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Martedì, 13 maggio 2014

Partite Iva, Sel: aumentare il “regime dei minimi” fino a 65mila euro annui

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Il deputato Sergio Boccadutri, insieme ad altri parlamentari di Sininstra Ecologia Libertà ha presentato un emendamento al collegato lavoro, in sede di conversione, che potrebbe dare respiro ad un numero consistente delle così dette partite Iva.

La proposta di Sel propone di estendere il regime dei minimi per le partite Iva fino a 65mila euro l’anno. Ad oggi questo limite è fissato ai 30 mila euro.

Il regime dei minimi, prevede una imposta forfettaria che sostituisce Irap e Irpef per i primi cinque anni di attività, oltre che una riduzione degli obblighi contabili e l’esenzione dagli studi di settore.

Stando ai dati se la proposta di Sel fosse accolta determinerebbe l’esonero dall’Iva di circa 1.150.00 imprenditori individuali e 537.00 lavoratori autonomi.

Sergio Boccadutri ha anche identificato la fonte di finanziamento di questa proposta. La sua mozione, approvata alla Camera, che impegna il governo a sospendere il conio delle monetine da 1 o 2 centesimi porta ad un risparmio di 21 milioni di euro, solo per il conio. E allora perché non utilizzarli per estendere il regime dei minimi per le partite Iva?

L’emendamento è stato dichiarato inammissibile perché non inerente alla materia del lavoro, ma sarà ripresentato durante la discussione del prossimo decreto Irpef.

Commenti

  • Luca Olivetti

    Personalmente la vedo una proposta incompleta.

    il regime dei minimi è destinato solo a ditte individuali e lavoratori autonomi SENZA DIPENDENTI, pena il decadimento del regime stesso.
    Un lavoratore autonomo che guadagna 65 euro all’anno ha la possibilità, oltre che il DOVERE CIVILE e MORALE di pagare le tasse nel regime fiscale corretto.
    65 mila euro tassati al 5% per una singola persona sono un insulto a chi deve fare i salti mortali per arrivare a fine mese con lo stipendio da dipendente tassato al 30%.

    Di contro però sarebbe estremamente utile la poposta dell’innalzamento a 65mila euro, ma dando la possibilità di assumere anche solo un collaboratore, che consentirebbe di sforare i 30mila euro attuali, generando lavoro, e portando il sommerso alla luce.
    Altrimenti sarebbe solo una proposta come tante altre che consentirà di pagare meno tasse a chi avrebbe la possibilità economica di pagarle.

  • Lorenzo

    Le cifre dove le avete prese? Quanti di questi esonerati ha aperto partita iva da 3 anni e quanti prendo più di 30000 euro? Le piva sono precariato legalizzato e sfruttato a dovere sia dalle imprese che dalle stato che per erogare servizi si basa sul reddito lordo (e non sul netto) che viene tassato anche fino al 53%.

  • Angelo Olivieri

    Ho chiuso quest’anno la partita IVA (musicista). Ho avuto il regime dei minimi per 5 anni e ho dovuto chiudere la partita IVA perché non posso permettermi il regime senza agevolazioni. Anziché innalzare il tetto in termini di euro, lo alzerei i termini di anni.

  • Marco

    Sono anch’io un lavoratore a partita iva e sottoscrivo nel modo più assoluto quanto scrivi.

  • Flores

    Ci sono anche tante partite IVA vere. E in realtà sarebbero loro a risultare più svantaggiate da una proposta del genere, che crea vere e proprie discriminazioni e condizionamenti del mercato basati sull’età. Chi è nei minimi si può permettere tariffe molto più basse. Finché si arrivava a 30mila euro ok, i giovani dovranno pur iniziare. Oltre i 30mila però si rischia di buttare fuori dal mercato migliaia di professionisti adulti (e non è che a 35 anni si sia proprio giovanissimi, comunque) che non godono degli stessi vantaggi fiscali. Questo è iniquo, e secondo me discriminatorio.

  • Flores

    E creare una discriminazione rispetto ai professionisti over 35 negli stessi settori.

  • Manuela

    Estensione del regime dei minimi sino a 65 mila euro? Ben venga ma no a discriminazioni basate sull’età! Gli over 50 non hanno altre possibilità oltre a quella di continuare l’attività professionale in partita Iva. Ben vengano i giovani ma alla pensione a 70 anni dobbiamo arrivarci, no? (Con gestione separata al 28,72% e tassazione con aliquota al 38% anche con 40mila euro fatturati resta ben poco…)

  • Fabio

    GRAZIE, il tetto da 30.000 è una gabbia che spinge a non superare perché se non si “salta” da 30k a 40k non vale la pena di sfondare il tetto.. e quindi l’incentivo diventa controproducente.

  • MAX

    Ogni volta che la sinistra italiana si occupa di lavoro autonomo fa solo disastri….Inoltre mentono sapendo di mentire: quando l’Europa parla di minimi non intende quello che la legge italiana recepisce!!!!

