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Mercoledì, 9 marzo 2016

Trivelle, anche la britannica Transunion fa le valige: non trivellerà nel golfo di Taranto

Trivelle

«Un’altra buona notizia per il nostro mare e per il turismo pugliese: dopo Petroceltic e Shell Italia anche l’inglese Transunion Petroleum ha rinunciato alle ricerche di gas e petrolio nel Golfo di Taranto e nel Canale di Sicilia. Incassiamo un altro buon risultato, ora dritti alla meta: il 17 aprile dovrà vincere il SI al referendum No-Triv». È quanto dichiara il senatore Dario Stefàno, coordinatore di Noi a Sinistra per la Puglia, commentando le ultimissime notizie, secondo cui, appunto, anche la società inglese avrebbe deciso di non dare corso al procedimento autorizzativo per le estrazioni in mare.

«Non importa – commenta Stefàno – se la ragione della rinuncia è forse nel rigetto parziale, come leggo dai giornali, delle istanze da parte del Ministero dello Sviluppo economico in attuazione della legge di Stabilità, che avrebbe comportato un notevole ridimensionamento delle aree interessate alle attività estrattive. Portiamo a casa un altro buon risultato, questo importa, per chi come noi è convinto dei notevoli rischi che le trivellazioni in mare possano comportare per turismo e pesca, ma anche per chi come noi è consapevole della necessità di cambiare approccio verso l’approvvigionamento energetico».

 

«Il 17 aprile – prosegue Stefàno – per la prima volta nella storia della Repubblica, saremo chiamati a votare un referendum richiesto dalle Regioni, tra cui la Puglia: ora occorre dare forza a questo importantissimo momento partecipativo, e andare compatti al voto per il Si. La Puglia – conclude Stefàno – ha abbracciato un modello di sviluppo che vede nell’agricoltura, nel turismo e nel mare risorse dal potenziale straordinario, che necessitano di essere valorizzate anche da una politica energetica nazionale incentrata su un maggior utilizzo delle fonti alternative».

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