” da nessuno di loro. E basta! Per tornare alla Boldrini, fatta salva tutta la solidarietà e il disprezzo nei confronti della modalità politica di M5S, lei è sembrata davvero più realista del re. Non voglio ripetere quanto già detto. Ma il problema va oltre la Boldrini e investe il nostro quasi-partito, che continua a rivolgersi al PD con una quasi-alleanza e che si prefigge un progetto di quasi-sinistra. Perché Renzi puo’ dare per scontato una nostra alleanza- satellite, assieme beninteso alle forze centriste, senza che nessuno dei nostri dirigenti si risenta e dice che, visto che è tutto cambiato, non c’è più nulla di scontato?

  • francesco

    Quale prezzo è disposto a pagare ancora Sel in nome della Santa Alleanza con il Partito Democratico e in difesa delle “regole costituzionali” che stanno facendo strame della Democrazia? Possibile che non ci sia nessuno capace di far uscire dal sonno ipnotico questi dirigenti, a partire dal “bonzo” per eccellenza Gennaro Migliore? Restiamo in trepidante attesa per spiegare le vele della Sinistra in mare aperto, nonostante i venti soffino in direzione contraria…

  • Michele

    Oramai hanno superato il limite…è chiaro che non fanno i nostri ma i loro interessi….non li voteroò più

  • Tonino fornaro

    Concordo con Elettra e non ripeto la condanna per le aggressioni e per gli insulti. Sono amareggiato e deluso dal silenzio del gruppo dirigente di Sel sul punto dell’uso della “ghigliottina” da parte del presidente della Camera, perché questo brutto episodio e il silenzio che lo sta coprendo , anche dallo stesso Vendola, ci riporta a ragionare sul rapporto con il PD. Mi chiedo: dove ci porterà la legge elettorale paventata da Renzi-Berlusconi a noi di SEL? Dove pensano di andare Migliore, Ferrara ecc. Dove ci vorranno portare? È stato detto no! Nel PD, ma allora chi aspettiamo per attrezzarci per agire in autonomia rispetto al PD? Cominciamo con il cambiare i toni e la sostanza della nostra azione politica fuori e nel Parlamento.

  • Rosella Panzironi

    Ho sentito la Boldrini a Che Tempo che fa,e penso che il suo modo di agire sia consono al suo essere super parte, è la posizione che dovrebbero avere tutte le cariche statali e siamo in questo stagno propro perchè fino ad ora ognuno pensa prima a se e al suo partito e poi a chi vive in Italia.
    Persone che se non fosse stato approvato quel decreto ora si troverebbero a pagare una botta di IMU non indifferente.La boiata l’ha fatta il Governo che ha messo insieme due decreti che trattano temi completamente diversi.Mi meraviglio di trovare sul nostro sito un artico come quello di Elettra e vedere che molti sono d’accordo con lei.Mi dispiace che Nichi non abbia detto nulla su questa questione e non abbia dato il suo appoggio alla Boldrini che penso ,dall’alto dei miei settanta anni,sia una delle più brave presidente della Camera.
    Non ero al congresso,ma da quello che leggo e vedo la barra si sta spostando verso la sinistra radicale in modo impressionante e questo non mi piace come non mi piacerebbe se si spostasse verso il PD. di Renzi Ma il partito nuovo che volevamo è il vecchio arcobaleno?Spero proprio di no
    rosella

  • Mgiovanna

    No Rosella, io credo che nessuno di noi voglia ricadere nell’errore di una sinistra identitaria destinata inevitabilmente ad un minoritarismo senza peso. E anche le critiche alla scelta della Boldrini rientrano comunque in un terreno distante anni luce da quelle dei 5 Stelle. Ma se siamo al 2,8 qualche domanda sarà bene farsela o no?

  • Pippo Lucillo

    Concordo totalmente con entrambi gli interventi di Elettra Deiana.
    Aggiungo che dovremmo avere il coraggio, come SEL, di dire chiaramente che Boldrini ha gravemente sbagliato.

