Sei in: Home › Attualità › Notizie › Streaming della crisi
Giovedì, 20 febbraio 2014

Streaming della crisi

incontro_renzi_grillo

Si può guardare all’andata in scena dell’incontro tra il candidato premier Matteo Renzi e il capo popolo Beppe Grillo con gli occhiali ormai deformati e ipocriti dei rituali di Palazzo, il politically correct, il felpato operare dietro le quinte o accanto ai caminetti, tutto ciò, insomma, che ha reso via via la politica sempre più rarefatta e impermeabile a qualsiasi contatto con la vita delle persone e la realtà delle cose. E se si usano questi occhiali, il giudizio sull’incontro non può non essere che Grillo ha offerto di sé l’immagine peggiore.

Intollerante, offensivo verso l’ospite che in veste istituzionale lo accoglieva e verso il luogo, per eccellenza istituzionale, in cui l’incontro si è svolto. E sprezzante e provocatore, al punto di dichiarare con sfrontatezza di non essere democratico nel suo rapporto “con voi dell’altra parte”. “Noi e voi” e le regole di parte della democrazia. Cioè la negazione della democrazia per come la volle disegnare la Costituzione repubblicana, quella a cui lo stesso Grillo si richiama, avendola trasformata però in un feticcio a modo suo, da sbandierare nei suoi riti di guerra. E si può aggiungere, a mo’ di consolazione, come hanno fatto non pochi commentatori, che il capo dei Pentastellati ha voluto rompere rumorosamente le regole del bon ton istituzionale perché Renzi gli ruba la scena sul suo stesso terreno, che è quello dell’innovazione/rottamazione. Ma se questi sono gli occhiali per lo più indossati da chi commenta, bisogna dire che sono ormai poco utili all’uso e provocano solo strabismo.

La partita tra i due, al di là delle diverse ragioni che hanno guidato o costretto Renzi e Grillo allo streaming, si è risolta in realtà nell’ennesima disperante messa in scena della crisi della politica. Non c’è stato un vincitore. C’è stata solo la rappresentazione plastica del collasso del sistema democratico, che non riesce più a contenere, parlamentarizzandoli, i conflitti che squassano la società. Sistema democratico che non trova più i modi di mediare davvero e trovare vere soluzioni che rispondano “alla pancia” profonda e in espansione del Paese, e dove tutto rimane più o meno “secondo la lettera” della Costituzione ma niente più ne mantiene e ne alimenta l’ispirazione.

Cadono i velami protettivi delle rigide formalità istituzionali, dietro cui non c’è nulla che corrisponda ai bisogni di democrazia che pure la società in mille modi contraddittori esprime, e chiunque può gridare che “il re è nudo”. Nella politica antisistemica di Grillo confluiscono tutte le scorie della crisi della politica e le crudeltà economico-sociali che hanno allargato a dismisura quella crisi, tingendosi via via dei colori del qualunquismo indifferenziato e dell’odio viscerale contro tutto e tutti.

Siamo sempre di più al parossismo della violenza verbale, di cui Grillo è maestro, come è maestro nella costruzione del nemico, nell’arte di screditarlo e metterlo nell’angolo, circondandolo di un alone di bassezza o perversità morale e affondarlo. Ma questo è un lato del problema, dall’altro ci sono i guasti della politique politicienne, su cui gli occhiali deformati della politica continuano a non voler guardare. Renzi è maestro di questa politica, fatta di inganni e manipolazioni, come il suo avvento al governo nazionale racconta.

Letta e il suo governo sono stati liquidati in una riunione di partito, sia pure, ci mancherebbe! ai massimi livelli, e secondo una logica di vera e propria privatizzazione di faccende di natura prettamente istituzionale. Il perché rimane oscuro, non spiegato, imperscrutabile. Renzi come Speedy Gonzales è innanzitutto espressione di questo.

C’era nella democrazia, nella sua storia, nelle lotte e esperienze umane che l’hanno resa possibile, una forte dimensione sentimentale, una capacità di essere connessione tra punti di vista diversi, di tenere insieme anche aspre differenze grazie a riferimenti e valori percepiti come “in comune”, come per una fase fu la Costituzione repubblicana. Se la democrazia non è più questo e, soprattutto, non è più strumento per la vita delle persone, essa si riduce, nel cuore di uomini e donne, a un inutile cascame di regole nelle mani di chi ha il potere di farne l’uso che vuole. La dimensione democratica della democrazia è stata già distrutta, non c’è più ed è evidente nella disaffezione rispetto al voto, nel rancore contro tutto ciò che appare casta, establishment, potere dato. E nel successo di tutte le forme e le manifestazioni della politica antisistema. I siparietti mediatici non sono un elemento a parte, aggiuntivo del disastro democratico. Sono “la politica” nella plastica rappresentazione di che cosa essa sia oggi. Una funzione tecnica per applicare in Italia le regole di Bruxelles, riducendo i disastri sociali a qualcosa che succede non in conseguenza ma in una dimensione a parte, separate dalle politiche adottate perché “l’Europa ce lo chiede”.

Il ring tra Renzi e Grillo ha messo in scena i due lati dello stesso problema: la crisi della democrazia e la verticale crisi di legittimità della politica. A cui fa da contr’altare il ghigno distruttore di Grillo. Ma chi voglia scommettere di nuovo sulla politica dovrebbe avere chiaro che è sul primo aspetto che bisogna lavorare. Intensamente. Con una intensità di cambiamento e recupero direttamente proporzionale alla forza del messaggio antisistema del M5S. La lista per cambiare l’Europa con Tsipras dovrebbe valere soprattutto in questa direzione. Almeno cominciare.

Commenti

  • Claudio Nesti

    veramente le prime parole di renzi sono state: non vi chiediamo nulla nessun accordo nessun voto di fiducia…e la prima risposta (ovvia ma anche obbligata) di grillo è stata: allora perchè siamo venuti? Tutto il resto è stato puro spettacolo osceno o divertente secondo i punti di vista. Noi che siamo più sobri avremmo risposto, come abbiamo fatto, non partecipiamo a nessun governo con le destre, lasciando intendere che renzi saremmo stati disposti a considerarlo di sinistra. Stiamo discutendo questo streaming su un sito che da un mese prima delle politiche fino a pochi giorni fa è stato oscurato, se non agli articoli dell’establishment di partito, chiuso a qualsiasi commento, durante le politiche le amministrative e alla fase di discussione interna che doveva portare al congresso. Forse dovremmo limitarci a parlare del futuro sperando che le nostre performances migliorino; come era la storia della trave e della pagliuzza?…..

  • Fabio Mazzitelli

    hai detto la verita