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“Stop all’acquisto di 90 caccia F35” Mozione 5 Stelle-Sel, firmano 14 Pd

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Una mozione per chiedere che il governo italiano abbandoni il programma F35 della Lockheed Martin, destinando i circa 12/13 miiardi di euro di spesa previsti per l’acquisto dei 90 caccia agli investimenti pubblici. E’ la richiesta contenuta nella mozione firmata da 158 deputati: i gruppi parlamentari del MoVimento Cinque Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà a cui si sono aggiunti 14 colleghi del Partito Democratico, tra cui Pippo Civati e Fausto Raciti.
«Definire gli F35 strumenti di pace è ridicolo – dichiara Giulio Marcon, deputato di Sel, in risposta ad una recente dichiarazione del ministro alla Difesa Mario Mauro (Scelta Civica) – Possiamo fare tranquillamente a meno degli F35 ma non di ospedali che funzionano o di lottare contro la disoccupazione». Gli fa eco Giuseppe Brescia del MoVimento Cinque Stelle: «Questa dovrebbe essere una priorità anche per le altre forze politiche. Vorremmo che i 14 ‘coraggiosi’ del Pd trascinassero anche gli altri». Fonti di Montecitorio raccontano di pesanti pressioni dai vertici del gruppo Pd che hanno reso impossibile la firma di almeno altri 20 democratici interessati. Nessuno dei firmatari Pd ha preso parte alla conferenza stampa alla Camera per la presentazione della mozione.
Nel testo si invita il governo a rivedere i piani sull’acquisto del nuovo modello di difesa “sulla base del dettato costituzionale e della nostra politica estera” e a destinare le somme risparmiate alla “messa in sicurezza degli edifici scolastici, al riassetto idrogeologico del territorio, ad un piano pluriennale per l’apertura di asili nido”.

«Quattro miliardi sono a bilancio per il solo 2013, mentre non sappiamo ancora come sarà finanziata la cassa integrazione in deroga. La spesa complessiva è di 12,9 miliardi, sufficienti per mettere in sicurezza ottomila scuole, costruire tremila asili nido. Si tratta – ha proseguito Marcon – di una misura da varare prima possibile: un impegno che il prossimo governo deve prendere nei primi 100 giorni. Il governo che deve nascere deve mettere tra le sue priorità la riduzione delle spese militari per destinare le risorse risparmiate agli interventi contro la crisi, al welfare, al rifinanziamento del servizio civile».
Nella mozione viene sottolineato come nel corso del tempo il programma degli F35 abbia visto incrementare sempre più i costi (si parla di un’operazione da oltre 15 miliardi di euro, senza contare le spese di manutenzione):

«Con le stesse risorse – conclude il deputato di Sel – si potrebbe varare un piano straordinario di piccole opere (tra cui quelle indicate nella mozione) con le quali creare molti posti di lavoro in più e dare risposta ai bisogni sociali più urgenti del paese. E’ quello che ci hanno chiesto in questi mesi le campagne di “Taglia le ali alle armi”, le cui richieste ci impegniamo a sostenere in Parlamento».

La critica insita nella mozione non è solo economica: «Se si riuscissero a risolvere i numerosi problemi tecnici del progetto – ha sostenuto Luca Frusone di M5S – si tratterebbe comunque di velivoli con tecnologie per la penetrazione di profondità nei cieli più sicuri. E’ un aereo di attacco, destinato più che alla pace a rendere difficile il dialogo con altre potenze». Massimo Paolicelli, rappresentante delle associazioni riunite nella campagna «Tagliamo le ali alle armi», ha ricordato le «80mila firme raccolte contro gli F35, le oltre 600 associazioni coinvolte, gli 80 ordini del giorno approvati da enti locali che chiedono di fermare il programma».

 

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