  • Gemma

    No Rossella, nessuno pensa di spostarsi verso il radicalismo ma restare a sinistra si. Io trovo giusto che ci sia un articolo come quello di Elettra ( che ha espresso la sua opinione e ha spiegato le regole della Camera) in questo sito dove si permette agli elettori e agli iscritti di esprimere il loro pensiero discutendo civilmente sui fatti e chiedendo chiarimenti.

  • Tonino Fornaro

    Non è possibile che ogni volta si critica un passaggio politico si finisce con l’accusa di radicalismo o di arcobaleno dipendenti. Ma vi sembra una posizione super partes affermare che se non passava il decreto i cittadini avrebbero dovuto pagare l’imu? Questa e’ una scelta politica del governo e della sua maggioranza e non di un’altra parte del Parlamento, quindi di parte.Giusta o meno ma di parte. Anche la motivazione della Boldrini espressa da Fazio secondo cui l’ostruzionismo va portato fino ad un certo limite oltre il quale bisogna fermarlo altrimenti diventa prevaricazione! Ma che storia e’ questa. Se l’ostruzionismo comunque deve essere interrotto a cosa servirebbe ? Sarà pure brava la Boldrini, ma prenda
    atto che, oltre a respingere giustamente le aggressioni, ha sbagliato nettamente nel ricorrere alla ghigliottina.

  • Cheienne

    Non la farò tanto lunga : per me Boldrini dovvrebbe dimettersi! Proprio una che appartiene ad un partito che cita la parola “sinistra” nel suo nome, utilizza per prima una fascistoide “ghigliottina”(che tra l’altro non è nemmeno nel regolamento della Camera) per chiudere la bocca alle opposizioni e far passare un’ennesima vergogna!! Tra decreti a raffica,sbarramenti all’8% che impediscono a tanti cittadini votanti di vedersi rappresentati in Parlamento e bavagli vari, a che serve più quest’istituzione in questa dittatura bianca?
    P.S. A scanso d’equivoci : non sono una grillina, sono orgogliosamente Comunista e perciò, ad onor del vero, non voto nemmeno Sel.

  • enrico matacena

    Ricordiamoci che non possiamo considerare Laura Boldrini un semplice parlamentare di SEL, essendo lei presidente e come tale super partes. E’ probabile che poteva fare diversamente, ma ricordiamoci che è diventata presidente della camera senza avere avuto prima alcuna esperienza parlamentare, e in un parlamento difficile come questo, ciò che riesce a fare è già notevole. E’ vero comunque che SEL doveva prendere una posizione ufficiale e netta sul problema decreto, e ciò non avrebbe tolto nulla alla doverosissima solidarietà con la Boldrini rispetto alle vergognose aggressioni ricevute.
    Purtroppo SEL fa sspesso sentire troppo fiocamente la sua voce , e ciò credo sia anche una concausa del nostro essere ignorati dai media e del nostro calo di consensi, perchè invisibili.

  • AuroraAustrale

    “Informare il governo della richiesta di dividere i due argomenti del decreto, come proposto dalle opposizioni, non solo dal M5S.”

    Cosa significa “informare il governo”? La scelta di scindere i contenuti del decreto spettava al Parlamento, non al Governo. Oppure sbaglio? I capigruppo della maggioranza erano tutti informati di questa richiesta delle opposizioni. La richiesta non è stata accolta.

  • Attilio Bartolotta

    Gli amici di Sel si rendono conto che il silenzio assordante sulla ghigliottina, citato più o meno da tutti gli altri commentatori per chiedere le dimissioni della Boldrini, ci sta facendo divorare vivi dai 5 stelle? Vogliamo continuare ad esistere come partito di alternativa di sinistra, oppure vogliamo mollare il campo per non infastidire troppo il PD e i poteri finanziari italiani? Alle prossime europee saremo ridotti in polpette, e la cosa mi rattrista ancor di più dopo un congresso nel quale finalmente si è scelto di parlare con Tsipras e il GUE. Chiediamo con forza le dimissioni della Boldrini, o perlomeno il gruppo dirigente dica una parola chiara e definitiva sul suo operato.

