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Martedì, 2 febbraio 2016

Sfregiata con acido: Ricciatti interroga Orlando su Varani in tv

Luca-Varani-processo-Annibali-20-febbraio

«Una intervista quantomeno inopportuna che necessita di un chiarimento da parte del ministro della Giustizia sui criteri adottati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nel concedere l’autorizzazione». Lo afferma l’on. Lara Ricciatti (Sinistra Italiana), a proposito dell’intervista a Luca Varani, condannato in Appello a 20 di carcere con l’accusa di essere il mandante dell’aggressione con l’acido a Lucia Annibali, che andrà in onda il prossimo 4 febbraio su Rai3 nel corso della trasmissione ‘Storie Maledette’.

La deputata di Sinistra Italiana ha depositato tempestivamente una interrogazione parlamentare per chiedere al ministro della Giustizia di chiarire quali siano state le procedure ed i criteri seguiti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nell’autorizzare l’intervista, e di esprimersi sulla opportunità della stessa su una vicenda che ha colpito fortemente una intera comunità, oltre che la vittima.

«Essendo tutt’oggi pendente il processo in Corte di Cassazione – continua Ricciatti – questa intervista rischia di minare la necessaria serenità della Suprema Corte chiamata a pronunciarsi su un caso tanto delicato. Inoltre, si offrirebbe all’opinione pubblica un racconto evidentemente parziale, giacché viene dalla viva voce dell’imputato con poche mediazioni. Senza voler togliere nulla alla professionalità dell’intervistatrice, resta il timore che si fornisca un quadro della vicenda slegato dalle evidenze probatorie presentate in giudizio, unica sede deputata per il riconoscimento delle responsabilità di Varani, al quale sono state riconosciute, come è giusto, tutte le garanzie di difesa previste dall’ordinamento. Mi auguro – conclude – che ragioni di opportunità e buon senso portino a sospendere la messa in onda della intervista a Varani sino a quando il ministro non fornirà i dovuti chiarimenti sull’iter e sui criteri adottati dal Dap nell’autorizzare l’intervista e comunque non prima della pronuncia della Corte di Cassazione».

 

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