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Lunedì, 8 settembre 2014

Gargano, Vendola: subito piano straordinario per messa in sicurezza Territorio. Questà è la vera grande opera

gargano

«I politici non sono degli scienziati, ma hanno bisogno di connettere i luoghi della politica e del governo ai luoghi della conoscenza, dello specialismo e dei saperi. Siamo di fronte, ogni giorno e sempre di più, a problemi complessi e non ci sono risposte semplici a fatti straordinariamente complicati; ci sono risposte competenti, che consentono di guadagnare l’orizzonte del cambiamento».  Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina, presso l’Aula Magna del Politecnico di Bari, alla cerimonia inaugurale del 34esimo Convegno nazionale di Idraulica e costruzioni idrauliche.

«Oggi – ha spiegato il Presidente Vendola – il mondo e in modo particolare l’Italia e’ chiamata ad un salto culturale importante. Quello che abbiamo visto sul Gargano, la quantita’ di pioggia che normalmente cade in un anno precipitata in soli quattro giorni, ci dice inequivocabilmente che la mutazione climatica non e’ un’invenzione dei salotti letterari. Sta cambiando tutto: cambia il clima e cambia la natura e dobbiamo abituarci a convivere e ad essere preparati ad eventi meteorologici estremi».

Inoltre, secondo Vendola «non e’ possibile immaginare che se in un anno mediamente ci sono danni per tre miliardi di euro, causati dagli eventi metereologici estremi, ogni anno ci sono interventi di riparazione per soli trecento milioni. Questa è la dimostrazione del fatto che un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio, di riassetto idrogeologico, di cura delle coste e’ la più grande opera pubblica di cui ha bisogno il nostro Paese».

C’è poi una terza questione affrontata dal Presidente della Regione Puglia durante i lavori del convegno. «Stop al cemento. Non si può maledire il cielo, quando e’ il cemento che blocca il decorso naturale dei corsi d’acqua. Il sovraccarico di urbanizzazione che vi è in alcuni territori delicati e’ la causa del disastro. Penso che anche questo, in un’Italia che nel tempo si è abituata ai condoni e alle sanatorie, debba spingerci ad un cambio di mentalità. Il territorio non è una docile preda per le stagioni di caccia dei cementificatori. Il territorio e’ il luogo della nostra vita: va curato, conosciuto e amato».

Commenti

  • claudio

    Quando accadono disastri come questi occorre rifuggere da ogni tentazione di polemica ed impegnarsi tutti per cercare, nella misura possibile, di rimediare al danno subito. Il conto delle eventuali responsabilità è un esercizio da rimandare ad un secondo tempo. Di questo sono assolutamente certo.
    Tuttavia non può generare stupore il recriminare sull’inadeguato contrasto alla cementificazione di un’area idreologicamente delicata come il Gargano da parte di chi quell’area – come Presidente di Regione – la governa da circa 10 anni. dato che la regolamentazione della materia è in via sovraordinata proprio di competenza regionale.
    Non sono in grado di giudicare se ed in che misura l’operato in materia urbanistica delle due amministrazioni regionali guidate da Vendola sia stato o meno adeguato e se vi siano state in materia sottovalutazioni o mancanze di coraggio, certo è che non è ad altri che si può adebitare tali mancanze e se (ripeto se) qualche Piano Regolatore di uno o più comuni di quell’area hanno previsto espansioni edilizie non sostenibili dal territorio ciò che ci si dovrebbe chiedere è perchè la regione li abbia ratificati anzichè rigettarli. Certamente i condoni e le sanatorie che si sono succeduti nel tempo hanno complicato il quadro e reso meno efficente l’azione degli enti locali che tuttavia quando hanno voluto, i casi (tra quelli di cui sono a conoscenza, scusandomi delle involontarie omissioni) delle regioni Toscana ed Emila Romagna stanna lì ha testimoniarlo, hanno efficacemente contrastato con una legislazione regionale più restittiva la deregolamentazione che le sanatorie/condoni nazionali rischiavano di innescare. Dunque lo stupore per l’affermazione di Vnedola resta intatto, accompagnato dalla domanda se talvolta l’eccesso di retorica non rischi di allontanarci anzichè avvicinarsi al cuore dei problemi, come dalle pratiche necessarie a risolverli o quantomeno mitigarli.

  • http://www.globeglotter.it Il Peperoncino Rosso

    Nichi Vendola sarà ricordato per decenni a venire per quanto è riuscito a fare in 10 anni in una Puglia che negli anni 90 era stata aggredita dalla speculazione e dal cemento. Ci fa molto piacere constatare che, dopo i primati ottenuti nell’utilizzo dei fondi europei,nella azzeramento del debito della sanità, nell’uso dell’energia alternativa, nei “Diritti a Scuola”, nei “Bollenti Spiriti “dei giovani, nella ricerca e nel turismo si spera che sia fornito di una bacchetta “ultra magica” per rimettere a posto ogni abuso del passato. Tutto questo nel più “concertato” silenzio stampa e nell’ambito di una crisi economica che ha visto tagli notevoli ai bilanci regionali.Consultare i documenti pubblici prima di emettere giudizi sommari.

  • claudio

    Casomai basterebbe leggere prima di commentare.
    Io non esprimo alcun giudizio sull’operato di Vendola ma commento una sua affermazione che è riportata nell’articolo.
    Dunque è estremamente circoscritta la mia riflessione e non attiene in alcun modo sull’operato generale suo e della sua giunta.
    Tuttavia nello specifico della mia riflessione Vendola afferma “Stop al cemento. Non si può maledire il cielo, quando e’ il cemento che
    blocca il decorso naturale dei corsi d’acqua. Il sovraccarico di
    urbanizzazione che vi è in alcuni territori delicati e’ la causa del
    disastro. Penso che anche questo ……… debba spingerci ad un cambio di
    mentalità” parlando al presente e non al passato, dunque non si riferendosi tout-court a ciò che è stato fatto negli anni ’90 ma a quello che ancora deve essere fatto nel nostro paese. Ora dato che la legislazione in materia di governo del territorio (leggasi urbanistica) è competenza delle regioni e Vendola governa la Puglia da 10 anni se c’è ancora da operare – lo sostiene lui – “un cambio di mentalità” in questo ambito allora è anche a se stesso ed alla sua amministrazione che deve rivolgere l’invito.
    Poi se non si vuol capire o si vuole tenere la testa sotto la sabbia liberi di farlo ma ciò che non permette alla sinistra di risultare credibile è proprio questo eccesso di retorica attribuendo responsabilità ed omertà ad altri senza attenuante alcuna, anzichè riconoscere la difficoltà di azione in determinati ambiti ed ammettere anche le nostre impotenze o inadeguatezze (che non equivale ad alcuna ammissione di colpa) quando ci sono.