  • stefano

    “Col regalo alle banche, fatto a spese della collettività, e difeso a rischio di incostituzionalità dalla Boldrini, Letta e Pd, lo Stato regalerà alle banche una somma immensa:
    2 miliardi di euro netti a Intesa San Paolo,
    1,452 miliardi a Unicredit (22%);
    415 milioni a Assicurazioni Generali;
    409 milioni alla Cassa di Risparmio di Bologna:
    330 milioni all’INPS;
    264 milioni a Carige;
    184 milioni a Bnl;
    165 milioni a Monte dei Paschi di Siena (!)
    138,6 milioni a Cassa di Risparmio di Biella e Vercell;
    132 milioni a Cassa di Parma e Piacenza;
    125,4 milioni a Carifirenze.

    Un ulteriore “regalo” a banche e banchieri azionisti di Bankitalia è rappresentato dalla pioggia dei dividendi annui, i quali fissati al tasso del 6%, ben 24 volte il tasso di riferimento Bce dello 0,25%, oppure se si preferisce 2 volte in più dei tassi di rendimento dei BTP attorno al 3%, porteranno nei bilanci delle banche socie ben 450 milioni di euro
    Non ci sono soldi per la SLA o le auto della polizia? Allegria! Dove si vuole i soldi si trovano!”

  • Cri Milde

    non stavano poi così in silenzio. cantavano bella ciao

  • Claudio Solarino

    Trovo che, anche considerando il delicato momento politico attuale che è sotto gli occhi di tutti (in cui l’oligarchia politico-economica sta cercando in ogni modo di avere ragione delle minoranze) uno dei diritti che dovrebbero essere difesi ad ogni prezzo è quello di manifestazione del pensiero – in particolare quando viene esercitato dalle minoranze (in quel caso, se possibile, mettetegli un fattore di moltiplicazione 10X).
    L’oligarchia sta tentando e tenterà – scontatamente – di limitare con argomenti pretestuosi (sessismo perché si parla anche solo incidentalmente e non provocatoriamente di sesso, induzione alla violenza perché si invita ad una ribellione, eversione perché non si riconosce al governo materiale del Paese il diritto di operare al di fuori delle regole) un diritto di libertà – quello previsto dall’art. 21 Cost. – che è soggetto ad un unico requisito: la fedele rappresentazione del pensiero (solo in assenza di tale requisito, cioè quando vi sia disonestà intellettuale si incorre nella falsità e nell’ingiuria/diffamazione/vilipendio). Perché per noi la verità (e le sue cugine: l’inferenza logica, la verosimiglianza, la probabilità di accadimento) sono valori supremi che ciascuno ha il diritto di cercare e di professare.
    Respingete queste suggestioni o provocazioni liberticide, specialmente se provenienti dalle classi dominanti che hanno sempre e certamente un ottimo motivo autoconservativo per tirarle in ballo a sproposito. Non abbiate nessun riguardo per la scorza delle cose, per i significanti, anche se sgradevoli perché essi hanno il dono della sintesi, dell’icasticità, della esclusività espressiva (non per nulla esistono insostituibilmente nel ventaglio lessicale) e perché fino a prova contraria, rappresentano, nel bene e nel male, ciò che uno autenticamente pensa (che – come la sua manifestazione – è giuridicamente incensurabile). I tabù sono nemici della verità e delle possibilità del pensare. Entrate all’interno dei lemmi ed esaminate se ciò che uno dice ha un senso logico, almeno soggettivo, interiore. Lo troverete quasi sempre e vi arricchirà. Anche per poter contrastare il vostro interlocutore con più solidi argomenti che non siano le solite censure istintive (e quasi sempre illegittime).

