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“La coalizione non cambia. Vogliamo vincere”

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Non è un pazzo il mago di Arcore, né la sua può essere considerata una mossa a sorpresa. Su questo Gennaro Migliore, che di Sinistra ecologia libertà è uno dei dirigenti più in vista, concorda in pieno con il presidente Nichi Vendola. 

«Quello di Berlusconi è un disegno perseguito con rara lucidità e mi hanno sempre fatto ridere i commentatori che sostenevano che con lui si schierasse solo il dieci per cento del Pdl mentre il novanta stava con Alfano. L`aveva detto che voleva votare a febbraio». Ma perché proprio ora ha innescato la crisi?
«Intanto perché ha sempre voluto votare con il Porcellurn. E poi così avremo una campagna elettorale breve e molto mediatica. Il suo obiettivo è porre un`ipoteca sul suo elettorato storico ormai deluso e sul centrodestra attraverso la tv».

Ce la può fare?
«No, non ha nessuna chances di vincere. Mi preoccupa invece l`enfatizzazione del suo ruolo, che tende a ricreare un clima di emergenza, di barbari alle porte».

La drammatizzazione può venire dai mercati…
«I mercati giocano ad un gioco truccato e truccano le partite politiche. In Francia il Finacial Times prevedeva un tracollo e una fuga di capitali in caso di vittoria di Hollande. Non mi pare ci sia stato né l’uno né l’altra. I mercati sono attori protagonisti della crisi, non arbitri».

Si dice che Berlusconi raggiungendo un 15 percento potrebbe ambire a un ruolo in uno scenario di palude politica.
«Il centrosinistra è perfettamente in grado avere una vittoria netta. L`unico modo perché lui torni ad avere un ruolo è che si mettano tra parentesi le primarie, si abbandoni il progetto e il coordinamento con cui il centrosinistra si è presentato al suo elettorato».

Intende riaprendo l`alleanza a Casini?
«Questa ipotesi non esiste e non parlo solo per noi di Sel ma per tutti e cinque i candidati alle primarie. Aprire la coalizione all`Udc è stato escluso da tutti, anche da Renzi. Chi lo ripropone ora mette un`apostrofo nero tra le parole s`accomodi».

E se fosse Monti a presentarsi come leader centrista?
«Auguri. Così sapremo quant`è il suo reale consenso. Finora si è mosso fuori da un contesto democratico. L`azionista
di maggioranza è sempre stato il Pdl, il Pd si è fatto carico del sostegno al governo per senso di responsabilità. Ma era il Pdl a poter dire sì o no. Ora la discussione viene posta come un salto nel buio, in realtà si tratta della naturale conclusione di questa esperienza, che per me è stata con più ombre che luci».

Esclude dunque qualsiasi allargamento al centro?
«Bruno Tabacci ha partecipato alle primariee contribuito alla definizione del progetto Italia Bene Comune e ha tutto il diritto di organizzarsi e aggregare forze. E c`è un`area più vasta che può ambire a avere un profilo elettorale. Ma non l`Udc che vuole proseguire l`agenda Monti ed è su un`altra linea».

E con gli arancioni quali rapporti possono essere allacciati?
«Vedremo. Sono un osservatore di questo movimento. Ci sono personalità interessanti ma non so su quale progetto
politico si muovano. Ci sono quelli che rifiutano alcun rapporto con noi e quelli che invece lo auspicano. Il nostro
obiettivo, di Sel e del Pd, è allargare il consenso, allargare le fasce elettorali anche ai delusi del centrodestra, ai tanti astenuti, aprirci ai contributi della società civile. Ma sempre sulla base del nostro programma, alla luce del sole».

Vi presenterete con un listone Pd- Sel?
«No, non ci sarà alcun listone né alla Camera né al senato. Non ce n`è alcuna necessità. E sia noi sia il Pd intendiamo massimizzare il bacino elettorale di riferimento».

A quale percentuale ambite? I sondaggi vi accreditano un 6 per cento. Supererete la soglia di sbarramento?
«Vogliamo vincere, non c`è un problema di soglia. Abbiamo tutta la forza morale oltre che elettorale per continuare
a dare il nostro contributo al centrosinistra. Senza Sel il centrosinistra neanche esisterebbe. Di fronte ai tre milioni
di elettori delle primarie rappresentiamo la garanzia che le promesse saranno mantenute. Non intendiamo fare la
sinistra del centrosinistra magari solo per emendare il programma degli altri”

Rachele Gonnelli

fonte: unita

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