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Mercoledì, 16 luglio 2014

Alitalia, Sel: un ministro del lavoro non può arrendersi ai licenziamenti. E la Cgil non firma l’accordo sugli esuberi

Alitalia

«La vicenda Alitalia consegna al Paese un problema di disoccupazione. Un governo non può dichiarare la sua impotenza di fronte alle richieste di Ethiad e non può dichiararla un Ministro del lavoro. Un Ministro che si arrende ai licenziamenti quando vende un’azienda pubblica viene meno al suo compito».  Lo afferma il responsabile nazionale Lavoro di Sel Giorgio Airaudo al termine del question time di Sel sulla vertenza Alitalia.

«Il Governo poteva chiedere ulteriori sacrifici alle banche, e poteva chiedere maggiori impegni a Ethiad, visto che la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti ha posto molte condizioni a questo Paese. Oggi il sacrificio della compagnia di bandiera la pagano i lavoratori e domani la pagheranno i consumatori. Alla fine costerà di più viaggiare in Italia, continua Giorgio Airaudo. Il Governo aveva molti strumenti e li aveva soprattutto il Ministro del lavoro. Doveva essere Poletti ad affrontare questo tema: se c’è un problema sul lavoro se ne occupa il Ministro del lavoro e non quello delle Infrastrutture che su Alitalia ha già fatto danni con il “piano fenice».

«Da oggi ricorderemo ogni giorno al Ministro Poletti quando rifinanzierà la cassa in deroga, perché dal 30 giugno in tutte le regioni italiane si licenzia per il mancato finanziamento. Altro che creare occupazione: disoccupati in Alitalia e disoccupati perché non si rifinanzia la cassa in deroga», conclude il responsabile nazionale lavoro di Sel Giorgio Airaudo.

Contro anche la Cgil che ha deciso di non firmare l’accordo quadro con Alitalia sugli esuberi. La decisione è contenuta in una lettera del segretario generale Susanna Camusso inviata ai ministri dei Trasporti e del Lavoro Lupi e Poletti. “Rimane incomprensibile la posizione dell’azienda CAI che ha respinto qualsiasi mediazione utile ad evitare la messa in mobilità e i licenziamenti – scrive Camusso nella lettera – rifiutando la proposta, ritenuta percorribile anche dal Ministero del Lavoro, di utilizzo della Cigs per accompagnare lo sviluppo del piano industriale”.

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