  • Claudio Solarino

    Qua i fatti sono semplici sia dal punto di vista del diritto sia dal punto di vista del costume. La prima pietra l’ha scagliata Boldrini (e il sistema di potere di cui Boldrini fa parte) che si assume tutta la responsabilità del resto (tranne quando la reazione sia MANIFESTAMENTE SPROPORZIONATA).
    In particolare ricordando che il parlamentare non è punibile per reati di opinione va detto – fuori da una retorica fanatica buonistica che vedo dominante – che anche il quivis de populo gode di diritti scriminanti in relazione all’insulto (art, 599 c.p.)
    “Ritorsione e provocazione
    Nei casi preveduti dall’articolo 594, se le offese sono reciproche, il giudice può dichiarare non punibili uno o entrambi gli offensori.
    Non è punibile chi ha commesso alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 594 e 595 nello stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo di esso.
    La disposizione della prima parte di questo articolo si applica anche all’offensore che non abbia proposto querela per le offese ricevute.”
    Si dovrebbe perciò secondo me parlare solo di Boldrini e dei suoi torti dovendosi considerare ogni altra riflessione sul M5S (pienamente legittimato a regire) speculazioni di lana caprina dettate da intenti di persecuzione politica.

  • Giulio D’Angelo

    Non
    è che io sia un fissato ma questa cosa della Boldrini mi ha fatto
    proprio incazzare anche perchè io, da radicale, ho votato SEL pensando
    di dare un ‘voto utile’ per diritti civili, ecologia e libertà. Ho quindi contribuito a far eleggere questa
    signora che peraltro apprezzavo per la sua storia e per la sua cultura.
    Inutile dire che non condivido niente o quasi dei 5 stelle e che il loro
    atteggiamento è indefinibile e ingiustificabile. Ciò detto, si può dire senza passare per ‘potenziale stupratore’
    che la signora Boldrini ha stravolto ogni regola favorendo di fatto
    l’approvazione di una legge a favore delle banche e contro i cittadini?
    Posso dire che il suo atteggiamento e il rumoroso silenzio di Vendola nel merito è almeno sospetto e finalizzato ad
    ottenere una legislazione elettorale a favore di SEL in quell’orrendo
    mercato di vacche che si svolge fuori dal parlamento? Si può,
    sommessamente, con rispetto, in punta di piedi, sussurrando, dire che
    l’occupazione di televisioni e tutti i media della su detta è quanto
    meno discutibile vista la carica che occupa? Si può dire, sempre con
    rispetto, sommessamente, dolcemente, delicatamente che sarebbero
    opportune le sue dimissioni? A quanto leggo su queste pagine, finanche qualcuno di SEL
    pare si sia svegliato, naturalmente a babbo morto, giusto chiacchiere e
    distintivo. Inutile dirvi che se pure sarà un voto non utile tornerò a votare per i radicali, almeno sarò a posto con la mia coscienza.

  • vicio

    vergognatevi! questa sarebbe la sinistra oggi? si garantiscono tutte le forze politiche? la sinistra per storia è stata sempre garantista evidentemente negli ultimi 20 anni le cose sono cambiate… possiamo dire che ormai non esiste più, tantomeno sel che mi piaceva come partito ha dimostrato che i poteri forti battono la democrazia e gli ideali e basta sentire parlare la boldrini che l’opposizione poteva fare un altro lavoro… la discussione sugli emendamenti era il loro lavoro di opposizione… gigliottinato quello anche la nostra bella democrazia ha perso definitivamente credibilità… mi spiace veramente tanto per sel, poichè anche la boldrini continua a fare disinformazione negando l’evidenza dei fatti…

  • Vincenzo Cristina

    come fece fini con alleanza nazionale anche la boldrini lo sta facendo con sel!
    solo che fini come presidente di camera era imparziale, la boldrini no! ma entrambi mi sembra siano legati da uno stesso filo del destino, quello di disintegrare il partito di appartenenza, pensavo che sel fosse un partito serio e che avrebbe richiesto istantaneamente le dimissioni della boldrini da un ruolo troppo grande per lei.