  • MAX

    Condivido con una aggiunta: il regime semplificato con pressione tributaria UMANA deve prescindere da limiti temporali! Come si spiega che con fatturato di ben 65000 euro uno possa pagare circa il 30 per cento al quinto anno per andare al 50 l’anno successivo magari con 30000 euro?
    Io sono e sarà sempre per la FLAT TAX con totale esenzione dei primi 12000 euro da qualsiasi imposizione tributaria…e a prescindere dalla natura del reddito. Non si capisce infatti perché il reddito di lavoro autonomo deve subire una imposizione diversa da quello di lavoro dipendente.
    Il resto sono solo scemenze.

  • Mattia

    la proposta fatta da sel recepisce solo una direttiva europea di fine 2013 che sia Monti, che Letta e ora Renzi fanno finta di non vedere…e che darebbe una grossa mano ai giovani che, come me, per non stare a casa hanno aperto la partita iva per poter continuare a guadagnare due euro…

    sono d’accordo poi che tale regime agevolato dovrebbe essere applicato, per un quinquennio, anche agli over 35 che si trovano a doversi aprire una partita iva per continuare a lavorare…purchè non lo facciano in maniera seriale (nella libera professione, casi di gente che apre una p.iva, la chiude, e poi la riapre con un’altra attività capita e ultimamente non raramente)…sul discorso della flat tax per i liberi professionisti, io sarei d’accordo solo se si individuasse anche un modo chiaro per determinare univocamente il fatturato della persona: spesso infatti c’è chi, oltre a fare la libera professione prendendo incarichi nominali, ha e fattura anche tramite società di ingegneria e/o studi in cui è socio o dirigente…

    la sola cosa che trovo di positivo è che finalmente la sinistra ha aperto gli occhi e ha visto che non ci sono solo operai o lavoratori dipendenti da tutelare e di cui occuparsi.

  • Mattia

    francamente, penso che il tuo ragionamento sia totalmente sbagliato. La discriminazione, proprio nella libera professione, oggi come oggi la subisce un giovane: infatti il regime dei minimi a 30.000 euro mette solo in difficoltà un giovane che, per la sua serietà e capacità, non può permettersi ad esempio di fatturare due incarichi per un anno + di 1.200euro cadauno. Il risultato è che o lavora il doppio fatturando poco, o perde un cliente, e in entrambi i casi si trova a guadagnare meno di un suo collega di 37 anni che può benissimo chiedere anche 2.000euro per ciascun incarico, a parità di ruolo ricoperto. Un professionista di più di 35 anni capace, che si è creato una clientela, non ha alcun problema a doversi confrontare con un professionista giovane che ha il regime dei minimi.

    Un over 35 infatti è vero che non gode degli stessi “vantaggi” fiscali, ma non ha nemmeno limiti (se non il suo buonsenso) nel chiedere un compenso per la sua prestazione professionale.

    infine, faccio notare che 30.000 € annui vogliono dire 2.400€/mese che, nel caso di libera professione, equivalgono a circa 1.600€ netti al mese…senza 13esima, 14esima, ferie e malattie riconosciute da un ccnl.

    Buona serata

  • Flores

    Modo ben contorto di pensare: se fatturi di più sei svantaggiato perché in tal caso dovresti avere gli stessi doveri dei tuoi colleghi nei confronti del fisco? Perdonami ma penso che abbia ben poco senso, se non quello di essere attaccati ai propri privilegi.

  • Francesco Sparatore

    Emendamento giusto e probabilmente di facile attuazione. Spero vivamente che l’idea non sia stata abbandonata.

  • Anna

    vi prego insistete!

  • Domenico

    Penso che la tua frustrazione sia ingiustificata. Sono lavoratore autonomo e fino allo scorso anno mi avvalevo del regime dei minimi. Ho superato di pochissimo la soglia lo scorso anno e di conseguenza ora sono un contribuente “normale”. Considerando che i 30 mila sono lordi e che un lavoratore autonomo deve fare i conti con anticipi ecc. ti assicuro che non bastano. Il mio utile alla fine risulta inferiore ai 20 mila e considerando che non ho ferie pagate, malattia e quant’altro ti assicuro che non è facile. Questo regime funziona semplicemente per chi ha un hobby ma sicuramente non per chi ha intenzione di lavorare a tempo pieno.

    Concordo con la tua idea di poter assumere un collaboratore.

    Chiudo dicendo che immagino che molti professionisti come me alla fine dell’anno siano costretti a chiudere i battenti o a evadere le tasse non per diventare ricchi ma per sopravvivere! Quindi alziamo questo limite a 65 mila e diamo alle persone la possibilità di pagare quello che c’è da pagare (poco ma sicuro)

    Inutile fare confronti con chi paga tot o meno. Il sistema non funziona e va totalmente restaurato. Mettiamo da parte l’orgoglio della vecchia guardia e pensiamo a noi giovani perché di disastri, se stiamo a vedere, c’è ne hanno lasciati abbastanza.