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Giovedì, 30 aprile 2015

Tutta un’altra scuola. Le nostre ragioni contro la riforma di Renzi e perché Sel sarà al fianco di chi manifesterà il 5 maggio

Cartolina_Scuola_coloriFRONTE

E’ un’idea di scuola che riduce diritti e libertà, a cominciare da quella di insegnamento, una garanzia di pluralismo e libertà per tutti

No al ricatto sulla pelle dei precari.

Il governo lega le sbandierate assunzioni dei docenti precari alla discussione della riforma in Parlamento. Perché non lasciare invece spazio alla necessaria discussione sulla legge e varare subito il decreto sulle assunzioni, questa volta più che giustificato?

I precari della scuola sono circa 250.000, il ministro aveva promesso che ne avrebbe stabilizzati 148.100, ora siamo scesi a 100.701. Ma una sentenza della Corte Europea sancisce che i precari della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato. Non si possono ogni volta cambiare le carte in tavola. Ci vuole un piano di stabilizzazione. Donne e uomini che hanno fatto percorsi di studio e di specializzazione, che hanno superato abilitazioni, concorsi, a volte li hanno dovuti ripetere.

No ad un uomo solo al comando

Il Preside padrone che valuta i docenti, attribuisce gli aumenti di stipendio, sceglie gli insegnanti, assume e poi probabilmente a licenzia. Un super potere che mette in discussione la libertà di insegnamento, principio costituzionale, e la responsabilità più generale del processo educativo.

No al 5 per mille ai singoli istituti

Così si accrescono le disuguaglianze fra zone e scuole facoltose da un lato e zone e scuole in difficoltà dall’altro. Bisognerebbe farlo per la scuola nel suo insieme, da ripartire poi ai singoli isituti con criteri nazionali oggettivi e per obiettivi specifici.

No agli sgravi fiscali per le paritarie

Il «senza oneri per lo stato» non si aggira attribuendo un beneficio fiscale alle famiglie, perché il beneficio fiscale comunque rappresenta un onere per lo stato. Sarebbe ora di fare chiarezza su quanti finanziamenti, per vie diverse — stato, regioni, comuni — arrivano alle paritarie..

No alle deleghe in bianco al governo

Il testo delega il governo a riordinare, semplificare e codificare le leggi in materia di istruzione, autonomia scolastica, modalità di conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento, riordino dei ruoli del personale docente, reclutamento e formazione della Dirigenza Scolastica e tanto altro. E’ il parlamento la sede per discutere il futuro della scuola.

Commenti

  • Mauro Cioffari

    Saremo in piazza con le lavoratrici e i lavoratori della scuola!