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Giovedì, 6 agosto 2015

Sud, Stefàno: non azioni straordinarie ma ordinarietà per recuperare gap

dario stefàno

«Fa specie leggere nel tweet di Renzi “molto buoni i dati del turismo, soprattutto al Sud” e sapere che la Puglia non si può raggiungere in questi giorni perché ci sono pochi treni. Il tema purtroppo è sempre lo stesso: da una parte un Sud ricco di eccellenze e potenzialità e pronto a sfoderare orgoglio e a lavorare duramente per diventare protagonista della crescita del Paese, dall’altra i governi nazionali spesso incapaci di offrire al Mezzogiorno chance reali di sviluppo». Lo ha dichiarato oggi, a margine di in conferenza stampa, il senatore Dario Stefàno che ha ha sottoscritto la mozione – a prima firma Roberto Ruta (Pd) insieme ad altri senatori di diversi gruppi parlamentari – con cui si impegna il Governo a predisporre e a presentare in Parlamento, entro il 30 settembre 2015, un piano organico, articolato e puntuale, per il Mezzogiorno con misure per far cambiare verso al Sud e per sradicare le mafie.

«Del resto – prosegue Stefàno- i dati Svimez raccontano di ritardi infrastrutturali, disequilibrio nei trasferimenti di risorse, disattenzione. Raccontano di una questione meridionale mai risolta, e forse nemmeno mai veramente affrontata, ma anche del fallimento delle politiche di assistenzialismo e dell’assenza di una vision per il Sud».

«Un Sud che cresce meno della Grecia ha come conseguenza inevitabile la caduta degli investimenti e un sempre maggiore isolamento rispetto al resto del Paese».

«Ho aderito alla mozione non per chiedere azioni straordinarie ma per restituire l’ordinarietà di un’agenda di governo che includa il Mezzogiorno, un’ordinarietà capace di risolvere il gap infrastrutturale, allentare i vincoli burocratici, recuperare al Mezzogiorno un protagonismo all’interno di una progettualità complessiva e nazionale. Perché non si può immaginare che la ripresa in Italia possa avvenire se il nostro Paese viaggia a due velocità».

«Noi – conclude Stefàno – contiamo sul Sud che non è abituato a piangersi addosso ma a lavorare, proprio come dimostrano quei dati sul turismo, dovuti alla capacità dei territori di saper usare anche le risorse, com’è avvenuto ad esempio in Puglia».

Commenti

  • francesco

    1) sui “ritradi infrastrutturali” domandiamoci invece chi ha più colpe dato che di risorse al sud per le opere ne sono arrivati a sufficienza per costruire almeno 5/6 volte la rete esistente.
    2)sul “disequilibrio delle risorse” perchè non parliamo anche del disequilibrio nella contribuzione da parte del sud, di quante poche tasse arrivino da quella parte d’Italia che che se ne dica riceve molto più di quanto da (ed è giusto così, mentre è ipocrita, come fa Stefano, lamentarsi delle minori risorse)
    3) sulla “disaffezione” poi dare colpe ai governi centrali (che ne hanno molto su altri apsetti) è davvero patetico, perchè invece non parliamo di come il familismo amorale così diffuso in quella parte d’Italia e nei suoi rappresentati policiti abbia contribuito a sfiduciare le loro comunità
    E per fortuna, come chiosa nel finale Stefano, vuol contare sul Sud che non è abituato a piangersi addosso ma a lavorare (che indubbiamnete c’è e deve essere sostenuto), visto che è lui il primo a piangersi addosso ed a dare le colpe agli altri pur di non assumersi le sue (non individuali, ma come classe politica locale nel proprio insieme).
    Certo è che riuscite così a far diventare tollerabile ed il minore dei mali anche l’attuale Presidente del Consiglio. Non andrete (oramai non mi sento più di far parte dello stesso cammino) proprio da nessuna parte.
    Francesco l’altro